Report del Bologna Social Forum sull'assemblea nazionale del
7 e 8 febbraio.
L'assemblea delle reti italiane del Foro Sociale
Europeo e del movimento dei movimenti svoltasi a Bologna nei giorni di sabato 7
e domenica 8 febbraio nelle sale del Teatro polivalente Occupato ha discusso
molti argomenti, condiviso numerosi appuntamenti e delineato un'agenda di lotta
che per semplicità riportiamo in chiusura di queste note.
Un passo avanti
nella contaminazione con movimenti anche in parte esogeni a noi (ma comunque
importanti per un movimento che non può e non vuole essere perimetrato) lo
abbiamo fatto nel cominciare l'assemblea ascoltando le testimonianze dei
conflitti e delle resistenze da molteplici situazioni di lotta con cui vogliamo
contaminarci: Scanzano Ionico, i metalmeccanici, gli autoferrotranvieri, i
coordinamenti a difesa della scuola pubblica hanno portato all'interno
dell'assemblea le loro istanze e le loro esperienze fondanti e arricchenti. Li
ringraziamo.
La nostra attenzione verso simili insorgenze dal basso non
nasce dalla semplice solidarietà o dalla naturale condivisione delle
ragioni delle proteste. Il nostro obiettivo che deve essere quello di
raggiungere, supportare, contribuire al radicamento territoriale delle
mobilitazioni in questione nasce anche dalla consapevolezza che abbiamo di
fronte i limiti e i risultati più nefasti del neoliberismo che contestiamo. Le
lotte in analisi sono il sintomo di una globalizzazione che ha portato a riva i
suoi mali.
Conflitto e radicamento sono strettamente connessi a un
improponibile corto circuito che viene avanti da parte del governo Berlusconi:
conflitto sociale, violenza politica, terrorismo. Sostenere lelotte significa
anche mostrare come queste sono la naturale conseguenza di uno stato di disagio
politico e sociale, fare questo significa opporsi ad una criminalizzazione che
nei fatti è già a regime. La nostra pratica politica deve impedire che i focolai
di mobilitazione cadano nella trappola dell'intimidazione e contribuire a far si
che non rimangano latenti.
E altrettanto importante ci è parsa la
partecipazione dell'assemblea tutta alla manifestazione che si è tenuta sabato
pomeriggio contro la legge sulla procreazione assistita. E' stata un'occasione
ulteriore per mescolare discussione e azione.
Per il resto, il dibattito
ha avuto sicuramente fasi alterne, momenti alti e bassi (anche tesi), passaggi
in cui si è stati in grado di confrontarsi francamente sui nodi delle questioni
politiche ed altri in cui si è avuta più difficoltà.
E' comunque, ancora una
volta, emersa la consapevolezza che se metà della ricchezza del movimento ci
viene dalle diversità di idee, pratiche, punti di vista che in esso si
intrecciano e si confrontano, l'altra metà ci viene, senza dubbio, da una
volontà di impegno unitario in mancanza del quale tutte le parti subirebbero un
pesante danno.
L'assemblea ha anche parlato spesso di autonomia del
movimento dalla politica "istituzionale", posizione che preserva un obiettivo di
fondo: cambiare, incidere sull'agenda politica, pretendere che i parlamentari
non solo tengano conto delle vertenze in atto ma votino, decidano, prendano
posizione di conseguenza. Monitorare la politica ed esigere che questa, nelle
rispettive figure istituzionali, risponda delle proprie "azioni" di fronte alla
società civile Dare degli aut\aut verificandone l'attuazione significa ripensare
il discorso politico.
L'assemblea ha approfondito le tematiche in agenda
nei seguenti tre assi di
approfondimento:
- guerra preventiva, controllo
sociale, restrizione degli spazi democratici
- reddito, lavoro, migranti,
precarietà;
- Europa come nuovo spazio pubblico, beni comuni,
privatizzazioni, nuovo
municipio
e la discussione dei relativi tre
tavoli di lavoro ha senza dubbio
contribuito al raggiungimento di riflessioni
condivise e di appuntamenti
comuni.
