Del mondo kurdo n.
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I
kurdi da ogni parte del mondo dicono: “DATECI INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEL
NOSTRO PRESIDENTE, non sappiamo che cosa gli è successo!
Sono ormai otto settimane che non lo si incontra, la situazione si fa
pericolosa”.
– UIKI,
22/01/03
La
tensione è sempre più alta, i kurdi e le kurde scendono in piazza in ogni parte
del mondo, la situazione si fa pericolosa, non ci sono notizie sulla vita del
Presidente Ocalan. Non si tratta più soltanto di isolamento, da otto settimane
ormai non si hanno più contatti con il presidente Ocalan, neanche oggi avvocati
e famigliari hanno potuto incontrarlo. “Non sappiamo come il presidente
Ocalan sta, in che condizioni di salute si trova, chiediamo che il silenzio che
ne avvolge le sorti sia finalmente rotto. Vogliamo sapere in che condizioni si
trova!”, gridano i kurdi. Da otto settimane per ragioni pretestuose (cattive
condizioni meteorologiche) nessuno può arrivare all’isola carcere in cui il
presidente Ocalan è detenuto, non c’è la volontà di trovare una soluzione a
questa inaccettabile situazione.
Non è stato possibile modificare il giorno delle visite, non è stato
possibile ottenere una revisione del mezzo di trasporto, non c’è la volontà di
rendere possibile l’incontro fra Ocalan e il mondo esterno. Chiediamo
accoratamente all’opinione pubblica italiana, alle associazioni italiane, alle
istituzione e al governo italiano di fare qualcosa per garantire al popolo
kurdo che il presidente Ocalan si trova in buone condizioni di salute e che
finalmente gli avvocati e i famigliari possano
incontrarlo.
“Non
vogliamo tensioni e conflitti” - KurdishObserver, 20 gennaio
2003
L’isolamento
del Presidente del KADEK, Abdullah Ocalan, sta provocando una serie di reazioni
sia nel mondo politico e civile kurdo che in quello turco. Un’ansia aggravata
dal recente scontro a fuoco avvenuto nei pressi di Lice tra le Forze di Difesa
Popolare e l’esercito turco, nell’ambito di una più ampia operazione militare di
pulizia dell’area in vista della guerra. Preoccupazione è stata espressa anche
dal Presidente del DEHAP Mehmet Abbasoglu che ha sottolineato come la tensione
tra la popolazione stia sfociando in una serie di manifestazioni, come quelle
recenti di Diyarbakir, e che si fanno sempre più decise e insistenti. Il vice
Presidente dell’HADEP, Ahmet Turan Demir ha rilevato i collegamenti tra un
possibile attacco all’Iraq e l’esplodere della tensione sociale in Turchia: “La
gente si aspetta democrazia. Il governo dovrebbe dare seguito alle sue promesse,
abolire l’isolamento e i trattamenti degradanti nelle prigioni turche”. Il
Presidente provinciale dell’EMEP, Gani Alkan, ha detto che la Turchia deve
assolutamente evitare di ripiombare nel conflitto armato, situazione nella quale
si è trovata per oltre 15 anni. Il vice Presidente provinciale dell’AKP di
Diyarbakir, Ihsan Arslan ha dato, invece, forza all’ipotesi di provocatori e
cospiratori che stanno agendo nell’ombra, invitando le parti a non cedere alle
provocazioni e dare al governo una
chance di risolvere i problemi. Infine, il Presidente dello IHD della Provincia
di Diyarbakir, Selahattin Demirtas, ha detto che nel paese non ci sono stati
problemi per un lungo periodo e che, per mantenere la pace non ci dovrà essere
nessun conflitto.
