La mozione presentata dal gruppo della Margherita ed approvata dal
Consiglio
Comunale in data 15 marzo04 che impegna il Sindaco e la giunta ad
intervenire sui
rappresentanti
del Comune in seno al Consiglio di Amministrazione di
Immobiliare Fiera di Brescia s.p.a affinchè si chieda lo
sdoppiamento della
fiera di Exa
in due padiglioni, uno con sole armi da caccia e sportive
aperto al pubblico, e l'altro con sole
armi comuni da sparo "cosidette" non
militari
aperta ai soli
operatori, è per noi insoddisfacente ed insufficiente. Inoltre
la mozione, per il dispositivo contenuto,
non è immune
dal rischio che si trasformi
nella soluzione definitiva.
Nel contempo sottolineiamo e
rileviamo che per la prima
volta in 22 anni il Consiglio Comunale ha
discusso del
PROBLEMA di EXA. In ogni intervento dei
consiglieri, sia di maggioranza che di
opposizione,si è evidenziato che
non tutto ciò che viene esposto ad EXA è
conforme alla denominazione stessa della
fiera armiera, e soprattutto che
le armi leggere sono un problema etico,
culturale e politico. Si evidenzia
da ciò, che a queste questioni la
città deve fare fronte e trovare
soluzioni adeguate e corrispondenti alle
istanze di una rilevante parte
della società civile bresciana che
pone in forma critica ed interlocutoria,
sia la questione della pace e del disarmo
sia la questione occupazionale
che ne deriva.
Allo stesso tempo ringraziamo e
sottolineiamo l'impegno politico e civico
dei 5 Consiglieri comunali che hanno
proposto la mozione originaria ed
apprezziamo che altri tre consiglieri si
siano aggiunti nel votarla.
Assumendo un atteggiamento costruttivo,
che dava una prospettiva politica e
pratica alla richiesta di trasformare da
subito Exa in una mostra di armi
sportive e dell'outdoor. In sintonia con l’appello che abbiamo
promosso
per la modifica del Regolamento di
Exa
In
virtù di tutto ciò, crediamo che il nostro impegno sia quello
di
insistere affinchè sia
le istituzioni pubbliche e l'intera società
civile bresciana continuino a discutere e
trovare
soluzioni idonee per
risolvere questa grande “contraddizione” presente sul
territorio bresciano. Brescia e la sua
provincia non si possono dichiarare
territori di pace fino a quando si esporranno e produrranno armi
leggere
considerate dall'ONU
" armi di distruzione di massa", questo è il nostro
pensiero e questa è la nostra
proposta: che l'orgoglio della nostra città e della nostra provincia sia
legatoad una produzione di " strumenti di pace" e non di "
attrezzature progettate per ferire ed eccidere"!
Il
tavolo per la modifica del regolamento di exa...seguno
firme