Congresso per la Libertà e la Democrazia del Kurdistan
11 Novembre 2003
SULLO
SCIOGLIMENTO DEL KADEK
Quando
il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) dichiarò di aver compiuto la sua
storica missione e si dissolse in occasione del suo VIII Congresso, nell’aprile
del 2002, il Congresso per la Libertà e la Democrazia del Kurdistan (KADEK)
annunciò la sua costituzione e giurò di portare a compimento l’eredità della
lotta di liberazione kurda. Il KADEK ha segnato uno passaggio importante nel
processo di trasformazione del movimento democratico kurdo. Centrato sulla
risoluzione dei conflitti in corso attraverso la democratizzazione, il KADEK ha
intrapreso passi significativi verso una nuova sistemazione. Comunque, questi
passi sono stati mezzi insufficienti per superare il punto morto causato dalle vecchie politiche di negazione di
ogni diritto per i kurdi da parte degli stati centrali dominanti. I diversi appelli, dichiarazioni e
progetti del KADEK per il dialogo sono rimasti senza risposta nonostante il
fatto che le sue forze guerrigliere abbiano osservato un cessate il fuoco
unilaterale per più di quattro anni, a partire dal 1999. Nell’agosto del 2003,
ha proposto una dettagliata roadmap come concreto, praticabile quadro risolutivo
per affrontare la rimostranza dei kurdi negli stati regionali, intesa a processi
bilaterali separati fra i rappresentanti dei kurdi e dei governanti di Turchia,
Iraq, Iran e Siria rispettivamente. Il KADEK, allo stesso tempo, ha chiamato al
coordinamento dei partiti kurdi già esistenti. Non ci sono dubbi che l’approccio
adottato dal KADEK abbia avuto un impatto incoraggiante sul processo politico in
Turchia, che ha portato così a cambiamenti costituzionali, fra questi
l’abolizione della pena di morte e l’abrogazione dei divieti costituzionali dell’uso della lingua kurda. La forma organizzativa del congresso ha
permesso la creazione di organizzazioni specifiche provvedendo alle necessità
dei kurdi nei diversi paesi e sostenendo il decentramento, consentendo
quindi lo svolgimento di un lavoro
politico autonomo nelle aree date. Comunque, la struttura organizzativa e il
programma del KADEK non è riuscita ad adempiere ai requisiti di pluralismo e vita civile democratica
della lotta politica. Residui del modello di partito leninista, così come
strutture di pensiero tradizionali e dogmatiche tipiche del Medioriente, non
hanno permesso l’incorporazione di nuovi gruppi sociali ed elementi democratici
in una formazione che si è dimostrata ristretta e gerarchica.
Questi
risultati hanno avuto un effetto avverso al principale obiettivo del KADEK
quello di stabilire un dialogo fra i giocatori chiave della questione kurda in
Medioriente. Lamentandosi che gli stati dominanti della regione e alcune forze
internazionali perseguono il loro sforzo a lungo termine di sradicamento della
lotta di liberazione kurda con l’accusa di terrorismo, motivo principale che ha
bloccato il percorso di riconoscimento degli interlocutori. Il KADEK è
consapevole delle sue proprie responsabilità in questa situazione, per le sue
politiche che non sono state sufficienti per avviare questo percorso. Le
aperture sostanzialmente democratiche, così come espresse nel programma
dell’organizzazione, si sono riflesse inadeguatamente nella sua struttura
interna; la continuità
personale ai livelli superiori ha suo malgrado rinvigorito le scartate
concezioni che il KADEK fosse una mera continuazione del PKK. Questo, a sua
volta, ha contaminato le aperture internazionali e colpito negativamente il
processo di democratizzazione avviato.
Notando
che le politiche degli stati regionali sono impostate sul rifiuto di riconoscere
la realtà kurda e che queste politiche, e il sostegno internazionale che loro
possono ancora raccogliere, costituiscono la ragione principale del fallimento
nel raggiungere una sistemazione, il movimento kurdo, da parte sua, deve
indubbiamente effettuare dei che facilitino la soluzione. Gli sviluppi recenti
avvenuti in Medioriente e l’estesa congiuntura politica ci hanno concesso
significative opportunità per la democratizzazione e la soluzione del conflitto
kurdo. Questi possono essere usati a beneficio del popolo kurdo nel senso che le
forze politiche organizzate presentano una volontà articolata per arrivare ad
una soluzione realistica.
È
su queste basi che il Congresso per la libertà e la democrazia del Kurdistan
(KADEK) si scioglie per poter
permettere che una struttura organizzativa nuova e più democratica possa
consentire un’ampia partecipazione. Questa nuova struttura dovrebbe essere
rappresentativa degli interessi del popolo kurdo, legittimata in accordo ai
criteri internazionali e che porti al perseguimento di un’articolazione
democratica e politicamente legale intesa alla soluzione pacifica nell’ambito degli stati
nazionali.