Con
500 avvocati a Strasburgo per difendere Ocalan
Kurdish
Observer, 20 gennaio 2003
Intervenendo
alla tavola rotonda “Isolamento e metodi antidemocratici” organizzata dal Dehap
della Provincia di Adana, Mahmut Sakar, uno degli avvocati facenti parte del
collegio difensivo del Presidente del KADEK, Abdullah Ocalan, ha affermato che
l’isolamento è una pratica illegale che ha lo scopo, politico, di controllare
sia la mente che il corpo degli oppositori. Sakar ha ricordato che la Prigione
di Imrali, concepito come carcere per l’isolamento, è stata riaperta
appositamente per accogliere Ocalan e che la sua condizione di detenzione è lo
specchio di un paese che affronta delle difficoltà allo sviluppo di una
democrazia interna rigettando le proposte di Ocalan che, invece, puntando sullo
sviluppo di una Repubblica democratica, rappresenterebbero la vera soluzione.
Nel corso della tavola rotonda altri due avvocati del Presidente del KADEK,
Firat Aydinkaya e Mehmet Ayata, hanno affermato che, qualora nel corso della
corrente settimana, non sia consentita la prevista visita settimanale al loro
assistito, essi saranno pronti a consegnare alla Corte Europea per i Diritti
Umani una petizione sottoscritta da 500 avvocati.
Anche il "Blocco per la pace, la democrazia e il lavoro" si fa sentire Kurdish Observer, 11/01/03
I
leader dei partiti costituenti il Blocco delle sinistre che si è presentato alle
ultime elezioni in Turchia ha tenuto una conferenza stampa per denunciare le
condizioni carcerarie del Presidente del KADEK, Abdullah Ocalan. Alla Conferenza
stampa hanno preso parte i leaders del DEHAP, Mehmet Abbasoglu, dell’EMEP Levent
Tuzel, il vice Presidente dell’HADEP Ahmet Turam Demir e il Presidente dello SDP
Akin Birdal. I portavoce dei
partiti hanno espresso il pensiero comune che l’accanimento dello Stato verso
Ocalan rappresenta una grave minaccia alla pace e un ostacolo alla
democratizzazione del paese. Birdal, parlando a nome di tutto il Blocco, ha
detto che è intenzione di tutte le componenti della coalizione di aumentare
l’unità interna e di opporsi, con decisione alla guerra, alla quale la Turchia
sembra pronta a collaborare. Birdal ha detto che il Blocco è pronto ad
incontrare il governo per chiedergli di rivedere la sua politica di isolamento
nei confronti di Ocalan e di rivedere l’istituzione delle prigioni tipo F.
Continua la protesta nelle prigioni
tipo-F
TDN, 23 gennaio 2003
Mercoledì
scorso si sono svolte delle proteste dinnanzi al carcere di massima sicurezza
tipo-F di Ankara. Le
proteste sono state organizzate dalla TUHAD (Associazione di solidarietà con i
prigionieri e le loro famiglie) che ha denunciato il fatto che i programmi di
riforma democratica promossi dal nuovo governo dello AKP non riguardano la
riforma delle carceri. Sempre secondo la TUHAD le celle singole tipo-F
consentono un maggiore controllo sul detenuto aumentando la repressione. Alla
manifestazione della TUHAD ha fatto seguito una conferenza stampa promossa dalle
donne del DEHAP che ha chiesto al governo di abbandonare la guerra, la violenza
politica e la repressione nelle carceri. Sino ad ora (dati della TUHAD) sono
morti nelle celle, a causa dello sciopero della fame 104 persone mentre oltre
500 sono rimaste gravemente invalide.
Il Ministro della giustizia: non ci sono ostacoli
per la candidatura di Erdogan.
AFP,
26/01/03
Il
capo del partito al governo in Turchia, Recep Tayyp Erdogan, non incontrerà
ostacoli a presentarsi alla tornata elettorale del 9 marzo, dove in una piccola
provincia del sud-est, Siirt, si procederà a nuove elezioni, ha detto Cemil
Cicek, il Ministro della Giustizia. Erdogan che ostacolato nel prendere parte
alla tornata elettorale del 3 novembre scorso, a causa di impedimenti legali,
aspira oggi ad aggiudicarsi un seggio in Parlamento e quindi a diventare
premier. “Sarà chiaro nei prossimi giorni se potrà o meno candidarsi, ma
non ci sono ostacoli
costituzionali, né d’altro genere” ha detto Cicek in un’intervista su CNN-Turk.
