Nessuno ha autorizzato i carabinieri ad investire personale,
una
gran quantita' di soldi ed energie in una indagine
che ha
spaziato in tutta Italia. Quante altre indagini
stanno conducendo?
Quanti telefoni controllano? Quanta
gente pedinano? Sarebbe
ora che la sinistra cominciasse
a porre queste domande
contribuendo cosi' a tirar giu'
i carabinieri dal piedistallo di
intoccabilita' che
condividono con il presidente della repubblica
e il
papa. E si guardi il loro tipico stile: quando la bolla sara'
scoppiata a rimetterci le penne sara' il magistrato che si e'
prestato al gioco, e non loro, a tuttoggi non indicati da
nessuno,
se non da D'Avanzo, come i veri responsabili
degli arresti.
Naturalmente, Fiordalisi, il pm di Cosenza autore
dell'ordinanza,
non e' una "scheggia impazzita" della
magistratura. L'esistenza
di un pezzo di magistratura
che coraggiosamente contrasta i
"poteri forti", ha
oscurato presso il pubblico progressista la
realta' di
una corporazione che ha avuto ed ha non poche
responsabilita' nella repressione del disagio e della protesta
sociale. Non si contano i processi nei confronti di
appartenenti
ai centri sociali per aver condotto azioni
di disobbedienza civile,
ma la magistratura si e'
guardata bene, salvo qualche
eccezione, dal fare le
pulci alle parole e alle azioni dei leghisti. A
Bossi
si e' persino lasciato erigere un Parlamento alternativo e
costituire una sorta di milizia (le Guardie Padane), ridicola
certo,
ma non per questo, potenzialmente, meno
pericolosa. Come
scrive Carlo Gubitosa su Peacelink:
"Il reato di cui sono accusati
i "noglobal" arrestati
il 15 novembre e' il 270/bis del codice
penale, che
riguarda le 'associazioni con finalita' di terrorismo e
di eversione dell'ordine democratico'. Viene da chiedersi che
cosa accadrebbe se qualcuno pensasse di leggere il
codice
penale qualche riga piu' sotto, scoprendo a
poche righe di
distanza l'articolo 271, che punisce le
'associazioni antinazionali'
e prevede la reclusione da
sei mesi a due anni per chiunque
'promuove,
costituisce, organizza o dirige associazioni che si
propongono di svolgere o che svolgono un'attivita' diretta a
distruggere o deprimere il sentimento nazionale'."
Il pezzo di stato e di politica che ha spinto a favore degli
arresti
ha senz'altro avuto per fine colpire l'area
verbalmente piu'
radicale del movimento (disobbedienti
e cobas) per intimorire
tutti gli altri, ha sperato che
la parte piu' "moderata" si attardasse
in sottili
distinguo, che nell'opinione pubblica si creassero
associazioni mentali del tipo
noglobal-protesta-violenza-eversione-terrorismo che cosi' bene
avevano funzionato in passato. E che la rabbia
giustamente
provata da gran parte di chi si sente parte
del movimento
sfociasse in episodi che allontanassero
la simpatia di massa
che ci si e' guadagnati a Firenze.
Non e' certo una tattica nuova:
anche il '68 e' nato
pacifico, ma si e' scontrato con infinite
provocazioni,
e poi con stragi e bombe. Come scrive D'Avanzo:
"Questa
claunesca inchiesta giudiziaria puo' spingere il
'movimento dei movimenti' verso forme di radicalismo violento e
sovversivo. Dall'altro lato, in una congiuntura difficile per
il Paese
e il governo (crisi economica, crollo della
Fiat, disoccupazione
crescente, disagio meridionale),
puo' farsi largo chi trova
conveniente giocare la carta
del 'tanto peggio, tanto meglio'
magari per rafforzare
e difendere, in tempi grami, il proprio
potere. O, al
contrario, perche' escludere che si faccia avanti chi
crede di poter, sul filo della violenza, dare una spallata
definitiva
a un governo incapace di affrontare i
problemi del Paese e in
crisi di fiducia popolare? Le
sortite di un tipo come il deputato
padovano di An,
Filippo Ascierto, (carabiniere, gia' presente nella
sala operativa di Genova durante i disordini del G8, si augura
che 'tutte le procure italiana procedano nei confronti
dei
Disobbedienti') sono il segno di questa
irresponsabilita'
politica."
Fortunatamente la risposta del movimento e' stata
pronta,
incisiva e di massa. La lucidita' che gia'
abbiamo visto all'opera
a Firenze ha permesso a tutti,
e a tutte le componenti, di
comprendere il trucco, il
tranello, il gioco. Una provocazione di
questo genere e
di questa dimensione in qualsiasi Paese
produce
proteste che vedono almeno qualche scontro, o arresti,
o incidenti. Nonostante la rabbia, invece, nelle manifestazioni
che si sono immediatamente sviluppate nulla di tutto cio'
e'
accaduto. Lo si deve ad una acquisita straordinaria
lucidita'
politica di massa: la capacita' di intuire al
volo qual e' la trappola,
e cosa si deve fare per non
cascarci.
La saldatura che si e' verificata a Firenze, e che costituisce
il
vero salto qualitativo della fase politica italiana,
e cioe' la
convergenza tra il movimento noglobal e
quello dei lavoratori
rappresentato dalla CGIL,
rispetto a questa difficile prova ha
tenuto. Il blocco
politico composto da
correntone-prc-cgil-noglobal ha
trovato anzi un nuovo motivo di
solidarieta' e unita'
interna di fronte all'attacco. Si e' arricchito
anche
della convergenza del movimento dei girotondi, sceso in
piazza a protestare con gli altri contro gli arresti. Per chi ha
vissuto negli anni settanta la lotta senza quartiere tra PCI
e
movimenti, con un PCI che scattava sull'attenti di
fronte alle
iniziative di organi dello stato, leggere
il comunicato
immediatamente fatto uscire dalla FIOM, i
commenti dell'ARCI e
della Rete Lilliput, uniti
nell'esprimere la piena solidarieta' agli
arrestati
senza frasi del tipo "aspettiamo di leggere le accuse"
(come invece hanno fatto Fassino, Rutelli & C), ci fa dire
che
l'azione dei carabinieri si sta rivelando un
boomerang.
UN ATTACCO TARDIVO E SCOMBINATO
Dopo un giorno di silenzio delle destra (con dichiarazioni
di
Schifani di sostegno all'azione di Fiordalisi), il
17 lo stesso
Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu con
un breve dispaccio ha
preso le distanze dall'iniziativa
cosentina. E cosi' tutta una serie
di esponenti della
destra. Tra questi il 18 anche Alfredo
Mantovano,
sottosegretario all'Interno, e appartenente alla forza
piu' vicina a polizia e carabinieri: AN. Questi afferma tra l'altro:
"I
dubbi gia' emergono leggendo le imputazioni."
Contesta poi che
si possa imputare la costituzione di
"associazione sovversiva"
che "non e' una SPA, non si
va dal notaio a depositare l'atto
costitutivo." Dello
stesso tenore le dichiarazioni di Bossi ed altri.