Alle 19:56, domenica 30 novembre 2003, Enrico Fornoni ha scritto: con perplessità intervengo di nuovo. ammetto che la prima risposta che mi è venuta sabato mattina alla lettura della scorsa lettera di Enrico è stata: "urca! urca! che cosa ho scatenato." poi ho rimpianto il passamontagna di Marcos e di Armin, che celando le identità, concentra sui contenuti, e mi sono trattenuto. ho bisogno di tempo perchè ammetto di essere in difficoltà. non ho mica capito bene ciò che Enrico afferma complessivamente. rifletto su singoleaffermazioni anche chiedendo lumi. perchè chiamarci iene? e poi io e chi altri?
per quanto riguarda l'allegato serio mi perplime il metodo, perchè attribuirmi risposte preventive? mah! per quanto riguarda l'alternativa secca tra naftalina e tarme mi scuso, ma mi era parso che l'avessi posta tu. sono contento che il dibattito sia su vantaggi e problemi dei metodi eliminazione delle tarme.
Enrico scrive: "Sullisolamento dal reale, la doppiezza, la prassi moralistica non so, guarda, mi pare che ti abbia preso una vena un tantino triste; mi dispiace e non voglio infierire; ci sono giornate in cui uno vede tutto grigio, non è il caso che qualcuno ci si metta a giragli intorno per spaccargli i coglioni cazzo dai, e lascialo stare! vedrai che domani gli è passata ennohe, troppo facile! prima insulta e poi devo lasciarlo stare? MORALISTA? a chi moralista? ecc. ecc."
quanto alla prassi moralistica, denunciavo il rischio, sono felice che non esista. resto sbigotto dalle voci che si inseriscono nella tua lettera, spero che non siano sintomo di un'altra doppiezza. sulla scienza moderna, riconosco di riferirmi soprattutto alla fisica, le altre scienze quando sono efficaci cercano di imitarne i metodi. capisco di dire cose gravi e cariche di conseguenze. e il riferimento al concetto di approssimazione riguarda la distanza tra verità e scienza, che albert E. ha sancito, per ora, con la teoria della relatività. ammetto di non conoscere A.Koyrè, ma gli echi del titolo da te citato mi fanno venire i brividi. dirò di più V. Ilic con materialismo ed empirio-criticismo ha preso una cantonata, seppure interssante da leggere, anche perchè forse conosceva poco Mach ed Avenarius, e per nulla Albert. E., ed ha interpretato il loro pensiero secondo le sue necessità polemiche. e veniamo quindi all'interpretazione dei "classici?" sono contrario all'interpretazione dei classici, come di chiunque. se Marx o Lenin hanno scritto delle frasi, io penso che volessero affermare quei concetti, e non i concetti che a chiunque serva un criterio di autorità gli mette in bocca. le citazioni a memoria mi sono estranee, anche perchè non mi ricordo i nomi delle persone che normalmente frequento, figuriamoci... mi rifiuto di interpretare chiunque, ci sono per attribuire idee mie a qualcun'altro. posso non essere d'accordo, posso usare parte delle osservazioni, contestualizzare, ma mi rifiuto di partecipare alla truffa dell'esegesi. come tu dici posso fare lo scolaretto, cercare di capire, ma non sono mai stato disponibile all'ipse dixit, che porta dritti alla truffa dell'attualizzazione e dell'interpretazione. come pregherei te e chiunque altro di non interpretarmi, enon mettermi in computer risposte che non ho letteralmente scritto. alcuni concetti si possono utilizzare, altri no. pazienza. e quasi alla fine la violenza , la presa del palazzo d'inverno ecc. ecc. onestamente faccio fatica. sulla nonviolenza troppe discussioni per poi trovarmi truffato da tanti ma e però, in questo caso, ecc. vorrei saper se il rifiuto della violenza è totale o è solo questione di opportunità e di situazioni. o anche se si tratta di evitare la diffusione della violenza , ma siamo disposti a usarla per fermare una violeza maggiore; in questo caso siamo tutti nonviolenti Lenin e Ghandi compresi e la discussione si sposta sui limiti che ci diamo. evito di affrontare la vicenda Boliviana che tanti mi hanno già sentito citare, penso che sia una vicenda paradigmatica. infine