Qui vengono inserite le
Relazioni dei Gruppi
BREVE SINTESI GRUPPO "GUERRA GLOBALE GUERRA
SOCIALE"
Dalla discussione del gruppo "guerra globale guerra sociale"
sono emersi alcune proposte e una prima agenda di iniziative per contrastare le
politiche di guerra, sia a livello globale (a cominciare dall'opposizione decisa
all'occupazione dell'Iraq e dalla richiesta del ritiro immediato delle truppe
italiane) sia nella sua dimensione interna (repressione contro il dissenso e le
soggettività ribelli, restrizione degli spazi di democrazia ecc.).
In primo
luogo è stata ribadita l'importanza fondamentale della manifestazione del 20
marzo "giornata mondiale "per la fine dell' occupazione dell'Iraq e per
l'autodeterminazione del popolo iracheno" proposta dal movimento anti-guerra
degli Stati Uniti e rilanciata al FSE di Parigi e al Forum Sociale Mondiale di
Mumbai: per noi questa data deve essere l'occasione per rilanciare un movimento
contro la guerra che ancora una volta faccia suoi gli assi della radicalità e
dell'unità; per questo è stato valutato positivamente il lavoro del gruppo che
ha preparato la bozza di appello nazionale per la manifestazione che è appunto
imperniata sull' obiettivo decisivo della fine dell'occupazione in Iraq (ma
anche in Palestina, Afghanistan e Cecenia) e del ritiro delle truppe italiane.
Nella stessa direzione va anche l'appello ai parlamentari affinché votano con
decisione contro il decreto del Governo che proroga le cosiddette "missioni di
pace" una richiesta che verrà supportata da iniziative locali nelle prossime
settimane.
Nella preparazione della giornata del 20 marzo l'assemblea ha
deciso di sostenere e preparare le "carovane di pace": sia quella che vedrà
centinaia di persone recarsi nei paesi del medioriente, sia quelle che dal nord
e dal sud dell'Italia convergeranno verso la manifestazione costruendo
iniziative e appuntamenti in decine di città e paesi.
Il 20 marzo sarà
una tappa importante ma non esaurisce l'impegno contro la guerra globale che
vuole invece essere rilanciata con forza. Per quanto riguarda l'aspetto di
"guerra interna " si è deciso che la carovana del nord-ovest partirà da
Genova nei gironi di iniziative del 28/29 febbraio e 2 marzo, tappa importante
della nostra opposizione.
E ancora sono state messe in cantiere altre
campagne ? in particolare contro le basi militari sul territorio italiano
e per il boicottaggio delle "multinazionali della guerra", anche in questo caso
campagne che vengono dalla discussione dell'assemblea contro la guerra di
Mumbai. Appuntamenti importanti saranno anche quelli del 21 febbraio 2004 a
Cagliari contro la base Usa della Maddalena - alla quale viene dato
sostegno politico - e il 17/18 aprile a Brescia per "Disarmiamo Exa", in
contestazione della annuale fiera delle armi "leggere".
Gruppo di
lavoro
EUROPA COME SPAZIO PUBBLICO,
BENI COMUNI e NUOVO
MUNICIPIO
Si è vissuta una difficoltà iniziale nell'incontro dei tre
tavoli, meglio di due dato che non hanno partecipato persone attive
nell'esperienza dei nuovi municipi. L'incontro tra linguaggi ed esperienze
diverse nella fase iniziale non ha consentito un'immediata sintonia. Dopo che si
è chiarito che l' assemblea di Roma dell'8/9 maggio non dovrà avere carattere
'giuridico' ma esprimere i valori fondanti dei movimenti sociali e per questo la
preparazione e la gestione dell'assemblea dovrà essere il risultato del lavoro
di discussione ed elaborazione dei tavoli e delle reti europee, la discussione
ha affrontato le tematiche e le forme organizzative dell' assemblea di
maggio.
