|
ESSERE DONNA IN BURKINA
FASO fotografie di Carla Cinelli
| |
 |
25.6.2003 |
Anche la prossima estate Roma sarà punto di
incontro tra le culture occidentali e quelle dell’Africa
sub-sahariana. Al Nuovo Teatro Pianeta ti aspetta un festival
internazionale, dai molti volti, che si apre alla conoscenza
reciproca e all’integrazione tra culture e popoli Festad’Africa,
Festival internazionale delle culture sub-sahariane contemporanee,
riparte con un viaggio di 9 giorni alla scoperta dell’Africa
contemporanea. Un crocevia di culture, persone, storie e luoghi,
in una grande festa internazionale che unisce immagini,
drammaturgia, teatro, laboratori, dibattiti, cucina, danza, musica,
mostre, in un’ esperienza senza limiti di età o di passaporto, per
far crescere e divertire bambini e adulti . Qualche piccola
anticipazione? La prima mondiale del testo vincitore del “Premio
Scena Madre” di drammaturgia, riservato ad autori africani che
scrivono in lingua italiana, per esempio. Oppure, per la prima
volta in Italia la compagnia di danza contemporanea JazzXchange
Music and Dance Company diretta da Sharon Wray . O ancora, la
festa d’Indipendenza di Capo Verde…. O la mostra itinerante
ESSERE DONNA IN BURKINA FASO che giunge a Roma dopo aver toccato
numerose province, dalla Lombardia alla Puglia. La vita
quotidiana delle donne in Burkina Faso raccontata dalle immagini di
Carla Cinelli e dalle parole di Clarisse Cantiono. La prima, una
fotografa di Brescia, tesse con i suoi ritratti la trama di molte
storie attraverso volti, sguardi, gesti, sorrisi, dettagli. La
seconda, una giovane donna che ha sfidato famiglia e tradizioni in
una dura lotta per la propria libertà, ci parla di sé e delle donne
del suo Paese. Così dal Sahel, alla periferia del mondo, per noi
oggi queste storie diventano vita.
l’autrice: Carla
Cinelli (Brescia 1963), è fotografa professionista dal 1981 e ha
sviluppato la sua ricerca soprattutto nell’ambito della fotografia
sociale. Ha realizzato esposizioni personali e partecipato a
mostre collettive a Brescia, Milano, Darmstadt, Köln e
Thournout. Nel 1999 ha ricevuto il Primo Premio per la migliore
fotografia italiana al Concorso Internazionale Hasselblad Open “A
Tribute To The Great
Masters”. http://www.carlacinelli.com
Per realizzare
queste immagini ho trascorso cinque settimane in Burkina Faso,
nell’AFrica Occidentale. Dalle zone desertiche dell’estremo
Nord-Est, le terre dei Tuareg, mi sono spinta fino a Sud-Ovest,
passando per le grandi savane dell’altopiano centrale. Oltre 2000
chilometri fra il deserto e la savana, di villaggio in villaggio, di
città in città. Luoghi oggi per me legati in modo indissolubile
alle donne che ho conosciuto e fotografato, luoghi dai nomi
difficili da pronunciare: Gorom-Gorom, Dori, Assakane,
Falagountou, Bani, Kaya, Zitenga, Tanlili, Nambegouian, Nonghin,
Loumbila, Kossodo, Ouagadougou. E ancora, dall’altopiano centrale
per i villaggi di Poa, Koudougou, Goundi, Zoula, Reo, Sabou, Boromo
fino a Sud-Ovest per Asi, Koro, Koumi, Bobo-Diulasso. Le bambine,
le ragazze e le donne che la mostra propone appartengono a gruppi
etnici diversi (in Burkina Faso se ne contano oltre sessanta) e
molte, insieme al consenso ad essere fotografate, mi hanno
raccontato qualcosa della loro vita. Proprio da questi racconti sono
ricavati i testi che accompagnano le immagini. A loro dedico
questo lavoro. Di cuore. Carla Cinelli
hanno
scritto: …Carla Cinelli ha saputo e voluto calarsi nell’ottica
non soltanto della testimonianza visiva – cosa che ha fatto
egregiamente avvalendosi di un biancoenero intenso, e di una
raffigurazione ravvicinata con tagli d’inquadratura spesso evocativi
e mai banali – ma ha voluto farsi raccoglitrice di storie.
Cosicché ogni immagine, in mostra e sul catalogo, è accompagnata da
una microstoria che spiega non soltanto soggetto e contenuto, ma
anche lo spunto di quello scatto. …Storie vere e immagini vere,
dunque, senza pietismi né artifizi drammatizzanti. Perché essere
donna in Burkina Faso contiene già il senso del dramma. (tratto
da: Giornale di Brescia - 28 marzo 2002 – a firma Francesco
Fredi)
…La mostra ci consegna così un lungo racconto fatto da
25 piccoli capitoli; ognuno di essi ci racconta un pezzetto della
storia delle donne di questo paese alla periferia del mondo. Un
racconto emozionante che si snoda fra il rigore del bianco e nero
delle immagini e lo squillare dei colori africani dell’allestimento,
semplice ma di grande effetto. (tratto da: Quale Consumo – 5
maggio 2002 – a firma Gabriella Bonvini e Daniela
Faiferri)
…Ancora una volta Carla Cinelli ci propone il suo
modo originale di intendere la fotografia, la sua <> di un popolo e di un ambiente. Senza questa percezione
sembra più difficile per lei confrontarsi con l’obiettivo e con la
realtà. Già negli ultimi lavori realizzati per il comune di Rezzato,
e per l’associazione umanitari Jyothi, l’autrice ha sviluppato e
approfondito un modo di concepire la fotografia come narrazione di
un gruppo, dove i soggetti e le comunità diventano sempre più spesso
protagonisti della loro storia, raccontandola in prima
persona. C’è nell’opera di Carla Cinelli un modo di condividere
un passato comune attraverso l’uso dell’immagine, come se la
fotografia, e forse in genere l’arte, non avessero poi molto senso
se non nel rapporto con la realtà, con le persone e i drammi veri,
con i problemi della quotidianità e le emozioni che suscitano. Un
modo di raccontare che dalla luce del Shael sfrutta soprattutto i
contrasti, le ombre profonde, i contorni che si sfocano nella vampa
abbagliante di vastità semi desertiche. (tratto da: Bresciaoggi –
28 marzo 2002 – a firma Rossana Cerretti)
…Le immagini
delicatissime di questa attenta e sensibile fotografa parlano di
situazioni difficili da cambiare: donne che a 13 anni si trovano
madri col peso di un'intera famiglia, per essere state date in mogli
o vendute a uomini che le utilizzano come manovalanza nei lavori
agricoli; donne che subiscono soprusi come l'escissione, che sebbene
vietata dalla legge, viene clandestinamente a tutt'oggi praticata;
donne che per tutta una vita, devono obbedire per non essere
ripudiate; donne che a dodici anni hanno l'obbligo di sposarsi e
fare molti bambini. …Le immagini in mostra, in bianco e nero,
evocative e mai banali, sono raccolte anche in un catalogo dove ogni
fotografia è accompagnata dalla piccola storia della protagonista: a
raccontarcela é una di loro. Si chiama Clarisse Cantiono, ed è una
delle poche donne che è riuscita a dire basta ai soprusi e alle
violenze: oggi gestisce l'ospedale di un centro missionario, e vive
in una condizione di donna libera coi suoi 3 figli. Clarisse e la
sua storia aprono, con una delle piú belle immagini di Carla
Cinelli, la mostra fotografica e il catalogo.
|
|
 |