carissimi Paola e Matteo, non ho letto la lettera galeotta, anche perchè evito il più possibile di comperare i bollettini di guerra, però penso sia opportuno rispondere alla lettera in oggetto. farei però una necessaria premessa, del tipo chi sono Isetti e Galli? che non li vuole nessuno, nel senso che sulla candidatura di Galli in Loggia il polo delle " illiberalità" si sta scannando? Questi mediocri personaggi, devono essere ridicolizzati, piccoli uomini per grandi problemi, oserei dire, indecifrabili esseri amanti del potere e della notorietà ed in assenza di esse, nullità che vivono con acredine verso sè stessi prima ancora che verso altri, l' esistenza, ( non dico questo per preconcetto, ma per averli sentiti esprimersi). Quindi, non precisiamo ciò che non abbiamo fatto alla manifestazione, ma bensì mostriamo di che ...pasta sono fatti i "nostri" avversari ( ma Sono avversari tali di questo nome?).
Con Affetto Walter Saresini
---------- Da: lacomune lacomune@libero.it A: brescia social forum bsf@circolab.net Oggetto: [Bsf] dal folklore al fetore Data: sabato 23 novembre 2002 18.44
Abbiamo letto questa mattina sul Giornale di Brescia nella rubrica "Lettere al direttore" un'intervento di Cesare Galli e di Luca Isetti della lega nord, nel quale si esprimevano alcuni commenti e una PALESE MENZOGNA sulla manifestazione di sabato contro l'arresto dei compagni. In particolare, i due guerrieri celtici lamentavano "l'atteggiamento antidemocratico del corteo degli autonomi" che, al passaggio di fronte al gazebo padano, hanno insultato gli impavidi militanti presenti (pennuti compresi), impedendo loro "di far conoscere ai bresciani le loro proposte per il governo della città" e arrivando a colpirne uno addirittura con un cubetto di porfido. L'intervento prosegue poi sproloquiando sulla necessità di privatizzare ed esternalizzare quanto possibile per consentire ai bresciani di usufruire della beneficità dei servizi e dei diritti a libero mercato. Non sarebbe forse opportuna una "piccola precisazione"? A presto Paola e Matteo Rifondazione - Quinzano