I movimenti sono costituenti nel senso di mettere in connessione
nuovi diritti e creazione di spazi pubblici, valori e procedure discorsive
democratiche: la conquista di diritti crea nuove forme di relazioni sociali e
istituzionali, dal momento che la statuizione di principi fondamentali, di cui è
portatore il movimento, è frutto della partecipazione diretta dei soggetti che
si riconoscono e costituiscono proprio in e attraverso questa lotta per i
diritti, che si contrappongono al liberismo. I tavoli e le reti sono gli
organismi che possono e devono elaborare la Carta dell'altra Europa: la pace, il
ripudio della guerra, il disarmo, la giustizia tra i popoli con un ruolo attivo
dell'Europa nella costruzione di relazioni eque, e riparatrice, con il Sud del
mondo (contro le visioni eurocentriche); la cittadinanza di residenza per
rendere davvero universali i diritti fondamentali e sconfiggere l'Europa
fortezza e le politiche sicuritarie, i migranti sono tra i soggetti principali
di questa fondazione universale dei diritti e della democrazia; i diritti
sociali e del lavoro contro le politiche liberiste del workfare e della
precarizzazione (salario, pensioni, basic income, democrazia del lavoro,
formazione contro l'insicurezza strumento di ricatto e di cancellazione dei
diritti); beni comuni contro la privatizzazione e la liberalizzazione (delle
risorse naturali, dei beni sociali, dei saperi e della cultura); la democrazia
federalista capace di rifondare dal basso il welfare e la gestione dei beni
comuni, di costruire spazi pubblici e forme di partecipazione ai differenti
livelli - sono questi i temi individuati dalla discussione.
E' necessario
coinvolgere nel percorso le reti europee e il prossimo appuntamento di Londra
dovrà essere l'occasione per coinvolgere l'intero FSE, a cui proporre già un
percorso: un seminario a Milano sui beni comuni; un incontro a Firenze sulla
cittadinanza di residenza; un seminario sui diritti sociali e del lavoro a Roma;
e uno sulla democrazia federalista. Sulla pace l'elaborazione è ormai giunta
alla formulazione di principi largamente condivisi (si vedano le proposte del
Tavolo della pace e di Giudit), che il tavolo Bastaguerra potrebbe mettere
a fuoco in incontri specifici. Naturalmente le sedi degli incontri possono
essere delle città europee, qualora vi sia l'impegno dei locali social
forum.
Va costruito un gruppo di lavoro italiano che sia il centro propulsore
dei contatti europei, delle iniziative di preparazione e dell'organizzazione
dell'assemblea. Roma sarà una tappa per l'elaborazione della Carta dell'
altra Europa che potrà essere anche varata a Londra a novembre; di certo potrà
essere un momento di 'raccolta' delle idee maturate nei e dai movimenti, e anche
una sede da cui lanciare progetti e lotte sui temi comuni (dalle pensioni al
salario, alla cittadinanza, al lavoro, contro le privatizzazione dell'acqua,
contro i grandi corridoi di asfalto e cemento ecc.) , per costruire dal basso la
società europea, federalista, egualitaria, pacifista.
Lunedì 16 febbraio, a
Roma alle ore 15 nella sede della CGIL Corso d'Italia 25 (stanza di Benzi), si
terrà la prima riunione del gruppo di lavoro per preparare un incontro nazionale
entro i primi di marzo.
GRUPPO DI LAVORO
REDDITO, LAVORO, MIGRANTI
E PRECARIETA'
Il gruppo di lavoro su "reddito, lavoro, migranti e precarietà"
ha avviato la propria discussione con alcuni interventi che hanno evidenziato
perplessità sul metodo con cui la riunione è stata convocata. Sia Stefano
Galieni (Rifondazione Comunista) sia Filippo Miraglia (Arci) hanno in
particolare messo in evidenza il rischio che il riassorbimento delle tematiche
fin qui affrontate dal tavolo migranti all'interno di un tavolo più ampio e
generico finiscano per assecondare la marginalizzazione di quelle stesse
tematiche all'interno del dibattito e dell'azione del complessiva del movimento.
