Moltitudini migranti
un articolo di Giovanni Russo Spena
In queste ore, la maggioranza sta approvando la legge "contro" i migranti. A testa bassa, a passo di carica, troncando a colpi di voto ogni discussione sia costituzionale che strategica che di visione della società. Nonostante lo stesso rapporto annuale di Amnesty International abbia, 48 ore fa, aspramente criticato il disegno di legge Bossi/Fini, giudicato come un «maltrattamento del tema dell'asilo politico e della delicata questione dei rifugiati». La legge razzista, dunque, tra poche ore passerà. La parola passa all'iniziativa politica.
Partiamo da un punto forte: ha fatto irruzione, nei movimenti di lotta, trasformandoli ed arricchendoli, la nuova soggettività politica dei migranti. Dalla giornata del luglio scorso a Genova all'organizzazione a Brescia, a Caserta, nel Nord Est, a Bologna, a Roma, in Sicilia, fino alla splendida manifestazione del gennaio a Roma. Questa soggettività politica parla al "movimento dei movimenti", parla a noi. Ci parla della complessità della globalizzazione, impasto di politiche liberiste e di movimenti migranti; i quali ultimi costituiscono, oggettivamente e soggettivamente, il tramite indispensabile di un processo alternativo di «globalizzazione dal basso». Essi, infatti, alludono a due grandi direzioni di marcia, planetarie: da un lato le moltitudini che fuggono tirannie, torture, guerre, fame, che giustamente pretendono l'abbattimento delle frontiere contro le persone umane;
dall'altro, le pratiche poliziesche e le leggi razziste e liberiste dei predatori della globalizzazione, di questa forma violenta di neocapitalismo che impone libertà di circolazione dei capitali e delle merci e invece barriere, muri, contro la libera circolazione anche del lavoro, di cui donne e uomini sono portatori.
I padroni non accettano la libertà di circolazione del lavoro, perché preferiscono la precarietà e la clandestinità, elementi primi di un mercato del lavoro semischiavistico. Credo abbiano ragione Mezzadra e Piccinini: «del modello segregazionista di controllo, i centri di detenzione amministrativi per migranti in attesa di espulsione (quelli che la legge Turco-Napolitano definisce ipocritamente Centri di permanenza temporanea) sono una semplificazione tanto efficace quanto terribile».
Le lotte contro i Centri a Firenze, in Sicilia, a Bologna, a Modena sono sacrosante, sono momenti di unità con la nuova soggettività politica dei migranti. La legge razzista passa in parlamento. E noi organizzeremo la disobbedienza civile contro la sua applicazione.