Care/i compagni/e,
Di seguito i tristi resoconti di Bresciaoggi e di Giornale di Brescia della
conferenza stampa indetta dall'assessore alla vigilanza e dal Sindaco in
cui si esalta il lavoro repressivo delle guardie municipali e si incitano
i cittadini ad affamare i piccoli profughi per risolvere il problema della
loro fastidiosa presenza.
Segue la lettera aperta che ho inviato ai giornali ed alle autorità cittadine
a nome del Brescia Social Forum. La lettera aperta non è stata pubblicata
dai giornali.
Mi limito ad aggiungere che l'assessore Massari ed il Sindaco, che non lo
ha smentito nè si è dissociato, forse non sanno o non ricordano di avere
un illustre predecessore in Jonathan Swift che nel 1729 scrisse "A modest
proposal", un breve scritto in cui lo scrittore irlandese proponeva ai membri
della upper class di mangiare i figli dei poveri, risolvendo così sia il
problema della carestia che quello del frequente abbandono minorile. Con
una piccola differenza: che l'assessore è tremendamente e pericolosamente
serio, mentre Swift era provocatorio e sarcastico, feroce e disperato per
la situazione di spaventosa miseria conosciuta allora dall'Irlanda sotto
la dominazione inglese.
QUESTI GLI ARTICOLI DI BRESCIAOGGI E DI GIORNALE DI BRESCIA :
PRIMA PAGINA BRESCIAOGGI , Septembre 27, 2002
Cronaca cittadina
Dopo i risultati di «Estate sicura», l'operazione di controllo e prevenzione
promossa dal Comune
Vigili urbani, guerra ai mendicanti
La soluzione dell'assessore Massari: «Non pagate l'obolo»
L'estate è stata sicura e tranquilla, nonostante l'accattonaggio ai semafori,
un fenomeno di cui i cittadini continuano a lamentarsi, ma che non è di facile
soluzione. Per risolvere definitivamente il problema l'assessore alla Vigilanza
Roberto Massari ha una soluzione: «Inutile lamentarsi dell'accattonaggio
se si versa costantemente un ... (segue in cronaca)
Bresciaoggi Venerdì 27 Settembre 2002 sezione cronaca
Dopo i risultati di «Estate sicura», l’operazione di controllo e prevenzione
promossa dal Comune
Vigili urbani, guerra ai mendicanti
La soluzione dell’assessore Massari: «Non pagate l’obolo»
L’estate è stata sicura e tranquilla, nonostante l’accattonaggio ai semafori,
un fenomeno di cui i cittadini continuano a lamentarsi, ma che non è di facile
soluzione. Per risolvere definitivamente il problema l’assessore alla Vigilanza
Roberto Massari ha una soluzione: «Inutile lamentarsi dell’accattonaggio
se si versa costantemente un "obolo". La soluzione per eliminare il fenomeno
dell’accattonaggio esiste: non dare nemmeno un centesimo agli accattoni.
Se tutti rinunciassero a versare denaro il fenomeno si eliminerebbe da solo.
A Trieste i cittadini hanno smesso di pagare e il sistema ha funzionato».
Non teme di apparire senza cuore l’assessore Massari. «I cittadini - mette
bene in chiaro - devono rendersi conto che i soldi che danno ai piccoli accattoni
non restano nelle tasche dei bambini, ma finiscono all’organizzazione. Esiste
un vero e proprio racket che gestisce l’accattonaggio. Chi vuole aiutare
il prossimo deve farlo usando i canali ufficiali».
Contro l’accattonaggio hanno indirizzato parecchie energie anche gli agenti
della polizia municipale con l’operazione «Estate Sicura»: in tre mesi, oltre
ai controlli quotidiani sono state effettuati 6 controlli con 37 persone,
di cui 8 minori e due neonati accompagnati al comando. I risultati conseguiti
dal progetto Estate sicura, promosso a pieni voti, sono stati illustrati
ieri mattina in una conferenza stampa dal sindaco Paolo Corsini, dall’assessore
Massari e dal comandante della polizia municipale Virgilio Appiani.
L’attività di prevenzione e contrasto condotta dalla polizia municipale dal
15 giugno al 15 settembre è promossa a pieni voti: in tre mesi gli uomini
coordinati dal comandante Virgilio Appiani hanno arrestato 6 persone, denunciato
148 cittadini, rilevato 367 incidenti, vegliato su 279 eventi e ispezionato
242 locali pubblici, solo per citare parte degli interventi.