L’AKP, che controlla i due terzi del Parlamento ha già gettato le basi
attraverso alcuni emendamenti legislativi affinché il leader possa concorrere
alle prossime elezioni. Le affermazioni di Cicek contraddicono però le recenti
affermazioni del procuratore capo, che ha detto che Erdogan non potrà
presentarsi alle elezioni di Siirt perché anche se saranno nuove elezioni, i
partiti non potranno presentarsi con altri candidati rispetto alla volta scorsa.
Nonostante i dubbi sul suo futuro politico, Erdogan si è comportato come fosse
un primo Ministro in attesa, ha infatti visitato l’Europa, gli Stati Uniti e la
Cina dove è stato trattato con i guanti.
Il KADEK: le
notizie che circolano sono provocazioni. Kurdish Observer, 26 gennaio
2003
Il
KADEK ha dichiarato attraverso l’agenzia stampa MHA (Mezopotamia Haber
Ajansi) che mentre gli Stati Uniti si preparano ad attaccare l’Iraq, lo
stato turco e i media stanno intensificando i loro tentativi di provocazione per
mezzo di notizie speculative che circolano proprio sui media nazionali. Il
Consiglio di Presidenza del KADEK ha sottolineato che le forze della regione
stanno cercando di delineare nell’immaginario collettivo un clima anti-kurdo
paventando l’ipotesi di
“un’alleanza fra gli Stati Uniti e il KADEK”. Il Consiglio di Presidenza
dichiara che quanto riferito non ha ragione d’essere. Quello che per i turchi
più conta è che tutti siano determinati a non creare alcuna realtà kurda in
Medioriente dopo il conflitto. E, mentre cercano di fare l’impossibile con Iran,
Siria, Egitto, Arabia Saudita e Giordania per evitare il conflitto, lavorano a
neutralizzare i kurdi. Gli USA, il PDK e il PUK stanno usando un’immaginaria
alleanza tra KADEK e USA per fare pressioni sulla Turchia affinché venga
concesso l’uso del territorio turco per la guerra. In tempi in cui il Presidente
Ocalan sta vivendo gravi condizioni di isolamento e si teme per la sua
incolumità, ci sono attacchi contro le forze del KADEK, tenendo ben presente che
provocazioni del genere aumenteranno, il KADEK si adopererà ad essere sempre più
prudente. Il KADEK farà ogni sforzo per la pace, affinché provocazioni del
genere siano inefficaci”.
L’ambasciata
USA di Ankara nega collegamenti col PKK/KADEK TDN,
23 gennaio 2003
Per
il secondo giorno consecutivo l’Ambasciata degli USA in Turchia ha negato
qualsiasi contatto col PKK/KADEK. La smentita statunitense, diffusa tramite
comunicato, ha fatto seguito all’accusa rivolta dallo Stato Maggiore Turco (in
particolare dal Generale Hilmi Ozkoz)
su contati che sarebbero intercorsi tra dei rappresentanti del KADEK e il
Generale Myers nel corso della sua recente visita ad Ankara. L’accusa è stata
anche riportata dal quotidiano Milliyet.
La
Turchia adotta nuove riforme orientate all’Unione Europea AFP,
23 gennaio 2002
Il
Parlamento turco ha adottato una serie di riforme intese all’adeguamento dei
criteri d’entrata all’UE, con l’intento di gettare le fondamenta per il
possibile nuovo processo ai parlamentari imprigionati per separatismo. Le
riforme sono intese a permettere un giudizio d’appello, così da portare il paese
in linea con le norme europee, ha detto al Parlamento il Ministro della
Giustizia Cemil Cicek. Già la Corte europea per i diritti umani aveva giudicato
ingiusto il processo svoltosi in Turchia e aveva ripetutamente chiesto il loro
rilascio. Il Commissario dell’UE per l’allargamento, Guenter Verheugen ha detto
che la Turchia “ancora ha molto lavoro da fare per assicurare la protezione dei
diritti umani fondamentali”.
