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From: marco paquola
To: redditolavoro@ecn.org
Sent: Wednesday, November 20, 2002 11:07 AM
Subject: [redditolavoro:] I LORO CARABINIERI E LE NOSTRE ZUCCHE.3

PERCHE' LA DESTRA POLITICA PRENDE LE DISTANZE?

Facciamo un passo indietro. Firenze era stata preceduta da una
campagna allarmistica orchestrata da media e forze di governo.
La manovra non nasceva dal nulla. Governo e "poteri forti" di
questo Paese avevano approfittato dello shock dell'11 settembre
per imboccare la strada della criminalizzazione del movimento.
Non avevano infierito troppo a causa della sua momentanea
crisi. Ma la campagna era ripresa in grande stile alla vigilia del
social forum europeo paventando la possibilita' di incidenti. Il
pezzo di Oriana Fallaci pubblicato sul Corriere ("Fiorentini,
esprimiamo il nostro sdegno" del 6 novebre) in cui si
paragonavano i noglobal alle orde di barbari e ai fascisti della
Marcia su Roma, non e' spuntato a caso: era ben inserito
all'interno di un contesto editoriale di intimidazione nei confronti
del movimento. Poi cosa e' accaduto?

Semplice: il social forum europeo ha avuto un successo senza
precedenti. La partecipazione "certificata" ai seminari (60.000
persone), la convergenza di lavoratori e noglobal, la dimensione
enorme della manifestazione antiguerra che ha obbligato tutti i
giornali del mondo, a parte quelli di Berlusconi, a parlarne, e il
totale autocontrollo che ha dimostrato un movimento che impara
alla svelta come parare le mosse dell'avversario, hanno segnato
un successo inaspettato a tutti, compresi gli organizzatori. I
promotori della campagna demonizzante, cosi', hanno
semplicemente dovuto fare un passo indietro e cambiare tattica.
La parola d'ordine e' diventata: dialogo. Dialogo con questi
"ragazzi" (la virata verso il paternalismo e' un po' fuori luogo in un
movimento abbastanza variegato anche stotto il profilo
generazionale), molto ingenui, parecchio velleitari, un po' scemi.
Sul Corriere della Sera del 12 novembre ("La necessita' di un
dialogo") Angelo Panebianco, uno dei piu' isterici editorialisti
antinoglobal, afferma: "Dialogare con la parte piu' ragionevole
dei new global e' una necessita' della politica (anche perche'
alcuni temi, come l'ecologia e la poverta', sono di evidente
attualita') ma solo a patto che non si finga di ignorarne
l'orientamento anticapitalistico. Il compito della politica, e del
mondo degli adulti, non e' quello di lisciare il pelo al gatto. Il
compito della politica e' di sviluppare un'azione di guida, di
indirizzo, e cioe' di leadership. L'azione di leadership, quando e'
davvero tale, e' anche sempre pedagogica." Il dietrofront ha
aspetti grotteschi. Sempre il Corriere della Sera all'indomani
dell'indiscutibile successo della manifestazione del 9 mandava
in prima pagina Paolo Franchi che definiva la manifestazione
"un'occasione di crescita della nostra democrazia". E se la
prende senza fare il nome con la Fallaci, che occupa
continuamente coi suoi deliri la prima pagina del Corriere: "a
dispetto di tanti profeti di sciagure che hanno vaticinato scempi e
devastazioni, versando non acqua, ma benzina sul fuoco".

