tutte le nostre @mail sono spedite a indirizzi pubblici e chi ce ne ha fatto richiesta, chi non le volesse più ricevere deve solo rispedire indietro questo messaggio con l'indicazione NO nell'oggetto


APPELLO:

A tutte le strutture di compagni

e a tutte le organizzazioni di lavoratori

 

CONTRO L' ENNESIMA PROVOCAZIONE DI POLIZIA


NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI IMMIGRATI


RISPONDIAMO PARTECIPANDO COMPATTI


ALLA MANIFESTAZIONE DEL 18 OTTOBRE A ROMA.


 

Con perfetto tempismo - non appena l'attività del "Comitato Immigrati in Italia" per la preparazione della manifestazione del 18 si è fatta più intensa - è arrivata, puntuale, la provocazione da parte dello Stato.

 

La mattina del 18 settembre le forze di polizia - agli ordini dei giudici Ionta e Amelio - hanno fatto irruzione nella sede romana dell'organizzazione "Dhuumcatu", con l'assurdo pretesto di un'indagine per terrorismo, sequestrando tutto il materiale dell'associazione - compresi gli incartamenti relativi all'assistenza legale e amministrativa di svariati immigrati - e sfasciando la sede. Nel contempo sono state perquisite diverse abitazioni private di lavoratori asiatici, quasi tutti iscritti al Ddhuumcatu.

 

Dhuumcatu da più di 10 anni organizza e rappresenta trasversalmente - con oltre 6.000 iscritti - gli immigrati in Italia di Bangladesh, India e Pakistan, ed è una delle colonne portanti del Comitato Immigrati in Italia, una delle poche strutture autoorganizzate di immigrati, sin dall'inizio in prima fila nella battaglia contro la legge Turco-Napolitano prima e la Bossi-Fini poi, con il dichiarato e strategico obiettivo di arrivare alla riunificazione delle loro lotte con quelle dei proletari italiani, che sono due aspetti inscindibili di una unica realtà.

 

         E' chiaro che sia l'accusa strumentale, sia l'azione squadristica delle forze di Polizia che ne è seguita, rientrano nell'ambito  della più generale campagna di denigrazione, intimidazione e repressione  degli immigrati, al fine di reprimerne le capacità di lotta e di organizzazione, e di impedire, sul nascere, la saldatura delle loro lotte con quelle dei lavoratori italiani. Si tratta dell'altra faccia di quella stessa azione repressiva dello Stato - strumento generale di difesa degli interessi della borghesia - che colpisce - e non da ieri - anche le lotte dei proletari italiani.

 

         Da tutto ciò risulta evidente che è necessario rispondere a questo notevole "tempismo" degli apparati repressivi dello Stato,  con un tempismo altrettanto degno di nota.

 

         Di fronte a Magistratura e Polizia che tentano di colpire - attraverso il Dhuumcatu - il Comitato Immigrati In Italia proprio nel momento in cui esso chiama lavoratori italiani e immigrati alla mobilitazione, possiamo e dobbiamo rispondere in un modo solo:

 

PARTECIPANDO IN MASSA E COMPATTI ALLA MANIFESTAZIONE CONVOCATA DAL COMITATO IMMIGRATI PER IL 18 OTTOBRE A ROMA.

 

         Vogliono dividere il proletariato mantenendo separate le lotte dei lavoratori italiani e immigrati, degli occupati e disoccupati, degli"stabili" e dei precari, dei giovani e dei pensionati: perché questo è l'unico modo che hanno per controllarle e batterle tutte. Dimostriamo coi fatti, a partire dal 18 ottobre, che come proletari - NON CI FAREMO DIVIDERE.

 

         Per questo facciamo appello a tutte le strutture di compagni, a tutte le organizzazioni di lavoratori, in primo luogo i sindacati di base, e a tutte le RSU ed i singoli delegati RSU, affinché si prenda "la palla al balzo" e si dia - di fronte a questo tentativo di divisione - l'unica risposta politica degna di questo nome.

 

CONTRO OGNI DIVISIONE DELLE LOTTE DEI LAVORATORI IMMIGRATI E DEI LAVORATORI ITALIANI: SOLO UNITI SI VINCE!

