DAL 4 AL 12 LUGLIO 2003 
 
 
ESSERE DONNA IN BURKINA FASO
fotografie di Carla Cinelli
25.6.2003
Anche la prossima estate Roma sarà punto di incontro tra le culture occidentali e quelle dell’Africa sub-sahariana.
Al Nuovo Teatro Pianeta ti aspetta un festival internazionale, dai molti volti, che si apre alla conoscenza reciproca e all’integrazione tra culture e popoli Festad’Africa, Festival internazionale delle culture sub-sahariane contemporanee, riparte con un viaggio di 9 giorni alla scoperta dell’Africa contemporanea.
Un crocevia di culture, persone, storie e luoghi, in una grande festa internazionale che unisce immagini, drammaturgia, teatro, laboratori, dibattiti, cucina, danza, musica, mostre, in un’ esperienza senza limiti di età o di passaporto, per far crescere e divertire bambini e adulti .
Qualche piccola anticipazione?
La prima mondiale del testo vincitore del “Premio Scena Madre” di drammaturgia, riservato ad autori africani che scrivono in lingua italiana, per esempio.
Oppure, per la prima volta in Italia la compagnia di danza contemporanea JazzXchange Music and Dance Company diretta da Sharon Wray .
O ancora, la festa d’Indipendenza di Capo Verde….
O la mostra itinerante ESSERE DONNA IN BURKINA FASO che giunge a Roma dopo aver toccato numerose province, dalla Lombardia alla Puglia.
La vita quotidiana delle donne in Burkina Faso raccontata dalle immagini di Carla Cinelli e dalle parole di Clarisse Cantiono.
La prima, una fotografa di Brescia, tesse con i suoi ritratti la trama di molte storie attraverso volti, sguardi, gesti, sorrisi, dettagli.
La seconda, una giovane donna che ha sfidato famiglia e tradizioni in una dura lotta per la propria libertà, ci parla di sé e delle donne del suo Paese. Così dal Sahel, alla periferia del mondo, per noi oggi queste storie diventano vita.

l’autrice:
Carla Cinelli (Brescia 1963), è fotografa professionista dal 1981 e ha sviluppato la sua ricerca soprattutto nell’ambito della fotografia sociale.
Ha realizzato esposizioni personali e partecipato a mostre collettive a Brescia, Milano, Darmstadt, Köln e Thournout.
Nel 1999 ha ricevuto il Primo Premio per la migliore fotografia italiana al Concorso Internazionale Hasselblad Open “A Tribute To The Great Masters”.
http://www.carlacinelli.com

Per realizzare queste immagini ho trascorso cinque settimane in Burkina Faso, nell’AFrica Occidentale.
Dalle zone desertiche dell’estremo Nord-Est, le terre dei Tuareg, mi sono spinta fino a Sud-Ovest, passando per le grandi savane dell’altopiano centrale. Oltre 2000 chilometri fra il deserto e la savana, di villaggio in villaggio, di città in città.
Luoghi oggi per me legati in modo indissolubile alle donne che ho conosciuto e fotografato, luoghi dai nomi difficili da pronunciare:
Gorom-Gorom, Dori, Assakane, Falagountou, Bani, Kaya, Zitenga, Tanlili, Nambegouian, Nonghin, Loumbila, Kossodo, Ouagadougou.
E ancora, dall’altopiano centrale per i villaggi di Poa, Koudougou, Goundi, Zoula, Reo, Sabou, Boromo fino a Sud-Ovest per Asi, Koro, Koumi, Bobo-Diulasso.
Le bambine, le ragazze e le donne che la mostra propone appartengono a gruppi etnici diversi (in Burkina Faso se ne contano oltre sessanta) e molte, insieme al consenso ad essere fotografate, mi hanno raccontato qualcosa della loro vita. Proprio da questi racconti sono ricavati i testi che accompagnano le immagini.
A loro dedico questo lavoro.
Di cuore.
Carla Cinelli