La
Turchia promette la fine delle violazioni dei diritti umani
KurdishObserver,
21 gennaio 2003
Il
vice Presidente e fondatore dello AKP Murat Mercan ha affermato che quest’anno
in Turchia non ci saranno casi di torture, comportamenti scorretti della polizia
e violazione dei diritti umani. Mercan ha detto che lo AKP è andato al governo
promettendo il rispetto dei Criteri per l’adesione alla Unione Europea e che il
suo partito muoverà la Turchia verso maggiore democrazia, libertà e stabilità.
Mercan non ha mancato di rilevare le difficoltà presenti nel riuscire a
controllare efficacemente il comportamento della polizia promettendo comunque
che in caso di accertamento di violazioni la giustizia si metterà in funzione
per reprimerli. La Commissione europea ha accertato ed evidenziato, lo scorso
anno, che in Turchia si sono realizzati “alcuni progressi” nel rispetto dei
diritti umani fondamentali. Al vertice di Copenaghen dello scorso dicembre, i
leader europei hanno deciso di fissare la data di adesione della Turchia nella
UE sulla base del rapporto della Commissione che sarà diffuso nel 2004, anche se
Mercan ha affermato la sua volontà di anticipare i tempi al 2003. La
Commissione, nonostante i comunque timidi apprezzamenti rivolti alla Turchia,
non ha mancato di rilevare la centralità di alcune questioni che ancora
rappresentano un blocco per lo sviluppo della democrazia: “i diritti linguistici
delle minoranze in Turchia, l’applicazione delle norme della Corte Europea di
Giustizia, la questione di Cipro, il ruolo dell’esercito nel Consiglio per la
Sicurezza Nazionale”.
Una
nuova organizzazione per le donne kurde del sud
Kurdish
Observer, 11 gennaio 2003
Le donne del Kurdistan meridionale hanno creato una nuova organizzazione nominata "Movimento delle donne del Kurdistan per la libertà". Il movimento, che ha come suo obiettivo principale la liberazione e l’emancipazione della donna, è stato fondato lo scorso dicembre quando si è tenuto il suo Congresso costitutivo. L’obiettivo ultimo del movimento è quello di distruggere il maschilismo e i retaggi religiosi ancora molto forti nel Kurdistan del sud e in Iraq.
Rinviato
il processo dei 13 che fecero entrare Ocalan in Grecia
AFP,
8 gennaio 2002
Mercoledì scorso una Corte giudiziaria di Atene ha rinviato il processo a carico di 13 greci e kurdi accusati di aver favorito l’ingresso illegale di Ocalan in territorio ellenico. Non è stata ancora decisa la data di apertura del processo che vede indagato anche Ocalan per immigrazione clandestina. Agli accusati, tra i quali spicca la figura dell’ex ammiraglio Antonis Naxakis è stata contestata l’accusa di aver tenuto una condotta in grado di mettere in pericolo le relazioni internazionali del paese.
Il
KADEK aspetta che il governo si muova per chiarire la condizione di
Ocalan MHA,
8/01/03
Mustafa Karayilan, del Consiglio di Presidenza del KADEK, ha chiesto alle organizzazioni internazionali di intervenire sull’isolamento del Presidente Ocalan. In una dichiarazione rilasciata alla stampa Karayilan ha affermato che l’arresto di Ocalan e la sua detenzione sono strumentalizzate dal governo turco ed utilizzate come moneta di scambio con gli Stati Uniti nella delicata situazione internazionale che si sta creando. Karayilan ha affermato di aspettarsi, da parte dello Stato turco, il rilascio di una dichiarazione che chiarisca le condizioni di Ocalan che, attualmente, sono al di sotto degli standard minimi di rispetto dei diritti umani. Karaylan ha affermato che se le cose non dovessero cambiare nell’arco di pochissimi giorni il popolo kurdo farà sentire la sua voce con forza sempre maggiore.