 

GIU' LE MANI DALL' AFHGANISTAN E DALL'IRAQ! FUORI GLI ESERCITI INVASORI

DI USA ED UNIONE EUROPEA!

 



G.C.R. - Gruppo Comunista Rivoluzionario "il  lavoratore  comunista"

 

e-mail:lav_com@tin.it  CASELLA POSTALE 13003 - 20141 MILANO (Ufficio postale Milano Ticinese)

 

per contattare il Comitato Immigrati In Italia:

via Nino Bixio 12 - 00185 - ROMA - 06/ 44 70 38 27 - fax 06/ 97 84 00 49

 

************************************

UNITAMENTE AL NS COMUNICATO VI TRASMETTIAMO:

 

1.     COMUNICATO DHUUMCATU

2.     ARTICOLO da Il Manifesto del 20 settembre 2003

3.     ARTICOLO da Liberazione del 19 settembre 2003

 

 

********************

COMUNICATO STAMPA.

 

Grave intimidazione  contro l'associazione Dhuumcatu

 

Vi informiamo che la mattina del 18 Settembre 2003 alle ore 6,45 Carabinieri e Guardia di Finanza sono entrati nei locali dell'associazione Dhuumcatu ed hanno dato corso ad una pesante perquisizione durata fino alle 11,00 circa.

 

La perquisizione è stata fatta con il pretesto di un'indagine per "terrorismo" contro il responsabile dell'associazione Bachcu. Contemporaneamente, con un pretesto simile, altre diverse abitazioni private di lavoratori asiatici sono state perquisite: tutti questi lavoratori sono iscritti al Dhuumcatu. 

 

Duarante la perquisizione è stata requisita tutta la documentazione dell'associazione, sono stati asportati i dischi dei computer, i locali sono stati letteralmente messi a soqquadro. I materiali sequestrati riguardavano le domande di sanatoria e di permesso di soggiorno degli iscritti, varie vertenze di lavoro, incidenti stradali, denunce per risarcimenti danni e vari altri atti amministrativi (compresi atti di matrimonio di religione musulmana sul territorio italiano e atti di morte).

 

In sostanza l'intera documentazione relativa all'attività in favore dei lavoratori immigrati svolta in oltre 10 anni dall'associazione Dhuumcatu è stata posta sotto sequestro con grave danno di tanti lavoratori del Bangladesh, del Pakistan, dell'India e di altre nazionalità.

 

Un danno particolare ci è stato recato dal sequestro degli Hard-disk. Infatti con i nostri computer noi ogni giorno produciamo un giornale in lingua  bengalese, indiana e pakistana. Intorno alla produzione di questo giornale lavorano più di venti persone che vivono con il ricavato della sua vendita. 

 

Secondo nostro punto di vista queste perquisizioni non mirano ad attaccare solamente il responsabile del Dhuumcatu, ma puntano a terrorizzare tutti gli iscritti dell'associazione e gli altri lavoratori immigrati. Inoltre con queste azioni si vuole far credere ai lavoratori italiani che gli immigrati sono loro nemici. 

 

Hanno attaccato  Dhuumcatu perché vogliono attaccare la lotta e l'organizzazione di tutti i lavoratori immigrati e perché ci siamo sempre schierati a fianco della lotta e della resistenza dei popoli del Sud del mondo.

 

Dhuumcatu infatti è stato uno dei fondatori e partecipa al "Comitato Immigrati in Italia". In questi anni è stato sempre in prima fila nella lotta contro la legge 40 prima, contro la Bossi-Fini dopo, contro le guerre di rapina al Sud del mondo e a fianco dei lavoratori italiani nella difesa dell'Articolo 18.

 

Inoltre proprio in questi giorni Dhuumcatu, insieme ad altre associazioni di lavoratori immigrati ed italiani, stava preparando una manifestazione per il 18 Ottobre in difesa dei diritti degli immigrati e contro la Bossi-Fini. 

 

Oggi 19 Settembre alle ore 13,30 convochiamo una conferenza stampa presso i locali della nostra associazione (Via Nino Bixio 12) per denunciare l'accaduto e per farvi vedere come è stata ridotta la nostra sede. 