hanno scritto:
…Carla Cinelli ha saputo e voluto calarsi nell’ottica non soltanto della testimonianza visiva – cosa che ha fatto egregiamente avvalendosi di un biancoenero intenso, e di una raffigurazione ravvicinata con tagli d’inquadratura spesso evocativi e mai banali – ma ha voluto farsi raccoglitrice
di storie. Cosicché ogni immagine, in mostra e sul catalogo, è accompagnata da una microstoria che spiega non soltanto soggetto e contenuto, ma anche lo spunto di quello scatto.
…Storie vere e immagini vere, dunque, senza pietismi né artifizi drammatizzanti. Perché essere donna in Burkina Faso contiene già il senso del dramma.
(tratto da: Giornale di Brescia - 28 marzo 2002 – a firma Francesco Fredi)

…La mostra ci consegna così un lungo racconto fatto da 25 piccoli capitoli; ognuno di essi ci racconta un pezzetto della storia delle donne di questo paese alla periferia del mondo. Un racconto emozionante che si snoda fra il rigore del bianco e nero delle immagini e lo squillare dei colori africani dell’allestimento, semplice ma di grande effetto.
(tratto da: Quale Consumo – 5 maggio 2002 – a firma Gabriella Bonvini e Daniela Faiferri)

…Ancora una volta Carla Cinelli ci propone il suo modo originale di intendere la fotografia, la sua <> di un popolo e di un ambiente. Senza questa percezione sembra più difficile per lei confrontarsi con l’obiettivo e con la realtà. Già negli ultimi lavori realizzati per il comune di Rezzato, e per l’associazione umanitari Jyothi, l’autrice ha sviluppato e approfondito un modo di concepire la fotografia come narrazione di un gruppo, dove i soggetti e le comunità diventano sempre più spesso protagonisti della loro storia, raccontandola in prima persona.
C’è nell’opera di Carla Cinelli un modo di condividere un passato comune attraverso l’uso dell’immagine, come se la fotografia, e forse in genere l’arte, non avessero poi molto senso se non nel rapporto con la realtà, con le persone e i drammi veri, con i problemi della quotidianità e le emozioni che suscitano. Un modo di raccontare che dalla luce del Shael sfrutta soprattutto i contrasti, le ombre profonde, i contorni che si sfocano nella vampa abbagliante di vastità semi desertiche.
(tratto da: Bresciaoggi – 28 marzo 2002 – a firma Rossana Cerretti)

…Le immagini delicatissime di questa attenta e sensibile fotografa parlano di situazioni difficili da cambiare: donne che a 13 anni si trovano madri col peso di un'intera famiglia, per essere state date in mogli o vendute a uomini che le utilizzano come manovalanza nei lavori agricoli; donne che subiscono soprusi come l'escissione, che sebbene vietata dalla legge, viene clandestinamente a tutt'oggi praticata; donne che per tutta una vita, devono obbedire per non essere ripudiate; donne che a dodici anni hanno l'obbligo di sposarsi e fare molti bambini.
…Le immagini in mostra, in bianco e nero, evocative e mai banali, sono raccolte anche in un catalogo dove ogni fotografia è accompagnata dalla piccola storia della protagonista: a raccontarcela é una di loro. Si chiama Clarisse Cantiono, ed è una delle poche donne che è riuscita a dire basta ai soprusi e alle violenze: oggi gestisce l'ospedale di un centro missionario, e vive in una condizione di donna libera coi suoi 3 figli. Clarisse e la sua storia aprono, con una delle piú belle immagini di Carla Cinelli, la mostra fotografica e il catalogo.

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ROMA

nell’ambito del FESTAD'AFRICA FESTIVAL

(Festival Internazionale delle Culture
Sub-Sahariane Contemporanee)

Nuovo Teatro Pianeta
Viale della Primavera

 

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www.festadafricafestival.com
 
 
http://www.portfolioitalia.com/immagine/html/foto0098.htm