Diversi\e compagni\e del tavolo che ha lavorato sui temi del reddito hanno per
parte loro evidenziato problemi di comunicazione e di metodo rispetto alla
convocazione della riunione. Questa fase preliminare della discussione si è
chiusa con l'esplicita assunzione del fatto che la riunione di Bologna non
configurava in alcun modo un nuovo tavolo, da sostituire a quelli esistenti, che
mantengono la propria autonomia e si daranno nelle prossime settimane scadenze
specifiche di dibattito. Si è tentato piuttosto di verificare la possibilità di
una convergenza tra esperienze di elaborazione e di proposta politica che fino a
ora si sono sviluppate senza significativi momenti di confronto. Le ragioni
materiali di questa convergenza sono del resto emerse chiaramente da diversi
interventi. I compagni interni alla recte Action di Roma, ad esempio, hanno
sottolineato il protagonismo dei migranti nell'ultimo ciclo di lotte per la casa
a Roma, e più in generale all'interno delle iniziative sul reddito e sulla
precarietà, che sono sfociate nella costituzione di un'assemblea metropolitana.
Compagni interni a diverse esperienze di intervento sui temi delle migrazioni
nel nordest hanno per parte loro sottolineato come le loro esperienze li abbiano
condotti "naturalmente" a occuparsi di problematiche complessivamente relative
al lavoro industriale e alle lotte sui servizi in quell'area. Nello sviluppo
della discussione sono state poi presentate dai compagni di Milano le modalità
di costruzione della scadenza dell'Euromayday (primo maggio) a Milano e
Barcellona. Si è verificata un'ampia convergenza sull'opportunità di fare di
quella scadenza una scadenza generale del movimento sui temi del lavoro, dando
spazio e protagonismo alle diverse soggettività che si sono espresse all'interno
dei percorsi del movimento stesso negli ultimi due anni, a cominciare dai
lavoratori e dalle lavoratrici migranti.
L'orientamento emerso dal dibattito
è da una parte quello di aderire al percorso di costruzione della scadenza del
primo maggio indicato dalle reti che già vi stanno lavorando, da salvaguardare e
valorizzare nella loro autonomia, a partire dall'assemblea e dalle azioni
previste per il 29 febbraio, giornata di "San Precario". Dall'altra si è molto
insistito sulla necessità di assumere il periodo che ci separa dal primo maggio
come occasione di sperimentazione di forme nuove di intervento del movimento sul
lavoro (camere del lavoro e del non lavoro, apertura di sportelli integrati,
costruzione di assemblee territoriali, etc.), che possono apportare un valido
contributo anche all'affrontamento delle problematiche più generali che sono
state al centro delle assemblee plenarie di Bologna: ovvero la ricostruzione di
spazi pubblici e condivisi al cui interno diverse esperienze e diversi soggetti
possano incontrarsi, comunicare, costruire lotte comuni.
Da questo punto di
vista, è stata indicata l'opportunità di convocare per il 2 maggio, il giorno
dopo l'Euromayday, una nuova assemblea generale di movimento.
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Non
escono invece da questa assemblea posizioni unitarie sui massimi sistemi, né si
è voluto semplificare una discussione impegnativa su categorie politiche
complesse. Ci sottraiamo immediatamente alle speculazioni giornalistiche o
politiche che tentino di affermare il contrario.
Checché ne possa dire il
Corriere della Sera durante l'assemblea di Bologna le opinioni sono state varie,
diverse e articolate.
In particolar modo sulla questione violenza-non
violenza, possiamo dire che la discussione in questa assemblea è stata
affrontata, ma non certo nei termini semplicistici di una scelta non
problematizzata all'interno di questo binomio. Al contrario, è parlato di
pratiche, di difesa, di resistenza, di legalità e illegalità, di efficacia o
meno delle forme di conflitto, senza avere l'assillo ossessivo di chiudere
forzatamente e con una posizione unitaria un dibattito che in realtà viene
arricchito ogni giorno da sperimentazioni locali e globali, come ci dimostrano
le recenti vicende degli scioperi spontanei, spesso auto-organizzati e di certo
non concertativi ai depositi degli autobus, degli scioperi del biglietto (e
delle obliteratrici!) in appoggio agli autoferrotranvieri, dei picchetti delle
fabbriche metalmeccaniche, della ribellione civile e ambientale di Scanzano e
anche le vicende degli operai dell'Ilva di Genova del 9 febbraio.