Prima di commentare i risultati conseguiti dalla polizia municipale il sindaco
Corsini ha voluto rinnovare la propria stima al comandante Appiani: «Nell’ultimo
consiglio comunale - ha spiegato Corsini - un consigliere fazioso ha polemizzato
con il comandante sostenendo che stava fornendo pareri politici e non tecnici.
Appiani è stato comandante della polizia provinciale di Bergamo con la giunta
Bettoni, una giunta forzista, ha quindi lavorato con amministrazioni di colore
diverso. Voglio sottolineare che respingiamo queste accuse improprie e faziose».
Nel merito del progetto il sindaco ha voluto evidenziare che: «la polizia
municipale di Brescia è uno dei corpi più impegnati d’Italia. Si può fare
di più, ma i dati testimoniano lo sforzo profuso dalla polizia municipale
e siamo pronti a sostenere il confronto con il lavoro svolto dalle polizie
municipali di altre città lombarde».
Il progetto «Estate sicura» era stato diviso in servizi serali e notturni.
Oltre alle operazioni studiate a tavolino gli agenti della polizia municipale
hanno fatto fronte anche alle chiamate per i più diversi interventi. I servizi
serali prevedevano il controllo delle numerose manifetsaizoni che si tengono
nel periodo estivo e la sorveglianza di locali e aree sensibili e di parchi
e giardini. In totale gli agenti hanno sorvegliato 279 eventi. Ai servizi
serali il comando ha affiancato anche i servizi notturni che prevedevano
il pattugliamento nelle vie dove è più marcato il fenomeno della prostituzione,
la repressione delle condotte che provocano incidenti sulle strade e l’ispezione
degli esercizi pubblici. Gli interventi anti prostituzione sono stati 13
complessivamente e hanno portato al fermo e all’accompagnamento in questura
di 53 prostitute. Per la sicurezza stradale gli interventi notturni sono
stati 10, con l’impegno di varie pattuglie e di strumenti tecnologici. I
vigili hanno accertato 27 violazioni per guida in stato di ubriachezza o
sotto effetto di sostanze stupefacenti, 101 violazioni per eccesso di velocità
e hanno ritirato 64 patenti. Nei tre mesi di «Estate sicura» per reprimere
le soste abusive e per verificare il disturbo alla quiete pubblica sono stati
ispezionati 242 locali: per le attività commerciali sono state accertate
24 violazioni e 39 per gli esercizi pubblici.
Significativo anche l’azione per arginare il fenomeno dell’abusivismo commerciale:
133 interventi con sequestro di centinaia di oggetti, tra cui borse, orologi
, calzature per un valore commerciale di 15.000 euro. «È un fenomeno - ha
voluto sottolineare il comandante Appiani - che non va sottovalutato perchè
ultimamente la reazione degli abusivi si è fatta dura: invece di scappare
reagiscono». Ne sanno qualcosa le vigilesse aggredite da un gruppetto di
venditori abusivi: una ha riportato la frattura di una mano.
Wilma Petenzi
Giornale di Brescia 27/09/2002
CRONACA Pag. 8
Presentato ieri in Loggia il bilancio del progetto «Estate sicura» messo
a segno dalla Polizia municipale
Vigili, una bella stretta alle notti brave
Nel mirino anche l’accattonaggio e la prostituzione
Da sinistra il comandante dei vigili Appiani, il sindaco Corsini e l’assessore
Massari
Marco Bonari
Accattonaggio, abusivismo commerciale, prostituzione, schiamazzi notturni...
la Polizia municipale ha dato una bella stretta alle notti brave, mettendo
a segno indagini ed operazioni finalizzate a garantire sicurezza e legalità.