 

INVITIAMO TUTTI I GIORNALISTI A PRESENTARSI ALLA CONFERENZA STAMPA

 

 

Perquisizione? 

 

La mattina del 18 Settembre alle ore 6,45 Carabinieri e Guardia di finanza sono entrati a perquisire la sede del Dhuumcatu con la scusa di terrorismo internazionale.

 

Secondo il nostro punto di vista questo attacco non è contro Bachcu. Se volevano arrestare Bacuhu potevano farlo in qualsiasi momento perché Bacuhu è molto spesso presso la prefettura o la questura per vari interventi amministrativi.

 

Questo attacco è stato fatto per intimorire gli iscritti (oltre 6.000) dell'associazione e per intimorire anche tutti gli altri lavoratori immigrati.

 

Proprio per questo secondo noi è ancora più necessario unire tutti gli immigrati e continuare a lottare assieme per i nostri diritti e a fianco dei popoli del Sud del mondo.

 

Questi attacchi non ci fanno piegare la nostra testa e chiamiamo con ancora più forza tutti gli immigrati a preparare e partecipare in massa alla manifestazione di Roma del 18 Ottobre per conquistare:

 

-         il permesso di soggiorno per tutti

 

-         rinnovo immediato dei permessi

 

-         ricongiungimento familiare anche per i figli maggiorenni

 

-         autorizzazione di lavoro per i richiedenti asilo politico

 

-         archiviazione dei processi per i venditori ambulanti

 

 

-         contro le guerre al Sud del mondo e via i militari USA e europei dall'Iraq e dall'Afghanistan

 

-         per un salario in euro al passo col costo della vita

 

 

19 settembre 2003

Dhuumcatu

 

*********************

 

il manifesto - 20 Settembre 2003 - SOCIETÀ pagina 09

 

Noto attivista indagato per terrorismo

Si è sempre battuto per i diritti dei migranti. Secondo i magistrati è pericoloso

CI. GU. - A. MAN.

ROMA

 

L'accusa è di quelle pesanti - associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico - e stavolta nel mirino dei sostituti procuratori Franco Ionta e Erminio Amelio, del pool antiterrorismo romano, è persona molto nota a Roma e non solo. Bachu, al secolo Siddique Nure Alam, è un bangladesho che vive a Roma da 13 anni, la maggior parte di questi spesi a battersi per i diritti dei migranti. Presidente della comunità del Bangladesh, esponente del Comitato immigrati in Italia, e presidente dell'associazione Dhuumcatu, ha da anni un ruolo di primo piano nei movimenti antirazzisti, ma anche un ruolo riconosciuto dalle istituzioni. Proprio la sede dell'associazion Dhuumacatu è stata oggetto l'altro ieri di una perquisizione da parte del nucleo operativo dei carabinieri che hanno sequestrato materiale d'ogni genere e tre hard disk, trascinando in questura i quattro ragazzi presenti. Nelle mani dei carabinieri sono finiti numerosi volantini, ma soprattutto molte pratiche per i rinnovi dei permessi di soggiorno, domande di sanatoria, vertenze di lavoro e diversi altri atti, visto che Dhuumcatu è un'associazione che conta 8 mila iscritti.

 

Secondo il decreto di Ionta e Amelio la perquisizione si rendeva necessaria in quanto «vi è fondato motivo di ritenere» che vi fossero occultati armi e materiale esplodente, passaporti in originali e contraffatti, documenti attestanti pagamenti illeciti e operazioni di finanziamento ad associazioni sovversive. I carabinieri hanno anche perquisito otto abitazioni. Ai carabinieri è stato imposto il massimo riserbo, quasi che i magistrati abbiano capito di aver sbagliato indirizzo. Il fascicolo è stato aperto il 12 settembre 2002, quando Bachu si presentò a un sit-in davanti all'ambasciata danese con un volantino piuttosto colorito contro il presidente americano George Bush. Da allora però, a quanto si apprende, gli investigatori non hanno trovato granché e oggi l'indagine punta soprattutto sulla presunta falsificazione di documenti e permessi di soggiorno.