Ma questo è
nella natura delle cose: quando si pretende di discutere di categorie politiche
complesse e fondative, quando si vuole dipanare un'agenda composta da
soggettività dalle diverse biografie politiche e che utilizzano differenti
dispositivi linguistici allora nulla è mai semplice, scontato e lineare. Né era
compito di questa assemblea uscire con una posizione unitaria su questo tema e,
infatti, questo non è successo. Il resto sono, lo ripetiamo, speculazioni
giornalistiche.
Come detto l'assemblea ha approfondito come sia
necessario incrociare i movimenti che la eccedono e l'universo di situazioni di
conflitto che contribuiscono a comporre il bacino di deposito del movimento. Per
questo l'assemblea non ha ritenuto di semplificare il dibattito sulle forma
organizzazione, ma ha tenuto aperto il problema della costruzione di un luogo
comune di movimento, luogo peraltro che non sia perimetrato né che assurga al
ruolo di arbitro del movimento e di chi è dentro o fuori di esso.
È stato
invece deciso di sperimentare un'articolazione aperta che possa più agilmente
intrecciarsi con quelle lotte che nascono anche al di fuori del movimento, che
nascono dai cittadini, dai lavoratori,dai disoccupati, dagli studenti, da coloro
che ad un certo punto decidono di autorganizzarsi e rispondere a un modello
economico e sociale che oggi funziona meno che mai e che produce esclusione
sociale e guerra.
Se il movimento ha avuto finora un pregio è forse quello di
aver mostrato che muoversi e fare qualcosa a testa alta era possibile.
Oggi
vediamo che molte lotte non scaturiscono dalle soggettività e reti delle nostre
assemblee. Ne siamo felici. E se abbiamo deciso di dare anche il nostro
contributo a molte di queste lotte e di articolare il movimento attraverso le
sue campagne non è certo per cercare di rivendicarne un' improbabile
paternità, né tantomeno mettervi un cappello politico, ma al contrario per
favorire l'intento di connettervisi, contaminarsi e attraversarle. Partiamo
infatti dall'assunzione che è movimento ciò che agisce il cambiamento e non solo
e semplicemente chi appartiene e/o rappresenta un assemblea.
Si è pertanto
individuato in un'agenda che va dal 15 febbraio all'8 maggio una prima dead line
di verifica in cui discutere metodi e risultati ottenuti da oggi a quella
data.
E', infatti, importante rimanere sempre ben connessi all'evoluzione
ormai giornaliera delle situazioni di conflitto che ovunque nascono e crescono
ed evitare il rischio di uno scollamento tra l'insieme delle reti italiane del
Foro Sociale Europeo e del movimento dei movimenti ed i cicli di lotte che
emergono potenti
Infine, ma non perché meno importante, si è parlato
lungamente del processo che inizierà a Genova il due marzo 2004 a 26 compagni
accusati di devastazione e saccheggio. Tutte queste persone andranno difese.
Anche perché difendere queste persone significa difendere Genova.L'assemblea ha
deciso su questo argomento di sottoscrivere l'appello di Haidi Giuliani (che
inseriamo alla fine di questo capoverso) e di uscire nei prossimi giorni con un
documento sottoscritto dai 18 portavoce del GSF 2001 che verrà redatto da Luca
Casarini, Luciano Muhlbauer e Raffaella Bolini.Il dato comune è la condanna
della riscrittura degli avvenimenti di Genova 2001 che si sta cercando di fare
e, in una parola, la non processabilità di Genova. NON DIMENTICARE GENOVA
riguarda il nostro passato come il nostro futuro.
