Per favore potete spedire, naturalmente se siete d’accordo, ai vostri
Amalia navoni
Tel e fax 0238002691
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LIBIA :
TURISMO RESPONSABILE GIUSTIZIA
PACE
Recentemente ho fatto un viaggio nel deserto della Libia. Ne ho
ammirato le bellezze, ne ho gustato il silenzio ed ho appreso con so
Abdullah, la guida che mi ha accompagnato nel
deserto, mi ha confermato quanto è vivo
in loro il ricordo dei centomila libici deportati nel deserto nel 1932 e dei
cinquemila deportati nelle nostre piccole isole
nel 1911 di cui non hanno saputo più nulla. I libici aspettano ancora la mappa delle mine
disseminate nel deserto che ancora oggi causano morti e
mutilazioni. I libici sono anche
consapevoli che il popolo italiano, nella stragrande maggioranza, è
all’oscuro delle atrocità che hanno accompagnato e sostenuto la nostra
vicenda d’oltremare.
Purtroppo continua ad essere diffusa negli italiani l’immagine di
un colonialismo dal “volto umano” interessato alla valorizzazione delle terre e all’elevazione delle
genti africane.
Il film del 1979 Il leone del deserto del regista siro-americano
Mustafà Akkad sulla
resistenza libica continua ad essere proibito in Italia mentre il sindaco di
Filettino, paese di origine del generale spietato Rodolfo Graziani, aiutato dalla Regione Lazio, sta pensando di
dedicargli un museo.
Accomiatandomi dai libici che mi avevano accompagnato nel deserto, ho
esternato il rincrescimento per quanto accaduto. Penso che per stringere nuovi
veri rapporti tra i due popoli, non solo il governo, ma anche i semplici
cittadini, debbano riconoscere il male
fatto quando se ne presenta l’opportunità;
ho promesso loro che avrei diffuso la conoscenza
di quanto realmente accaduto durante il periodo coloniale italiano in Libia e
avrei agito, di conseguenza, come cittadina italiana che vuole pace e giustizia
tra i popoli.
Penso che anche noi come semplici cittadini possiamo far qualcosa:
*** conoscere
e diffondere la verità del nostro periodo coloniale ( vedi in calce
bibliografia)
*** premere perché il governo ed
il Parlamento affrettino con leggi appropriate le azioni di pace e di giustizia
promesse - scrivere
e far scrivere e-mail alle autorità tipo quella in calce
*** recuperare e far proiettare
in qualche sala il film “Il leone
del deserto” di Akkad
del 1979
*** scrivere alla
RAI perché metta in videocassetta il film “ Il leone del
deserto”
*** diffondere i volantini azioni di pace che trovate sul sito www.lilliputmilano.org alla
voce
grazie per la collaborazione
Amalia navoni
Coordinamento Lombardo Nord Sud del Mondo – rete Lilliput nodo di
Milano
Tel e fax 02.38002691
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BOZZA DI LETTERA da inviare alle autorità via e-mail:
berlusconi_s@camera.it ; urpdie@governo.it; M.Pera@senato.it;
casini_p@camera.it ; programma@governo.it;
cdr@esteri.it ; webmaster@esteri.it
; relazioni.pubblico@esteri.it;
staff@giustizia.it; tremonti_g@camera.it;
moratti_l@camera.it ; gasparri_m@camera.it; uff.stampa@politichecomunitarie.it;
info@politichecomunitarie.it;
s.masini@palazzochigi.it;
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
on. Silvio Berlusconi
Al Presidente del Senato della Repubblica
On. Marcello Pera
al Presidente della
Camera dei Deputati
on. Pier
Ferdinando Casini
Al Ministro per l’Attuazione del programma di governo
on. Claudio Scaiola
Al Ministro per gli Affari esteri
on. Franco Frattini
Al Ministro per la
On. Roberto Castelli
Ministro per l’Economia e le
Finanze
on. Giulio Tremonti
Al Ministro per l’Istruzione,
l’università e la ricerca scientifica
on. Letizia Moratti
Al Ministro per le Comunicazioni
on. Maurizio Gasparri
Al Ministro per le Politiche comunitarie
On. Rocco Buttiglione
Al Ministro per i Rapporti con il Parlamento
On. Carlo Giovanardi
Oggetto: mantenimento impegni Italia - Libia del 4 luglio 1998
Signor Presidente del Consiglio, sig. Presidente della Camera, sig. Presidente
del Senato, signori Ministri,
-------essendo a conoscenza
delle atrocità commesse durante il periodo coloniale in Libia dal 1911 al 1943: deportazione nel 1911 di 5000 libici confinati nelle isole di Ustica, Ponza, Favignana e
Tremiti di cui non si saprà più nulla, bombardamenti su civili, uso di gas e armi chimiche mortali, deportazioni
nel 1932 in campi di concentramento di 100.000 libici
dell’altopiano della Cirenaica nel deserto della Sirte dove moriranno in
40.000 per denutrizione e malattia e uccisioni, confisca
delle zavie , centri spirituali ed
assistenziali, campi minati lungo il confine
egizio libico causa ancora oggi di morti e mutilazioni, fucilazioni,
impiccagioni di migliaia di partigiani e molti atti di violenza e di disprezzo.