Ma ormai i carabinieri e il prode Fiordalisi avevano preso una
spinta che non potevano certo bloccare. Il loro attacco era frutto
del clima precedente il successo di Firenze, il clima di
criminalizzazione del movimento. Come uno che ha preso una
rincorsa troppo lunga e non riesce a fermarsi, anche se vede
aprirsi di fronte a se' un crepaccio. Gli apparati dello stato
godono di una certa autonomia, la classe dominante, la destra,
il governo, non costituiscono un blocco omogeno: non esiste
una stanza segreta dove queste forze "concertano" una strategia
e le mosse di un disegno complessivo. Lo "stato" e i "poteri forti"
che ne sono espressione, non sono piu' omogenei di noi, noi
sinistra, noi movimento. Inoltre, contrariamente a noi, vi e' tra
loro un numero percentualmente superiore di imbecilli.
Naturalmente anche un imbecille puo' fare molto male, e anzi
puo' farne ancora piu' di altri perche' non calcola bene l'energia
sufficiente a battere un avversario. Lo stato, la destra, la
confindustria, non sono in grado di ordire complotti complessivi.
Piuttosto vi sono apparati e gruppi di pressione che si muovono
con una certa autonomia e che "sentita l'aria che tira" agiscono,
e se hanno successo vanno avanti, altrimenti vengono mollati.
L'azione carabinieri/Fiordalisi si sta rivelando un boomerang per
chi l'ha ordito, e sta a dimostrarlo la ritirata della destra politica.
L'azione giunge "fuori tempo", dopo il successo di Firenze, un
successo che ha cambiato i rapporti di forza. E' arrivata quando,
a seguito di questo successo, altri pezzi del potere avevano
deciso di cambiare tattica, abbandonando per il momento quella
dello scontro frontale. La destra politica e' stata a guardare per
una giornata (perche' se ci fossero stati incidenti di piazza
avrebbe ancora potuto sostenere l'iniziativa cosentina), poi, la
dimensione, la prontezza, la lucidita' e l'unita' della risposta
hanno consigliato il passo indietro, e Fiordalisi e' stato mollato.

Il clima di condanna generale dell'iniziativa cosentina non deve
pero' trarre in inganno. La mobilitazione per imporre la
liberazione immediata dei compagni deve essere costante, forte
e determinata, e chiamare anche i settori che ultimamente si
sono uniti al movimento (in primis la CGIL e il correntone DS) a
far seguire alle parole di solidarieta' (da salutare molto
positivamente) fatti e azioni incisive e continuative nel tempo.

E attenzione anche ad un altro fattore. Vista la mal parata, la
destra cerca per lo meno di portare a casa il risultato di una
condanna "generale" dell'azione della magistratura e
guadagnare cosi' qualche punticino nella sua battaglia per
normalizzare completamente la corporazione a vantaggio di
potenti e faccendieri. Il 18 novembre Ernesto Galli della Loggia,
anche lui acerrimo antinoglobal, scrive sul Corriere ("Al limite
dell'arbitrio") un editoriale dove fa propria la ricostruzione di
D'Avanzo, ma (attenzione!), non se la prende affatto coi
carabinieri, non se la prende nemmeno con Fiordalisi (che
probabilmente e' un suo fedele lettore), ma… con tutta la
magistratura: "Quanto appena illustrato dimostra gia' almeno un
fatto: e cioe' l' ampiezza indiscriminata, e si direbbe
incontrollabile, che in Italia ha l'azione della magistratura
inquirente […] I mandati di cattura di Cosenza esprimono
semplicemente il disagio profondo che scaturisce […] dalla
macchina giudiziaria italiana che chiede di venire riformata
urgentemente."  La condanna di Andreotti e' stata poi la ciliegina
su questa nuova impostazione tattica. La destra chiama ad un
accordo con l'opposizione per "riformare" la magistratura. E
Fassino, naturalmente, subito accorre. Noi pero' dobbiamo
essere chiari: siamo assolutamente favorevoli che i padroni del
sistema vadano in galera, ma ne devono uscire, invece, le
vittime.

FIORDALISI

Concludiamo questo pezzo citando Fiordalisi. La sua ordinanza
e' una schifezza ridicola, ma e' per lo meno utile a comprendere
quel che pensano del movimento coloro che ci spiano, che ci
governano, che ci opprimono. In fondo, e' abbastanza
confortante:

"Hanno turbato l'esercizio delle funzioni attribuite dalla legge ai
governi, hanno condizionato la scelta dei luoghi e delle modalita'
di svolgimento dei futuri vertici, hanno prodotto la perdita di
serenita' degli organismi governativi, hanno interferito sull'attivita'
del governo per ridimensionare la politica estera e minarne la
credibilita'…"

Che dire? Continuiamo cosi'.