Appello di Haidi
Giuliani
Il 2 Marzo prossimo saranno processati a Genova 26 manifestanti
tra i molti
che hanno partecipato al contro G8 del 2001.
Alcuni di loro
hanno tirato sassi contro le vetrine.
Alcuni stavano a guardare.
Alcuni
hanno tirato sassi contro le forze dell'ordine.
Tre erano in piazza Alimonda,
come Carlo.
Tutti devono rispondere di devastazione e saccheggio, e per
questa
imputazione rischiano svariati anni di carcere .
Abbiamo visto i
filmati che riprendono nelle piazze e nelle strade di Genova carabinieri,
poliziotti, guardie di finanza mentre manganellano, feriscono, prendono a calci,
rompono braccia, gambe, denti, mascelle, teste di manifestanti inermi: nessuno
di loro è indagato; solo "quelli" della Diaz e di Bolzaneto (ma non tutti, date
le difficoltà di riconoscimento) saranno chiamati a rispondere di qualcosa, ma
intanto si parla di trasferire il procedimento a Torino, quindi di ricominciare
tutto daccapo, con altri viaggi, altre difficoltà per chi ha sporto denuncia.
Non credo sia nostro compito giudicare le singole azioni degli uni o degli
altri. Il problema sta a monte, nella responsabilità politica e nella gestione
dell'ordine pubblico. Il problema è che, da parte della magistratura e
dell'informazione, non si è mai voluto prendere in esame la dinamica complessiva
degli "incidenti" di quelle due giornate: la teoria secondo la quale le
violenze dei manifestanti hanno provocato le "esagerazioni" da parte delle
forze dell'ordine è totalmente falsa, lo sappiamo ma nessuno lo dice.
In quei
giorni sono state compiute ingiustizie insopportabili.
Staremo in silenzio
mentre se ne compiono altre?
Staremo in silenzio mentre dei ragazzi verranno
buttati in galera come dei
delinquenti o dei terroristi?
E cosa diremo poi
agli altri, a tutti quei giovani che vogliono credere
nella
giustizia?
La mamma di Carlo
Infine, scendiamo nel merito
degli appuntamenti comuni che sono importanti di per sé, ma anche nel quadro
della lettura che danno di nuove leggi, nuove imposizioni, nuovi diritti violati
(dal protrarsi della guerra globale permanente agli orrori legislativi della
nuova costituzione europea, dalla criminalizzazione di movimenti nei vari
paesi europei, alla carcerizzazione di massa insita nel testo di legge
Fini sulle droghe, dall' incrociarsi delle problematiche del lavoro precario e
dei migranti, alle lotte per l'ambiente).
Nella parte finale
dell'assemblea si è parlato di convocare una riunione del "gruppo di continuità"
aperto e allargato a tutti/e coloro che vogliono parteciparvi nella prima metà
di Marzo. Per da discutere dei problemi del Forum Sociale Europeo (la riunione è
a Londra il 7-8 marzo), dell'andamento della mobilitazione per il 20 marzo e
della formazione di un gruppo di lavoro che prepari l'assemblea del 2 maggio a
Milano.
AGENDA
15 febbraio, Scanzano: assemblea delle realtà di
lotta meridionali
21 febbraio, Roma: manifestazione contro la legge Fini
sulle droghe
21 febbraio: manifestazione contro la base militare della
Maddalena
28-29 febbraio e 2 marzo, Genova:sulla base dell'appello di Haidi
Giuliani
prime giornate di lotta contro il processo ai 26 compagni per Genova
2001
20 marzo, Roma: manifestazione mondiale contro la guerra
17-18
aprile, Brescia: mobilitazione contro EXA
1 maggio Milano: may day
parade
2 maggio Milano: assemblea di verifica e discussione sulle
caratteristiche
del movimento in relazione al conflitto sociale e sui
successivi
appuntamenti e modalità (per quanto riguarda le
caratteristiche
dell'assemblea
occorre un approfondimento in quanto sono
state espresse posizioni
differenti)
8-9 maggio Roma: assemblea europea
per la carta per un'altra Europa
Bologna Social
Forum