-------essendo a conoscenza degli impegni ribaditi dal governo italiano
nel comunicato congiunto Italia Libia
del 4 luglio 1998 nel cui accordo, a Roma, l’Italia “ esprime rammarico per le
sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione” , dà
aiuto ai tecnici libici a individuare i vecchi campi minati, risarcisce le
vittime saltate su quegli ordigni dimenticati; si impegna, infine, a indagare
sulla sorte dei deportati libici.
-------essendo a conoscenza che è stato presentato alla Camera dei
deputati l’11 novembre 2002 il progetto di legge n 3378
d’iniziativa del deputato Folena “ Memoria, responsabilità e
futuro” per la corresponsione di indennizzi ai
cittadini libici e la promozione di scambi culturali con la Libia
Chiedo
--- che il Parlamento ed il Governo italiano
promuovano campagne di sensibilizzazione sulla natura e le caratteristiche del
regime coloniale italiano
--- che il Parlamento italiano
discuta presto la legge n 3378 dell’11 novembre 2002 che risarcisce in
parte i cittadini libici danneggiati,
--- che il Governo aiuti
la Libia con le mappe e mezzi idonei a sminare il confine egizio-libico,
--- che il Parlamento istituisca una commissione per
indagare sulla sorte dei deportati libici nelle isole Favignana,
Tremiti, Ponza, Ustica
--- che la RAI trasmetta il film “ Il
leone del deserto” del 1979 del regista siro-americano
Mustafà Akkad sulla resistenza
libica.
nome cognome
indirizzo
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INTERVENTO 11 febbraio 2004 a casa per la pace via
Marco d’Agrate, 11 Milano
I fatti che mi hanno maggiormente colpita del
periodo coloniale in Libia
1°
DEPORTAZIONE NELLE ISOLE
quando nel 1911 con un motivo pretestuoso Giolitti, scatena una guerra coloniale contro la Turchia
che dominava la Libia dopo pochi giorni un contrattacco arabo-turco so
Si apre una ferita nei rapporti Italia Libia che non si è ancora
rimarginata: Gheddafi pretende ancor oggi di sapere la verità sulla sorte dei libici
scomparsi in Italia.
Io sono stata in queste isole, ma non ho
visto alcuna traccia del passaggio di queste persone.
2° IL GENOCIDIO
IN CIRENAICA
Il genocidio che è avvenuto negli anni 30 in Cirenaica. Nel 1930 Mussolini invia in
Libia il generale Rodolfo Graziani che sconfiggerà la resistenza mettendo a ferro e a
fuoco la Cirenaica.
Confisca le zavie , centri spirituali ed
assistenziali, sbarra con campi minati e con un reticolato lungo 270 Km la
frontiera con l’Egitto, nel dopoguerra dal 45 al 97 cinquemila libici sono stati uccisi da queste
mine, i feriti sono stati tremila.
annienta le mandrie degli allevatori e brucia i raccolti dei
contadini, usa gas e armi chimiche contro la popolazione civile. Tribunali
militari condanneranno alla fucilazione e all’impiccagione migliaia di
partigiani. Sarà una guerra totale senza prigionieri.