sull'ultima lettera di Enrico solo due battute. una sull'estetica delle nostre iniziative. a sedici anni ero convinto che il bello fosse la rappresentazione simbolica dell'utile. poi mi sono convinto che fosse una cazzata, che giustificava il mio poco interesse per l'arte. quando negli ultimi anni ho cominciato ad interessarmi di arti figurative mi sono reso conto che forse l'intuito degli adolescenti andrebbe tenuto in maggior considerazione. quindi anche qui diventa una discussione di efficacia ed utilità dell'agire. seconda considerazione, il dibattito tra estremisti e rivoluzionari è altra cosa dalla polemica sulle riforme tra rivoluzionari e riformisti. i riformisti accettano le compatibilità del sistema e quasi mai fanno riforme, se non sull'onda di lotte dirette da chi ha " l'illusione" e la volontà di cambiare il mondo. i rivoluzionari hanno come sottoprodotto della loro attività le riforme, proprio perchè non accettano porsi il problema della gestione della società così come è. per questo corsini non fa riforme, ma quasi sempre controriforme, e Manlio invece propone cambiamenti reali contro le ingiustizie. quanto alle istituzioni borghesi sì è troppo lungo anche per me adesso. cosa centra tutto ciò con la proposta di cambiamento del regolamento? si tratta di impostare nel modo più efficace e demistificante la campagna contro exa e quendi di nuovo siamo al discutere sull'efficacia e sull'utilità di questa proposta. non ho ancora capito perchè Enrico non la ritiene utile, visto che non si tratta di un rifiuto morale. ciao ciao sauro
Caro Walter, faccio una piccola premessa: non credo che ci sia nessun rischio che loro accettino modifiche al regolamento (soprattutto all'art. 3), non c'era l'anno scorso e non c'e' quest'anno, ma questo secondo me non toglie affatto significato ad iniziative portate su questo terreno. Da questo punto di vista non credo ci sia il rischio di avere un regolamento 'firmato da noi'.
Resta secondo me il problema della posizione in cui CI e LI mettiamo. Ma qui il discorso si allargherebbe ... credo che mi metterei a parlare della QUALITA' ESTETICA delle nostre iniziative (un altro tema per me decisivo); ma se avessi il tempo di allargarmi ... beh, allora invece di star qui a pensarci sopra da solo verrei direttamente alle riunioni in cui si discute della cosa. Il tempo come sai, purtroppo, non ce l'ho.
Mi limito allora ad una replica sul punto di cui sopra (e con questo - potete tirare un sospiro di sollievo! - chiudo i miei interventi sul tema).
Devo dirti che la spiegazione non attenua, al contrario accresce le mie riserve.
Saro' breve ... vi vedo gia' tremare ...
Exa come il consiglio comunale? No scusa!
Capisco che nella tradizione marxista le istituzioni della democrazia borghese abbiano goduto di una pessima fama ... ma un po' di acqua e' passata sotto i ponti ... ed oggi giustamente cerchiamo altre strade per praticare una democrazia partecipativa ...
Ma io il consiglio comunale un po' mio lo sento, non tantissimo intendiamoci, ma un po' si'. Exa proprio per nulla.
Lo stesso Bertinotti, che non disdegna il cachemire, della democrazia borghese non ha - ne sono certo - un'idea cosi' bassa.
Quanto a Manlio, passami la battuta, puo' star tranquillo ... quando ho letto la prima uscita di Sauro ("gli estremisti pensano che le riforme li corresponsabilizzino nella gestione della società, i rivoluzionari invece pensano che le riforme siano prodotto delle lotte e passi in avvicinamento verso la rivoluzione") ho pensato: ed io che pensavo cosi' male di Corsini, vedi un po' che invece e' un autentico rivoluzionario!
Ma e' solo una battuta, e Manlio evidentemente non c'entra nulla ... o magari ci tiene alla sua fama di pericoloso estremista? ... beh, vedra' lui ... io spero solo che non intervenga a brandire a sua volta un sacro testo ... in quel caso forse non riuscirei a trattenermi e la lista rischierebbe un'altra inondazione ...
Un abbraccio Enrico
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