Care
amiche e amici,
vi
inviamo la traduzione del messaggio del KADEK che è stato la fonte di una serie
di notizie uscite sulla stampa nazionale che purtroppo non hanno compreso
pienamente il suo significato e che sono state una mera trascrizione di agenzie
di stampa estera. La situazione è chiaramente molto delicata e seria, siamo
convinti che sarete ingrado di comprendere il senso di questo pronunciamento
avendo seguito con attenzione quanto successo negli ultimi anni e avendo
già potuto visionare la roadmap che abbiamo già fatto circolare.
Saluti
Il KADEK nel messaggio
per il 1. settembre ha rivolto il suo ultimo richiamo per il cessate il
fuoco
Ozgur Politika, 1
settembre 2003
Mesopotamia News Agency,
Francoforte – Diffondendo una dichiarazione scritta in occasione della Giornata
Mondiale della Pace, il 1. settembre, il Consiglio di Presidenza del KADEK ha
rivolto i suoi auguri principalmente al popolo kurdo e a quello turco, ma anche
a tutti i popoli del Medioriente. Richiamando l’attenzione sul fatto che, da una
parte, tutto il mondo si trova coinvolto in una lotta intensiva in Meidoriente,
e dall’altra sta sforzandosi di portare la pace nella regione, il Consiglio di
Presidenza del KADEK sottolinea come la lotta e gli sforzi per la pace devono
essere reciproci. Dichiarando che in un momento come questo, ancora non è stata
trovata una soluzione duratura nemmeno per le più basilari questioni
democratiche del popolo kurdo, la dichiarazione ha sottolineato che il popolo
kurdo ha condotto sforzi per la pace dell’umanità e che ha ingaggiato una
battaglia per questo fine. La dichiarazione ha sottolineato che, anche se il
movimento di liberazione kurdo ha ingaggiato una lotta intensiva, ha sempre
incoraggiato alla pace e a sforzi per la soluzione e che si è opposto alla
violenza.
In questo contesto, il
processo che si è avviato con il cessate il fuoco del 1. settembre 1998, pur portando a importanti sviluppi in
Turchia, sottolinea il documento, non è stata data nessuna seria risposta al
popolo kurdo e al movimento di liberazione kurdo, che ha iniziato questo
processo unilateralmente e con grandi sacrifici. Sottolineando che alcuni
ambienti hanno definito debole l’iniziativa del popolo kurdo, la dichiarazione a
continuato come segue: “a questo punto il cessate il fuoco unilaterale è di
fatto superato. A questo riguardo, è diventato impossibile proseguire in questo
processo unilaterale. Questo periodo ha condotto a scontri intensi, piuttosto
che ha una soluzione duratura. Posto tutto ciò, il nostro Congresso ha rivisto
la situazione annunciando che il cessate il fuoco unilaterale a partire dal 1.
settembre non sarà più effettivo. Il nostro Congresso ha dichiarato anche
che, un cessate il fuoco realmente efficace, dovrebbe essere bilaterale. È in
questo contesto che una roadmap complessiva, che richiama ad un cessate il fuoco
bilaterale per la soluzione della questione kurda, è stata preparata e divulgata
all’opinione pubblica. Proponendo una soluzione pacifica della questione kurda,
che è uno dei conflitti basilari della Turchia e del Medioriente, questa roadmap
costituisce una significativa risposta alla Giornata Mondiale per la Pace del 1.
settembre. Come si può vedere dagli sviluppi che sono occorsi nei 4 anni
trascorsi, la pace può essere stabilita soltanto come risultato di sforzi
coscienziosi e determinati. Su queste basi, in un momento in cui la parte kurda
ancora una volta ha adottato un passo in favore della pace, è lo stato turco che
deciderà se è a favore della pace o della guerra. Se venisse annunciato un
cessate il fuoco bilaterale, sarebbe possibile celebrare questa Giornata
Mondiale per la Pace, il 1. settembre di questo anno, come una giornata di pace
molto significativa”.