Tutta la popolazione dell’altopiano della Cirenaica che aveva rapporti con i partigiani , 100mila
libici, viene deportata in
campi di concentramento nel deserto della Sirte dove moriranno
in 40mila per fame, epidemie, violenze, uccisioni. Le carovane di deportati, perlopiù donne
bambini anziani, venivano
deportate a piedi e coloro che rimanevano indietro venivano fucilati . Per tre
anni saranno rinchiusi in questi campi delimitati da doppio filo spinato. Ogni
atto di ribellione , tentativi di fuga erano puniti
con la morte che avveniva a mezzogiorno al centro del campo dove la gente era costretta a radunarsi e a
guardare. Ogni giorno 50 cadaveri uscivano dal recinto.
Nel 1932 la Cirenaica è un deserto di sangue:
60-80 mila libici sono stati uccisi, un terzo della popolazione è stato
annientato.
Nulla traspare di questa deportazione sui libri
scolastici , naturalmente questi campi in Italia erano
propagandati come paradisi dove fiorivano ordine e disciplina, regnavano igiene
e pulizia.
Ancora oggi Gheddafi chiede la mappa delle
mine e i mezzi per sminare i campi.
3° IL FILM PROIBITO
Nel 1979 Gheddafi affida al regista siro-americano
Mustafà Akkad
l’incarico di girare in Cirenaica, un Kolossal sulla resistenza di Omar al-Mukthar contro gli
italiani.
Il leone del deserto presentato a Cannes, un buon successo di botteghino
in Francia, non è mai stato ufficialmente proiettato in Italia.
Il sottosegretario agli esteri Costa fu categorico
nel 1981: “Il film è sgradito”. Nel 1987 una proiezione a Trento venne proibita dalla Digos.
L’Italia degli anni 80 ha sempre drasticamente rifiutato anche la
semplice possibilità di veder raccontata una storia coloniale intrisa di orrori e tragedie. Il film di AKKAD
rispettava verità storiche che, solo vent’anni
fa, non potevano nemmeno essere mostrate o discusse. Gheddafi investì
35 milioni di dollari nell’opera , Akkad chiamò attori come Anthony Quinn che inte
Ho fatto qualche ricerca sul film, ma è fuori catalogo e in
videocassetta non si trova. Se qualcuno mi aiuta in questa ricerca è bene accetto
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Leggendo e conoscendo questi episodi mi sono sentita defraudata della
conoscenza dei fatti di un periodo storico. La verità
sul nostro periodo coloniale stenta ad apparire, mentre continua ad essere
diffusa l’immagine di un colonialismo dal “volto umano”
interessato alla valorizzazione delle terre e
all’elevazione delle genti africane.
Invece quando nel 1943 finisce il periodo coloniale italiano in Libia,
“l’eredità italiana è disastrosa: il 94% della popolazione è analfabeta,
la mortalità infantile è al 40%, il reddito procapite
non supera le 16 sterline all’anno, la struttura
sociale è arretrata di trecento anni; solo 13 libici sono laureati, tra di loro
non c’è nessun medico” (da “Libia” di Andrea Semplici).
Inoltre la Libia fu per l’Arma aeronautica italiana un campo
sperimentale per l’impiego a scopo bellico di aeroplani
e dirigibili e per l’impiego di gas mortali. Gli aerei avevano l’ordine di alzarsi
in volo per bombardare tutto ciò che si muoveva nelle oasi non controllate
dalle truppe italiane: uomini , bestiame ,
coltivazioni e spesso le bombe erano cariche di iprite, gas mortale già allora
al bando.
