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Newsletter N° 45 - L'esercito di Franceschiello.
Periodico di informazione di http://www.buonconsumo.com/ http://www.buonconsumo.com
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Adesso è ufficiale quello che già da tempo si sapeva. I circa duecento soldati italiani ammalati del linfoma di Hodgkin, e di cui venti sono già deceduti, lo debbono alle radiazioni di uranio impoverito (DU238) contenute nelle bombe utilizzate dagli alleati e nel forte abbassamento delle difese immutitarie prodotto dal cocktail di vaccini somministrato loro alla partenza. Così si sono pronunciati, dopo tre anni di studi e di rilevazioni, gli oncologi del'Ospedale di Modena. In sostanza le vittime che il nostro esercito lamenta, a seguito della missione in Kossovo, non sono dovute al fuoco nemico o ad azioni di guerriglia ma piuttosto alla pericolosità degli stessi armamenti utilizzati, talmente pericolosi da colpire in primo luogo i nostri soldati prima che il nemico. Ci sarebbe forse da spendere qualche parola sulla situazione di inquinamento ambientale complessivo che il fuoco alleato ha prodotto in quella regione. Se, a distanza di anni, i nostri soldati si ammalano e muiono immaginatevi cosa sta accadendo alla popolazione locale che la nostra missione era andata a proteggere dalla pulizia etinica e dalla sopraffazione delle bande criminali. Nessuno potrà fare mai un bilancio del costo di questa missione umanitaria che l'opinione pubblica internazionale ha voluto fermamente a seguito di una martellante campagna mediatica. Più modestamente forse ci possiamo permettere di far notare che le missioni all'estero del nostro esercito obbediscono ad una regola che non ha nulla a che fare con la logica militare. Di solito garantiamo la sicurezza dei nostri soldati accetando il taglieggiamento e la protezione di una qualche banda locale e lasciando sul campo costosissimi regali in termini di materiali, forniture e attrezzature logistiche. Così è stato in Libano, dove abbiamo lasciato un ospedale costosissimo ad una frazione estremista locale che lo ha utilizzato per rafforzarsi politicamente, così è stato in Kossovo, dove ancora non è del tutto chiaro quali bande di trafficanti si sono avvantaggiate politicamente della presenza della nostra missione. Vorremmo essere certi che chi ha mandato i nostri ragazzi in Afghanistan abbia pienamente compreso la lezione del passato e sia pronto a non commetere di nuovo gli stessi errori.