La riunione del Comitato Fermiamo la guerra è stata fatta nel pomeriggio del 14 aprile. Quindi dopo la discussione a Brescia. In quella riunione per motivi che mi sfuggono - si fa per dire - alcune "grandi organizzazioni" hanno insistito per far inserire nel comunicato il passaggio sulle "iniziative locali" a Brescia. Il comunicato del Comitato Fermiamo la Guerra è stato messo sull'indirizzario interno alle ore 15.45 del 15 aprile dicendo che c'era tempo fino alle 16.30 ( cioè 45 minuti) per verificare il consenso e/o proporre modifiche. Non male come "metodo" ! Anche qui si fa per dire. Comunque vedo che c'è in giro ancora molta voglia di polemica. buana notte Felice
----- Original Message ----- From: "Mimmo Cortese" domecort@tin.it To: bsf@bresciasocialforum.org; albepelucchi@libero.it; srs@fullnet.it; nicoletta81@libero.it; marioegle@davide.it; pace@bresciasocialforum.org; luisa.prati@cgil.brescia.it; mario@cmdbrescia.it; manliovicini@hotmail.com; marcellosx@tin.it; mir.brescia@libero.it; fmar@tele2.it; mirko.lombardi@consiglio.regione.lombardia.it; nodo-bs@liste.retelilliput.org; urtobs@ecn.org; iliana_prc@libero.it; matteo.belloni@dsbrescia.it; agostino.zanotti@lda-zavidovici.it; carebevc@virgilio.it; retedieducazionepace@tiscali.it; missioneoggi@saveriani.bs.it; kucin.raffy@tin.it; coop.solidarieta@tin.it; disarmolombardia@domeus.it; abarcella@hotmail.com; francobarin@libero.it; apascibs@tin.it; mo.marchini@libero.it; tiv@libero.it; brescia@uisp.it; jhonclark@libero.it; info@emergencybs.it; arciragazzi@libero.it; alqantara@tin.it; franonga@libero.it; info@lacbrescia.org Sent: Monday, April 19, 2004 11:00 PM Subject: [Bsf] Comunicato Nazionale di "FERMIAMO LA GUERRA"
Il comunicato è del 15 aprile. Sarebbe stato interessante averlo in
tempo reale.
Poichè riguarda anche Brescia e le "discussioni" avvenute nella notte
tra il 13 e il 14 aprile a proposito della
"prevista manifestazione" a Brescia del comunicato emesso dallo stesso
comitato nella giornata del 9 aprile.
Meglio tardi che mai. ciao Mimmo
Ufficio Stampa: ufficiostampa@fermiamolaguerra.it
Andreina Albano 348.3419402; Anna Pizzo 333.3341122;
Lello Rienzi 338.9110373; Alessandra Tarquini 347.9117177
APPELLO DEL COMITATO FERMIAMO LA GUERRA
L'uccisione la notte scorsa di Fabrizio Quattrocchi, "operatore
privato di sicurezza" catturato con altri tre colleghi
presso Falluja, mostra tutto l'orrore delle conseguenze di uno stato
di guerra e di occupazione che ci
coinvolge direttamente. Le dichiarazioni dei suoi familiari, come di
quelli di altri due tra i prigionieri,
richiamano le ragioni del dialogo e della pace e chiedono che tutti,
ma proprio tutti, tornino alle loro case: noi
ci stringiamo nella solidarietà ai familiari e ne condividiamo
l'appello, che stride drammaticamente con l'irresponsabile
gestione mostrata dalle autorità di governo italiane.
E' giudizio unanime del Comitato Fermiamo la guerra che la rivolta
generalizzata contro le forze di occupazione
da parte di componenti politiche e religiose e di popolazioni
dell'Iraq, quale quella osservata in questi giorni,
confermi più che mai le ragioni del movimento contro la guerra.
Lo stato di guerra, fuori da ogni regola dell'ordinamento e del
diritto internazionale, è divenuto una realtà innegabile.
L'occupazione ha comportato per la popolazione irachena un drammatico
peggioramento delle condizioni di vita e
si è rivelata una rapina delle loro risorse.
Di fronte alle sollevazioni, l'occupazione stessa è andata
imbarbarendosi ancor più, annullando ogni garanzia e
rispetto dei diritti degli occupati.
Le truppe italiane sono state coinvolte in atti di repressione diretta
contro i civili, a Nassirya, aggravando la responsabilità
che il governo italiano si è assunto coinvolgendo il nostro Paese in
questa guerra, in aperta violazione dell'articolo 11 della
Costituzione e determinando una situazione istituzionale senza
precedenti nella storia della Repubblica.
L'occupazione è condotta non solo con l'utilizzo delle truppe regolari
dei Paesi occupanti, ma anche con un vero e
proprio esercito - la seconda forza occupante - formato dalle
compagnie di sicurezza private direttamente arruolate
dalle imprese multinazionali coinvolte nella rapina del paese.
I costi della situazione attuale sono insostenibili: essi sono
costituiti anzitutto dalle vite di civili spezzate in questi giorni,
migliaia tra le donne, gli uomini e i bambini dell'Iraq, ma troppe
anche tra gli stranieri cittadini dei Paesi occupanti.
Il Comitato Fermiamo la Guerra chiama i popoli della pace e i
movimenti tutti che si battono perché cessi il massacro
a intensificare la mobilitazione per il ritiro delle truppe di
occupazione dall'Iraq, l'autodeterminazione del suo popolo,
una giusta pace in Medio Oriente.
Questi obiettivi - che costituivano la base della piattaforma della
grande manifestazione dello scorso 20 marzo -
non sono condizionabili in alcun modo. Anzi, sono le sole condizioni
per perseguire la pace e interrompere
la dinamica della guerra e del terrore.
Il Comitato fermiamo la guerra sollecita le cittadine e i cittadini
italiani a prendere la parola per denunciare gli interessi
politici ed economici che stanno dietro le scelte di guerra e
sensibilizzare l'opinione pubblica anche attraverso un'opera
di controinformazione.
Il Comitato Fermiamo la Guerra fa sua l'iniziativa degli Ostinati per
la Pace, che da giorni presidiano il Parlamento
e fa appello a tutte e tutti i pacifisti affinché partecipino a
questa presenza di pace permanente nei prossimi giorni.
Il Comitato Fermiamo la Guerra invita a partecipare alle iniziative
locali contro la guerra organizzate a Brescia
in occasione della fiera delle armi Exa (16-18aprile) e a quelle
previste all'interno della manifestazione
per l'Africa che si terrà a Roma dal 15 al 17 aprile.
Il Comitato Fermiamo la Guerra sarà presente con le bandiere della
pace davanti al Quirinale,
sede del massimo garante della Costituzione italiana, il 24 aprile,
vigilia dell'anniversario della
Liberazione d'Italia dal nazifascismo e dalla guerra.
Il Comitato Fermiamo la Guerra fa appello a tutte le donne e a tutti
gli uomini, alle forze civili,
sociali e politiche che hanno manifestato il 20 marzo scorso per il
ritiro immediato delle truppe,
affinché partecipino a tutte le manifestazioni del 25 aprile nella
ricorrenza della Liberazione,
colorandole con le bandiere arcobaleno, per difendere i valori della
Resistenza e la Costituzione che da essa è nata.
E per ribadirne con forza il suo articolo 11: l'Italia ripudia la
guerra.
Roma, 15 aprile 2004
Bsf mailing list