----- Original Message ----- From: "alfredo fiume" alffium@tin.it To: bsf@gelma.net Sent: Tuesday, November 27, 2001 12:30 AM Subject: dove sta andando il BSF?
Cari amici, me ne sono andato dalla plenaria poco dopo le 23, un po' perchè ero stanco, un po' perchè ero demoralizzato o preoccupato o spaventato o tutto questo insieme, dalla piega che stava prendendo l'assemblea. Certo, andarsene non era la reazione migliore, però ero tutt'altro che l'unico e forse era il segno di qualcosa che, se non si sta attenti, può fuggire di mano. Parto dal presupposto che tutti i partecipanti al BSF lo facciano con buone intenzioni e con generosità e disinteresse. Che cosa allora non funziona? Il mio parere è che sia una questione di tempi: non si possono più sostenere gli attuali ritmi, anzi, direi che non si DEVONO più sostenere: se i mezzi hanno a che fare con i fini, non è possibile che la lotta per un mondo diverso, dove ci sia anche meno ansia e meno fretta, comporti l'ansia e la fretta. Però ci sono le emergenze: la guerra, la finanziaria, la legge Bossi-Fini, ecc.: certo, ma se corriamo continuamente dietro a questo, non ne verremo mai a capo. L'impegno per le emergenze, le associazioni e gruppi che si danno da fare sull'uno o l'altro fronte c'erano anceh prima dei "forum": se questi vogliono essere qualcosa di diverso, devno, secondo me, rinunciare alla fretta. Altrimenti ci sarà sempre meno gente e non si avvicinerà nessuno di nuovo. Pensiamoci
Alfredo Fiume
Sono le 7.25 dopo un'ora di lavoro scarico la posta, e trovo le stesse perplessità che nel il mio gruppo tematico (democrazia ,diritti...) continuamente sono poste. Vorrei far osservare, di nuovo, che in un movimento vivace, giovane, partecipato, con compiti attribuitigli dalla forza delle cose, non sempre è possibile partecipare a tutto. Fortunatamente siamo in una situazione in cui tante iniziative vengono fatte, non bisogna farsi prendere dall'ansia del parteciparle tutte. Moltissimi partecipano ad una plenaria sì ed una no, ad alcune iniziative e ad altre no perchè scandalizzarci. La nostra forza è la molteplicità Finchè riusciremo a restare nell'immaginario collettivo come coloro che si oppongono alle ingiustizie dei potenti della globalizzazione, saremo in "alta marea", ma per continuare dobbiamo appunto continuare. L'urgenza è nelle cose, non è detto che tutti debbano tirare sempre, mi sembra che già ci sia un lavoro di staffetta proficuo, magariva organizzato meglio e reso più cosciente. Non vorrei che l'ansia di partecipare a tutto sia ansia di controllo.
Un abbraccio Sauro.