Caro Felice,
sulla Tavola per la Pace e sulla Consulta ho capito
come la pensi.
Mi sfugge ancora la questione delle vittime e la
questione dei Kamikaze.
Io ti dico come la penso sul discorso
kamikaze:
1 capisco il loro gesto, ma non lo
condivido;
2 i kamikaze sono mandati a compiere il loro
"innaturale gesto" secondo un preciso disegno strategico-politico che io non
condivido; questo non emerge dallo scritto di Lev, mentre secondo me è un dato
importantissimo;
Penso non sia necessario che mi esprima nei
confronti del governo Sharon e di quello che sta facendo e nemmeno sulle
responsabilità delle istituzioni internazionali.
Sarebbe comunque importante, almeno tra di noi,
capire quali sono state in questi anni le scelte " errate" di Arafat, tra
queste, io penso, quella di non aver creduto fino in fondo nella
scelta della nonviolenza, più presente nella prima che nella seconda
intifada.
Scrivo queste cose perchè non voglio cadere
nell'errore del dopo 11 Settembre, o con Bush o con Bin Laden, mi preme far
emergere la complessità della situazione attuale, cercando di porre alcuni
stimoli alla confronto. Questo non vuol dire non prendere posizione, è solo un
tentativo di non farsi polarizzare.
Ovviamente in quello che dico non penso di aver
ragione, anzi magari sto proprio sbagliando.
Il dato fondamentale a questo punto è proprio
quello riportato da Lev Grinberg:
Bisogna invertire l'intera opinione pubblica
internazionale, e le Nazioni unite devono dispiegare forze d'intervento per
fermare il sangue e bloccare il peggio che sta arrivando. Gli israeliani e i
palestinesi hanno un bisogno disperato di un mutamento di rotta dell'opinione
mondiale. Ne abbiamo bisogno, per salvare le nostre vite e preservare la
nostra speranza in un futuro migliore.
N.B.: una polarizzazione che non condivido è anche
quella di " o con il BSF o con la consulta", penso vadano ricercati percorsi
diversi.
p.s.: i pois non dovrebbero essere verdi, perchè
magari pensano che siamo vicini alla lega e nemmeno arancioni perchè hanno del
mistico. Scegliamo solo il rosso vivo.
Scusate l'invadenza.
Agostino
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, April 30, 2002 3:29
AM
Subject: [Bsf] Perugia -Assisi passando
da Jenin
Al mondo ci sono tanti docenti universitari tra
cui Lev Grinberg.
Ah......dimenticavo: non ho mai capito come mai
nel
Direttivo della Tavola della Pace ci siano
organizzazioni che
hanno sostenuto le guerre in Iraq, in
Kossovo,
in Afghanistan ed i cosidetti "interventi
umaniari" in Somalia ed
in Albania. Comincio ad avere il sospetto che
gli
Appelli della Tavola della Pace siano
scritti con la
penna in una mano ed il manuale Cencelli
nell'altra.
Buonanotte
Felice
p.s. propongo che i pullman del BSFper la Perugia
-Assisi siano molto colorati
( a pois verdi e arancioni) in modo da
distinguerli anche a molti
kilometri di distanza da quelli tristissimi
della Consulta che, si vocifera,
avranno sul lunotto posteriore un mega poster
della coppia
Corsini-Comini.
IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO
di LEV GRINBERG*
Qual è la differenza tra il terrorismo di stato e
atti terroristici di singoli individui? Quando Arafat è stato messo sotto
assedio nei suoi uffici, è stato pressato a combattere il terrorismo. Il
terrorismo di stato israeliano è definito ufficialmente dagli americani come
«autodifesa», mentre i kamikaze sono chiamati terroristi. La sola «piccola»
differenza è che l'aggressione di Israele è responsabilità diretta di Ariel
Sharon, Benjamin Ben Eliezer, Shimon Peres e Shaul Mofaz, mentre gli attentati
terroristici sono compiuti da individui disperati, spesso contro la volontà di
Arafat. Un'ora dopo che Arafat aveva proclamato la sua adesione al cessate il
fuoco e augurato agli ebrei una felice festa di pasqua, un kamikaze si è fatto
esplodere in un hotel di Netanya, uccidendo 22 innocenti che festeggiavano la
pasqua ebraica. Arafat è stato considerato responsabile di quell'azione, e
quest'accusa è alla base dell'offensiva militare israeliana in corso. Allo
stesso tempo, la responsabilità di Sharon per i crimini di guerra israeliani è
ignorata. Chi dovrebbe essere arrestato per l'uccisione mirata di almeno 100
palestinesi e per la morte di più di 120 tra medici e infermieri palestinesi?
Chi dovrebbe essere condannato per aver ucciso più di 1.200 palestinesi e per
la punizione collettiva di oltre 3 milioni di civili negli ultimi 18 mesi? E
chi affronterà i tribunali internazionali per le colonie illegali nei
Territori occupati e per aver disapplicato le risoluzioni Onu per più di 35
anni?
Le bombe suicide che uccidono civili innocenti
devono essere inequivocabilmente condannate; ma sono atti non paragonabili al
terrorismo di stato. I primi sono atti di disperazione di gente che non vede
futuro, del tutto ignorata da un'opinione internazionale distorta e ingiusta.
Gli altri sono decisioni fredde e «razionali» di uno stato e di un apparato
militare di occupazione, ben equipaggiato, finanziato e spalleggiato
dall'unica superpotenza mondiale.
Nel dibattito pubblico, il terrorismo di stato e
gli uomini-bomba non sono in realtà considarati atti di terrorismo tra loro
comparabili. Il terrore di stato e i crimini di guerra perpetrati dal governo
israeliano sono legittimati come «autodifesa», mentre ad Arafat, persino ora
che è sotto assedio, si chiede di arrestare i «terroristi». Voglio chiedere:
chi arresterà Sharon, il diretto responsabile dell'ordine di uccidere i
palestinesi? Quando sarà definito anch'egli un terrorista? Per quanto tempo il
mondo ignorerà l'urlo palestinese che chiede solo libertà e indipendenza?
Quando smetterà di negare il fatto che lo scopo del governo israeliano non è
la «sicurezza» , ma l'occupazione e la sottomissione del popolo
palestinese?
Come israeliani all'opposizione, combattiamo
contro il nostro governo, ma il sostegno internazionale che riceve Sharon
mette continuamente a rischio la nostra lotta. Bisogna invertire l'intera
opinione pubblica internazionale, e le Nazioni unite devono dispiegare forze
d'intervento per fermare il sangue e bloccare il peggio che sta arrivando. Gli
israeliani e i palestinesi hanno un bisogno disperato di un mutamento di rotta
dell'opinione mondiale. Ne abbiamo bisogno, per salvare le nostre vite e
preservare la nostra speranza in un futuro migliore.
*Lev Grinberg è un sociologo israeliano,
direttore dell'Humprey Istitute per la ricerca sociale
all'università Ben
Gurion.