Caro Mimmo, se posso, sottoscrivo anche io Ciao Walter
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Da: Mimmo Cortese <domecort(a)tin.it>
A: salvatore.cannavo(a)flashnet.it
Cc: Brescia Social Forum <bs.socialforum(a)libero.it>; BSF
<bsf(a)bresciasocialforum.org>
Oggetto: [Bsf] (no subject)
Data: martedì 26 febbraio 2002 23.34
Caro Salvatore,
so che hai l'arduo compito di raccogliere emendamenti, osservazioni e
suggerimenti per la stesura definitiva di ciò che a Brescia abbiamo
prefirito chiamare "Carta d'identità" piuttosto che Patto di lavoro.
Come sai a Brescia abbiamo lavorato molto a questo documento poichè
riteniamo che la carta fondativa di un movimento debba definire non solo
principi, valori e obbiettivi ma prefigurare anche i "percorsi" e gli
"strumenti" per raggiungere e costruire quel mondo più giusto nel quale
tutti speriamo.
Ho visto - abbiamo visto tutti, qui a Brescia - che il nostro lavoro è
stato
apprezzato è tenuto in gran conto nella bozza che ci condurrà alla stesura
definitiva del documento. Vorrei permettermi però di sottilineare ancora
alcuni elementi della nostra carta che a mio parere possono ancora essere
messi a disposizione del forum nazionale.
Te li elenco di seguito. Non per ordine di importanza ma seguendo la
traccia
progressiva del documento.
Al punto 1 a Brescia abbiamo pensato di sostituire protagonismo con
partecipazione.
Il linguaggio, le parole che usiamo, non sono secondarie nel definire la
nostra alterità, la nostra profonda differenza dai padroni della terra,
dagli inebriati del potere. Se un mondo diverso ci sarà anche il linguaggio
sarà profondamente rinnovato.
La parola Protagonismo attiene fortemente ad una dimensione rappresentativa
dell'azione politica (essere il primo attore); Partecipare rimanda al
prendere parte, che a sua volta attiene all'atto, all'azione del generare
(trasformare, rinnovare, dare vita...). Una dimensione a mio parere più
forte e feconda della prima.
Punto 2:
Quel senza "se" e senza "ma", riferito alla guerra, aveva un valore
polemico
chiarissimo all'epoca della Perugia-Assisi. Non possiamo però trasformare
una formulazione legata a un evento particolare in una definizione di presa
di posizione politica. Dirsi oppositori irriducibili della guerra non può
lasciare scampo ad interpretazioni. Quel senza "se" e senza "ma" rischia
invece solo di trasformarsi in uno slogan. E gli slogan vanno bene solo se
sono legati al contingente, la loro reiterazione non aiuta affatto, anzi
possono solo impoverire ogni ragionamento.
Sempre al punto 2 a Brescia abbiamo inserito un inciso di particolare
importanza, il seguente: "Strumento (SI INTENDE LA GUERRA) a cui ricorrono
sempre più spesso governi e gruppi politici di ogni parte del mondo,
nell'agghiacciante convinzione di poter risolvere controversie tra stati o
di conquistare il potere seminando morte e distruzione".
Abbiamo creduto importante inserirlo poichè delle decine di conflitti
armati
in questo momento dispiegati in tutto il globo solo una parte vede il
coinvolgimento più o meno indiretto di USA e dei potentati ad essi
collegati. Molti, moltissimi conflitti sono generati da satrapi locali, da
aguzzini e malavitosi impadronitisi di potere, fonti di ricchezza e
strumenti di morte, da scimmiottatori in livrea e stellette delle
leadership
occidentali e così via. Ma proprio perché siamo oppositori irriducibili
della guerra non possiamo non guardare a questa diffusa realtà che produce
morte e disperazione tra uomini e donne, la cui vita non può valere meno di
quella cancellata da bombardamenti umanitari, statunitensi o Nato che
siano.
Al punto 4:
scusa ma, nonviolenza, va tutto attaccato. Stop.
Al punto 6:
Ai bersciani è parsa meno ambigua questa formulazione "venga sconfitto il
sistema di potere delle multinazionali" al posto di "non domini lo
strapotere delle multinazionali".
Il sistema delle multinazionali non ci piace per nulla, anche se si dovesse
ridurre la quantità di potere a sua disposizione. E' un "sistema" che per
sua configurazione tende a generare povertà, distruzione ambientale,
degradazione umana e ... guerra.
Chiudo questa fin troppo lunga comunicazione col
punto 9:
Questo punto è molto importante. A Brescia lo abbiamo "arricchito" con
questa formulazione: "Il nostro pensiero e il nostro agire, le nostre
elaborazioni e le nostre proposte dovranno nascere tenendo sempre conto
dello stretto rapporto che sussiste tra mezzi e fini, della coerenza tra
gli
strumenti usati e gli obbiettivi perseguiti.
La strada che si intende percorrere non è importante solo per i criteri e
lo
stile con cui si affronta, ma anche per l'esperienza che in quel procedere
si matura, per l'arricchimento che, per quella via, ne deriva".
E' molto lungo, lo so. Anche noi ci eravamo ripromessi di raccorciarlo. Poi
non lo abbiamo più fatto.
Inserire però un chiaro passaggio sul rapporto, sulla coerenza, tra mezzi e
fini appare assolutamente irrinunciabile. Come pure appare fondamentale un
passaggio sulla ricchezza dell'esperienza, sulla indispensabilità del
ripensamento continuo in relazione a come ci si muove, a come si agisce. Un
riferimento, insomma a quel camminare costruendo di zapatista memoria.
Ti ringrazio per la pazienza e ti saluto.
Mimmo Cortese
P. S. : questo intervento è del tutto a titolo personale. Tutti i passaggi
che ti ho indicato sono stati però lungamente discussi e condivisi
dall'intero forum bresciano.
Mimmo Cortese
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e-mail: domecort(a)tin.it