Ecco il progetto «Estate sicura» che oggi, dopo tre mesi, approda in Loggia
per un bilancio che già vanta cifre «grosse». A testimoniare, come ricorda
il sindaco Paolo Corsini, il significativo sforzo della Municipale sul fronte
di quei fenomeni che creano allarme sociale e disagio fra i cittadini. In
una Brescia che vanta i problemi di una città metropolitana e con forze di
Polizia che devono confrontarsi con strumenti giuridico-legislativi spesso
limitati. «La pressione continua, ininterrotta per tre mesi, conduce necessariamente
ad una diminuzione di quelle realtà di degrado»: ne è convinto l’assessore
comunale alla Vigilanza, Roberto Massari, illustrando le strategie operative
che rispondono a finalità di presidio del territorio. Soprattutto nelle ore
serali e notturne, costellate da quelle manifestazioni (ben 279), organizzate
da una parte all’altra della città, che inevitabilmente calamitano numerosi
cittadini. Controlli a tappeto, quindi, in prossimità dei locali notturni
ed in quelle aree ritenute «sensibili», proprio per una maggiore presenza,
almeno nel periodo estivo, di cittadini (è il caso dei parchi cittadini e
delle piazze del Centro storico). Non a caso particolare attenzione, come
spiega il comandante della Municipale Virgilio Appiani, è stata attribuita
agli schiamazzi ed alle emissioni sonore provenienti dai locali, ossia al
disturbo alla quiete pubblica. Ben 242 le ispezioni piazzate tra il 15 giugno
e la metà di settembre che hanno portato all’accertamento di 39 violazioni.
Ma pure l’accattonaggio agli incroci che spesso coinvolge minori, l’abusivismo
commerciale messo a segno da immigrati per lo più clandestini, la prostituzione
lungo i viali cittadini e i «graffitari», hanno impegnato non poco il Corpo
municipale, «uno dei più qualificati d’Italia - a dire del primo cittadino
- che, sulla scorta delle reali esigenze del territorio, sta assumendo una
nuova fisionomia, indispensabile, per altro, per garantire sicurezza e legalità».
Basti pensare che contro il mercato del sesso a pagamento sono state organizzate
tredici retate in cui sono cadute nella rete una cinquantina di prostitute,
mentre per arginare l’abusivismo commerciale sono stati intensificati gli
interventi (giunti, in soli tre mesi, a quota 133) conducendo al sequestro
di merce contraffatta per un valore di oltre 15mila euro. Sul fronte del
degrado cittadino, l’azione antiaccattonaggio è stata piuttosto incisiva
(sei retate, 37 persone accompagnate in caserma, otto denunciate...) anche
se il problema non è di facile soluzione. «Se i cittadini capissero che non
bisogna versare l’obolo, il problema sarebbe già risolto» sintetizza l’assessore
Massari, (consapevole che spesso dietro chi chiede l’elemosina si nasconde
la mano del racket), senza scordare infine gli imbrattatori. La prevenzione
(in termini di controllo territoriale) ha consentito di ridurre il fenomeno
dei «graffitari»; anzi un ragazzo è stato pizzicato dalla Municipale con
le mani nel sacco, mentre «lavorava» con la bomboletta spray. «Estate sicura»
è approdata anche sulle strade e in quei luoghi «caldi» della città. I risultati?
Ben 148 persone denunciate, sei arrestate, oltre 31mila illeciti al Codice
della Strada accertati, 64 patenti ritirate, 101 violazioni per eccesso di
velocità e 27 per guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti,
ispezionati 164 negozi e 30 phone center, centinaia le persone identificate
(molti sono stranieri)... Cifre veramente «grosse» che trovano conferma pure
nelle telefonate al centralino della Municipale, sia in termini di richieste
d’intervento che di informazione o di «sostegno psicologico» (molti i contatti
con gli anziani o comunque con quei ceti considerati i più deboli della società).
QUESTA LA LETTERA APERTA
Brescia Social Forum
LETTERA APERTA
Al Sindaco di
Brescia
All’assessore alla Vigilanza
del Comune di Brescia
Al Presidente della provincia
di Brescia
Al Prefetto di
Brescia
Al Vescovo di
Brescia
Ai giornali
Scriviamo questa lettera ancora sconcertati a quindici giorni dalla lettura
di quanto dichiarato ai giornali dall’assessore alla vigilanza Massari a
proposito del fenomeno dell’accattonaggio.
L’assessore ha una soluzione molto semplice, dice infatti:
«Inutile lamentarsi dell’accattonaggio se si versa costantemente un "obolo".
La soluzione per eliminare il fenomeno dell’accattonaggio esiste: non dare
nemmeno un centesimo agli accattoni. Se tutti rinunciassero a versare denaro
il fenomeno si eliminerebbe da solo. A Trieste i cittadini hanno smesso di
pagare e il sistema ha funzionato».
Ed aggiunge «I cittadini devono rendersi conto che i soldi che danno ai
piccoli accattoni non restano nelle tasche dei bambini, ma finiscono all’organizzazione.