“ Ciò che rende atipica la vicenda coloniale italiana rispetto a
quella delle altre potenze europee sono i miti che ha
prodotto e soprattutto i silenzi e le rimozioni che l’hanno seguita fino
ad anni recenti. Molti ritardi sono
stati colmati, ma la vicenda coloniale attende ancora di essere integrata nella
storia nazionale” Da “Genocidio in
Libia le atrocità nascoste dell’avventura coloniale di Eric salerno SugarCo
Edizioni, Milano 1979
Solo nel luglio del 98
l’Italia e la Libia siglano una pace importante a Roma
, chiudono con un’intesa a tutto campo, un contenzioso rimasto
aperto per oltre trent’anni.
La Libia poneva all’Italia
tre richieste: il risarcimento
economico dei danni subiti dall’occupazione e la condanna del
colonialismo, l’aiuto
per lo sminamento degli ordigni sepolti nei deserti
libici; le stime calcolano che dal 40 al 43 furono disseminate 14 milioni di
mine, conoscere la sorte dei 5
mila libici deportati nei confini di Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti durante il periodo coloniale.
L’Italia finalmente nel 98 accetta le
trentennali richieste libiche. “ Esprime rammarico per le
sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione” , cercherà di aiutare i tecnici libici a individuare i
vecchi campi minati e risarcirà le vittime saltate su quegli ordigni
dimenticati; si impegna, infine, a indagare sulla sorte dei deportati libici.
In cambio la Libia consentirà l’ingresso nel paese agli italiani
espulsi nel 1970.
L’accordo firmato a Roma
non è, secondo lo storico Angelo del Boca, una
“ semplice intesa economica, ma il primo passo per una vera e propria
riconciliazione.
Ma ancora nulla di tutto ciò è stato fatto. Anche le
recenti visite di Berlusconi in Libia non hanno concluso nulla.
Anzi in questi tempi si sta cercando di cancellare gli orrori compiuti
in tempo fascista.
A Filettino, piccolo paese
di montagna in provincia di Frosinone, paese di origine di Rodolfo Graziani, il
sindaco, aiutato dalla Regione Lazio, sta pensando di dedicare un museo al
sanguinario viceré che ha compiuto eccidi anche in Etiopia.
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La vicenda è attuale:
°°°°°°il deputato Folena ha presentato l’11 novembre 2002 alla
Camera dei deputati il progetto di legge
n 3378 intitolato “ Memoria,
responsabilità e futuro” per la corresponsione di indennizzi
ai cittadini libici , la promozione di scambi culturali tra le nuove
generazioni italiane e libiche, la promozione di campagne di sensibilizzazione
sulla natura e le caratteristiche del regime coloniale italiano, promozione di
ricerche e di pubblicazioni storiche relative all’occupazione italiana
della Libia negli anni tra il 1911 e il 1943.
°°°°°°In questi giorni sono comparsi articoli che parlavano di Gheddafi e sempre nelle sue interviste vi è un accenno alle
rivendicazioni per il risarcimento dell’era coloniale.
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BIBLIOGRAFIA
GLI ITALIANI IN LIBIA di Angelo Del Boca – ed Mondatori, Milano, 1988
GLI ITALIANI IN AFRICA ORIENTALE vol II e III
di Angelo Del Boca Ed Mondadori, Milano ,
1988
L’ITALIA DELL’ASSE di Indro Montanelli e Mario Cervi – Rizzoli,
Milano 1980
GENOCIDIO IN LIBIA le atrocità
nascoste dell’avventura coloniale di Eric salerno SugarCo
Edizioni, Milano 1979
HO DIFESO LA PATRIA di Rodolfo Graziani
– Ed. Mursia, Milano 1997
ALBERTO CONSIGLIO, V.E.III il Re silenzioso Oggi 1950
COMANDINI, L’Italia nei cento anni –Milano
MACK SMITH, Storia del Mondo Moderno – Storia Cambridge X vol.
MONDADORI, Le grandi famiglie d’Europa- I Savoia 1972
STORIA MONDIALE CAMBRIDGE ( i 33 vol.) Garzanti
CRONOLOGIA UNIVERSALE – Utet
STORIA UNIVERSALE ( i 20 vol.) Vallardi
STORIA D’ITALIA 8 i 14 vol.) Einaudi
STORIA D’ITALIA Cronologica 1815-1990
– De Agostini
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