Dimostrazioni
a Taksim per Ocalan
Kurdish
Observer, 31 dicembre 2002
Centinaia
di persone dell’HADEP (Partito democratico del popolo) e dell’Associazione turca
per i diritti umani hanno organizzato una conferenza stampa, ad Istanbul, per
manifestare la loro protesta contro le condizioni carcerarie del Presidente del
KADEK Abdullah Ocalan. Alla conferenza stampa hanno preso parte il Presidente
dell’Hadep della Provincia di Istanbul, Dogan Erbas, la vice Presidente dell’IHD
Eren Keskin, la Presidentessa dell’IHD di Istanbul Aysel Tugluk ed altri
importanti esponenti delle due organizzazioni. Aysel Tugluk ha voluto
sottolineare, nel suo intervento, che Ocalan si trova in isolamento da oramai 4
anni, situazione aggravata dalla reclusione nell’Isola carcere di Imrali, che le
condizioni di Ocalan stanno peggiorando gradualmente e che, in pratica, gli
viene negato il diritto alla difesa essendogli impedita la comunicazione con i
suoi avvocati. Parallelamente alla
Conferenza stampa di Istanbul, un gruppo di giovani ha organizzato una
manifestazione ad Ankara per chiedere al Ministero della giustizia e alla
Commissione parlamentare per i diritti umani di abbandonare la politica
dell’isolamento decisa nei confronti di Ocalan e per protestare contro la sempre
più probabile guerra in Iraq.
Continua
l’afflusso di truppe turche nell’Iraq del nord
Arabic
News, 31 December 2002
Il
quotidiano turco Hurriyet ha reso noto ieri che la penetrazione militare turca
nel nord dell’Iraq prosegue, attraverso la zona di confine di Habour: 100
veicoli militari armati hanno attraversato il posto di frontiera sabato scorso,
in aggiunta ai vari tipi di unità militari armate, nel quadro dei preparativi
per un’operazione bellica contro l’Iraq. Il quotidiano precisa che le forze
armate turche hanno completato il ridispiegamento dei loro carri armati e che il
numero di aerei militarmente equipaggiati è cresciuto negli ultimi giorni,
specialmente nelle due basi aeree di Diyarbakir e Batman in aggiunta alle
esercitazioni che si stanno tenendo nella base aerea di
Incerlik.
La
lotta dei kurdi di Turchia per diffondere la loro voce
Kurdish
Observer, 26 dicembre 2002
Dopo
decenni di silenzio di Stato i kurdi hanno adesso la possibilità di diffondere
la loro lingua, la loro televisione e la loro radio in Turchia ma la lotta per
la libertà di espressione non è ancora vinta. Circa Quattro mesi fa la Turchia,
speranzosa di entrare in Europa, annunciò la sua decisione di garantire il
diritto ai kurdi di utilizzare la propria lingua nelle comunicazioni dopo che,
per anni, la diffusione di notizie ed informazioni in kurdo era stata
considerata come uno strumento politico teso a indebolire l’unità del paese. La
revisione legislativa è comunque apparsa sulle gazzette ufficiali del paese solo
la settimana scorsa e i programmi stessi da mandare in onda non sono stati
ancora preparati. Per Hasan Kaya, direttore dell’Istituto kurdo di Istanbul, è
chiaro che si tratta di una scelta dettata da condizioni esterne alla quale la
Turchia avrebbe volentieri rinunciato. La nuova normativa sulle comunicazioni è
regolata dall’Alto Comitato per la Radio e la Televisione (RTUK) e prevede il
diritto a 45 minuti giornaliere di trasmissione in lingua kurda per un massimo
di 4 ore per settimana mentre via radio l’autorizzazione permette la diffusione
di una programmazione giornaliera di 30 minuti per un massimo di 2 ore per
settimana. La programmazione radio dovrà essere seguita da una eguale
programmazione tradotta in turco mentre i programmi televisivi dovranno essere
sottotitolati in turco parola per parola. Le trasmissione televisive saranno
permesse solo sul canale pubblico TRT.
Kaya ha espresso dei dubbi sulle evidenti limitazioni che la legge pone
alla diffusione della comunicazione in kurdo, soprattutto sul divieto imposto
alle emittenti private di diffondere programmi in kurdo.