Sottolineando che i
kurdi credono che gli sforzi fatti dal leader del KADEK, Abdullah Ocalan hanno
reso una pace possibile, il Consiglio di Presidenza del KADEK ha spiegato che a
questo riguardo, il comportamento che si assumerà nei confronti del leader del
KADEK potrà condurre o alla pace o alla guerra. Notando che l’approccio, che è
stato recentemente adottato nei confronti del leader del KADEK Ocalan, ha lo
scopo di negare ed eliminare, piuttosto che risolvere, la dichiarazione ha
sottolineato che le condizioni di isolamento ne sono una prova.
“Questo è l’ultimo
richiamo”
Notando che,
deteriorandosi, le condizioni di
salute di Ocalan sono ormai giunte ad un punto pericoloso, la dichiarazione ha
sottolineato che la situazione non potrà essere tollerata a lungo. Sottolineando
come nei cinque anni passati il popolo kurdo ha provato di essere più fedele che
mai a Ocalan, la dichiarazione continua come segue: “a questo riguardo, la
campagna che abbraccia il nostro leader Apo, che viene condotta con il motto “La
tua salute è la nostra salute” costituisce il nostro ultimo richiamo. Oltre a
svolgere i passi che sono stati dettagliatamente esposti nella roadmap – come un
dato di fatto, oltre che priorità di intraprenderli – lo stato dovrebbe
migliorare le condizioni di vita del nostro leader Apo. Questa è la condizione
preliminare per la pace. A tale riguardo, la Giornata Mondiale per la Pace
dovrebbe costituire l’inizio di un nuovo processo e di un nuovo approccio.”
Notando come passi
positivi, che possano essere intrapresi per il miglioramento delle condizioni di
Ocalan, porterebbero alla pace e a tale riguardo, alla soluzione duratura, la
dichiarazione ha sottolineato che se verrà adottato un passo positivo le
proposte razionali esposte da Ocalan e dalla parte kurda, il processo si
svilupperebbe. La dichiarazione ha continuato come segue: “è chiaro,
comunque, che principalmente lo stato, e poi tutti i circoli dominanti, stanno
adottando un modo errato di comportamento nei confronti di questa questione. Il
fatto che l’approccio adottato nei confronti del leader Apo non sia cambiato, il
fatto che continua ad imporsi una pressione e l’uso della forza è usato come
mezzo intimidatorio nei confronti del popolo kurdo, il fatto che si stiano
lanciando attacchi contro le forze guerrigliere per annientarle e il fatto che
il governo abbia promulgato la Legge sul Pentimento sono le prove di questo
atteggiamento sbagliato. Ancora una
volta dichiariamo che non si otterrà alcun risultato in questo modo. Inoltre,
annunciamo che, da ora in poi, il movimento di liberazione ingaggerà una lotta
più effettiva rispetto a tale atteggiamento. Le nostre forze guerrigliere e le
nostre forze organizzate utilizzeranno effettivamente tutti i mezzi della linea
della legittima difesa per poter assicurare che gli attacchi contro il nostro
leader e il nostro popolo finiscano e che si annunci un cessate il fuoco
bilaterale. È di importanza urgente ostacolare ogni attacco reazionario affinché
si possa assicurare la pace in questa fase. Il popolo kurdo prima, e chiunque
sia a favore della pace, dovrebbe ingaggiare una lotta intensiva a questo fine.
Su queste basi, il 1. settembre dovrebbe anche costituire l’inizio di una lotta
che sia intenzionata a sconfiggere quelli che si oppongono alla pace e alla
soluzione. Non dovremmo meramente celebrare questa giornata. Dovremmo ingaggiare
una lotta intensiva finché non raggiungeremo questi risultati. Il contesto di
questa lotta è stato dettagliatamente esposto nella roadmap che abbiamo
divulgato all’opinione pubblica.”