----- Original Message ----- From: Amnesty International press@amnesty.it To: stampa@amnesty.it Sent: Friday, February 08, 2002 4:14 PM Subject: CS08-2002 - Algeria: dieci anni di emergenza, dieci anni di gravi abusi dei diritti umani
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COMUNICATO STAMPA
Algeria: dieci anni di emergenza, dieci anni di gravi abusi dei diritti umani
"A dieci anni dalla dichiarazione
dello stato di emergenza in Algeria, le autorita' hanno fallito in maniera deprecabile nella risoluzione della crisi dei diritti umani nel paese" ha dichiarato Amnesty International alla vigilia dell'anniversario di questa proclamazione, il 9 febbraio 2002.
"Malgrado le obbligazioni dell'Algeria
nei confronti della propria legislazione e degli standard internazionali sui diritti umani, i governi che si sono succeduti dal 1992 non solo non hanno adottato le misure necessarie per condurre inchieste approfondite, indipendenti ed imparziali sui gravi abusi dei diritti fondamentali commessi, ma hanno anche ripetutamente ostacolato i tentativi di coloro che intendevano osservare la situazione dei diritti umani nel paese" ha deplorato l'organizzazione.
L'impunita' generalizzata di cui
beneficiano i responsabili di abusi di diritti umani ha permesso a numerosi colpevoli dei piu' atroci crimini di sfuggire alla giustizia e privato le vittime e i loro familiari della possibilita' di chiedere risarcimenti.
Le violazioni dei diritti umani in
Algeria sono state istituzionalizzate. Solo nel corso del 2001, oltre 80 civili sono stati uccisi illegalmente dalle forze di sicurezza e decine di altri sono stati torturati o detenuti segretamente per periodi piu' o meno lunghi. Circa 200 persone muoiono ancora ogni mese in ragione della prosecuzione del conflitto armato, che dura da oltre dieci anni. Il numero delle uccisioni e' rimasto globalmente inalterato dall'inizio del 1999. Tra le numerose vittime vi sono donne e bambini caduti nel quadro di indiscriminati e deliberati attacchi ad opera di gruppi armati.
"I casi conosciuti di abusi dei
diritti umani potrebbero rappresentare solo la parte emersa di un iceberg" ha osservato Amnesty International, in quanto e' estremamente difficile ottenere informazioni in merito a causa del sentimento di paura generalizzato che prevale fra le vittime e i loro familiari, convinti che la denuncia di queste violazioni non possa che aggravare le loro difficolta'. Nel dicembre 2001, una commissione d'inchiesta ufficiale avviata dalle autorita' per fare luce sulle uccisioni di decine di manifestanti non armati nella regione di Kabylia l'anno scorso, ha reso noto di non poter portare a termine la propria missione perche' numerosi testimoni erano troppo spaventati per parlare.
Le autorita' hanno anche adottato un
certo numero di misure perche' il protrarsi della crisi dei diritti umani algerina passi largamente inosservata in seno alla comunita' internazionale. In particolare, esse hanno recentemente approvato disposizioni legislative che limitano ulteriormente l'esercizio della liberta' di espressione e restringono l'accesso al paese da parte di osservatori stranieri.
Nonostante abbia tentato a piu' riprese
di inviare una delegazione in Algeria nel corso del 2001, Amnesty International non ha ottenuto il permesso di visitare il paese per condurvi regolari attivita' di ricerca sin dal novembre 2000. L'organizzazione, a cui era stato negato l'accesso al territorio algerino dalla meta' del 1996, nel 2000 e' stata autorizzata ufficialmente ad effettuarvi due visite. Anche ad altre organizzazioni internazionali e' negato l'ingresso nel paese da almeno un anno.
Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite
sulle sparizioni forzate o involontarie, che aveva richiesto di visitare l'Algeria nel 2000, non e' stato autorizzato. Allo stesso modo, sia il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie sia il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, che chiedono da lungo tempo di effettuare una visita nel paese, non sono mai stati invitati dal governo.
"Non si puo' continuare a sacrificare i diritti umani fondamentali
per
la sicurezza nazionale" ha dichiarato Amnesty International, aggiungendo
che
"in occasione del decimo anniversario dalla proclamazione dello stato di emergenza, lo stato algerino e' tenuto ad assumersi le responsabilita' che
gli
competono nei confronti della propria legislazione e a conformarsi alla normativa internazionale in materia di diritti umani".
La Sezione Italiana di Amnesty International ha comunicato al
Governo
e al Parlamento italiani la propria preoccupazione in particolare in
merito
all'accordo firmato fra l'Unione Europea e l'Algeria il 19 dicembre
scorso, nel
quadro del processo di partnership euromediterranea iniziato con la dichiarazione di Barcellona del 1995. Deplorando sia l'elusione delle responsabilita' del governo algerino sia il disinteresse dell'Unione
europea
agli abusi dei diritti umani ripetutamente perpetrati nel paese, l'organizzazione e' seriamente preoccupata della firma dell'accordo, che
non
contiene indicazioni operative specifiche per la tutela dei diritti umani
e
ignora le inadempienze del governo algerino. FINE DEL COMUNICATO
Roma, 8 febbraio 2002
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