 

Intanto il sequestro dei computer ha causato la chiusura del giornale stampato quotidianamente dall'associazione: «E'un'operazione politica tesa a spaccare il movimento degli immigrati», ha dichiarato ieri Bachu. Il gusto delle «provocazioni» non gli manca: il giornale di ieri (mai uscito) titolava «Otto nemici in meno» a proposito dell'attentato a Baghdad contro gli americani. Dhuumcatu ha sempre legato i temi dell'immigrazione alle questioni più generali, anche di politica internazionale. Troppo, vista l'aria che tira.

 

*********************

 

liberaz ven 19 sett 03 - le società pag. 18

 

Retata di polizia al giornale dei migranti

Perquisizione e fermi nella sede del quotidiano "Dhuumcatu": incredibile accusa di terrorismo

 

Al quartiere romano dell'Esquilino le attività iniziano presto: il mercato, i negozi, i tanti lavoratori migranti soprattutto asiatici escono di casa per andare a guadagnarsi da vivere. Quello che stavano facendo ieri alcuni lavoratori della cooperativa Dhuumcatu, in Via Bixio 12.

Da tempo, alle 5 del mattino cominciano a spillare le copie del loro quotidiano in tre lingue: bengalese, pakistano e indiano da vendere poi in strada. Un lavoro dalla doppia valenza economica e sociale: da una parte si fornisce ai dipendenti un sostegno economico dall'altra si contribuisce ad una necessaria e utile comunicazione fra culture. Un lavoro fatto alla luce del sole che inizia però all'alba, che richiede l'utilizzo di programmi informatici che utilizzano i caratteri delle diverse lingue. Un compito insomma prezioso che andrebbe anche sostenuto e incoraggiato. Evidentemente non la pensano in tale maniera i magistrati che hanno reso esecutivo un ordine di perquisizione nella sede della cooperativa e dell'omonima associazione ieri, alle sei del mattino. L'ordinanza si basa su accuse pesantissime: associazione sovversiva mirante a sostenere il terrorismo internazionale.

 

Ennesimo capitolo della caccia al terrorista che ha riempito di "bufale" le cronache giudiziarie degli ultimi anni. Non si contano infatti i procedimenti aperti nei confronti di presunti pericoli pubblici e archiviati per assoluta mancanza di indizi. Il lavoro di Dhuumcatu è poi conosciuto nel territorio romano da chiunque si occupi di immigrazione, i membri dell'associazione hanno partecipato a cortei e manifestazioni, incontrato autorità pubbliche e istituzionali, si sono confrontati con forze politiche e sociali sempre in maniera aperta. Quanto di più lontano da qualsiasi forma di integralismo, si tratta di lavoratori che vivono e lavorano in Italia e che cercano continuamente di costruire percorsi di lotta comune con i loro colleghi autoctoni. Resta il fatto che 4 persone, quelli che al momento della perquisizione stavano preparando i pacchi dei giornali, sono stati portati in questura e di loro ancora non si sa nulla. Sono in attesa di regolarizzazione e avevano con se regolari documenti di identità.

 

Gli investigatori intervenuti hanno portato con se tutto il materiale dell'associazione e della cooperativa, pratiche amministrative, l'archivio, i singoli incartamenti ma soprattutto si sono appropriati dell'hard disk dei 3 computer che permettevano la composizione dei giornali. In questa maniera diviene impossibile semplicemente scrivere un volantino, i programmi, sequestrati per accertamenti, traducono infatti i caratteri delle tre lingue che poco hanno a che fare con i nostri, figuriamoci un giornale. Non si tratta solo di un attacco palese alla libertà di stampa ma anche di un problema più concreto e urgente. I 30 lavoratori che distribuivano e stampavano il giornale sono da oggi senza lavoro e senza mezzi per procurarsi da vivere. Il presidente di Dhuumcatu sorvola pure sul fatto che sono stati sequestrati due biglietti aerei e circa 1800 euro, mentre andiamo in stampa è ancora in questura a chiedere notizie dei suoi compagni e a preoccuparsi dei 30 posti di lavoro cancellati. Un funzionario gli ha spiegato che la loro attività è sotto inchiesta da due anni.

 

Stefano Galieni 

 

****************