Esiste un vero e proprio racket che gestisce l’accattonaggio. Chi vuole aiutare
il prossimo deve farlo usando i canali ufficiali».
Dicevamo che siamo ancora sconcertati nonostante siano passate due settimane
dalla pubblicazione della conferenza stampa, aggiungiamo che abbiamo voluto
appunto attendere del tempo nella speranza che giungesse dall’assessore o
dal sindaco una smentita o una rettifica. Pare invece che il triste contenuto
dell’intervista debba considerarsi confermato. Ancor più triste però sarebbe
se le parole dell’assessore restassero senza seguito in una situazione di
indifferenza e di silenzio perlomeno colposi.
Conosciamo direttamente le condizioni in cui si trovano molti dei “piccoli
accattoni” cui si riferisce il signor Massari ed ai quali dedicano spesso
attenzione le cronache dei giornali, e possiamo affermare che non hanno alle
spalle alcun racket, che hanno un passato di miseria e di persecuzioni, e
che la loro attuale condizione e prospettiva futura è quella di una estrema
miseria, spesso aggravata da ingiustificabili e incomprensibili comportamenti
vessatori di alcuni organi istituzionali.
Il caso dei Rom rumeni che attualmente si trovano in via Labirinto è esemplare
per spiegare la situazione di molti “accattoni”:
A metà gennaio i vigili di Brescia, dopo averli allontanati da via Morosini,
per completare l’opera hanno deliberatamente distrutto le loro roulotte e
buona parte dei loro beni personali.
Il permesso di soggiorno, che è stato loro rilasciato a seguito della domanda
di asilo politico, contiene l’esplicito divieto di svolgere qualsiasi attività
lavorativa, mentre a più di sei mesi dalla presentazione delle domande non
è giunto neppure un centesimo dei contributi statali previsti per i richiedenti
asilo.
Pare quindi che l’unica via per sopravvivere senza danni sia quella di chiedere
la carità.
Ma così non è, almeno a Brescia:
nella conferenza stampa sono già stati enumerati gli interventi repressivi
della polizia municipale, a ciò va aggiunto che i mendicanti sono da aprile
puniti dai vigili con la sanzione di 200 € per violazione del regolamento
approvato dal consiglio comunale. Ma pare che ciò non basti a calmare la
furia antiaccattonaggio, più di una ragazza rom ha riferito che alcuni agenti
hanno portato loro via, ai semafori, i proventi dell’elemosina senza rilasciare
ricevuta. Lo zelo dei vigili non sembra essersi fermato qui. Di seguito viene
trascritta la sintesi della testimonianza resa da una giovane donna davanti
a testimoni il 2/7/02 e di quella video resa il 5/7/02, di quest’ultima si
può vedere ampio stralcio al seguente indirizzo internet http://www.lulop.com/site/appbyid.php3?id=307
“Mi chiamo Maria, ho venti anni ed abito al campo di via Labirinto con
mio marito e con i miei bambini.
Circa due settimane fa mi trovavo ad un semaforo di via Oberdan a chiedere
l’elemosina quando sono stata fermata da due vigili comunali motociclisti,
essi mi hanno tolto di mano e rotto il cartone su cui avevo scritto la richiesta
di carità e mi hanno intimato di andarmene, poco dopo mi sono rimessa al
semaforo con un nuovo cartone ma altri due agenti in moto mi hanno di nuovo
stracciato il cartello, ho quindi deciso di tornare a casa sulla strada del
ritorno sono entrata in un bar per dissetarmi, all’uscita ho trovato un’auto
della polizia municipale con la portiera aperta. I vigili erano due, una
donna ed un uomo, la donna aveva i capelli neri mossi o ricci e lunghi ed
una piccola cicatrice o segno orizzontale di due centimetri circa sotto
un occhio [Maria si è segnata sotto un occhio, distanziando pollice e indice
di circa 2 cm - ndr], l’uomo aveva i capelli corti brizzolati o grigi.
I due mi hanno imposto di salire in macchina, alle mie resistenze l’uomo
ha minacciato di picchiarmi.
Mi hanno portata alla loro caserma vicino a via Milano ma non siamo entrati,
ci siamo fermati all’ingresso, lì hanno parlato con un altro vigile.
Dopo di che con un viaggio di mezz’ora mi hanno portata fuori città in salita
in un posto che sembrava montagna, mi hanno fatta scendere a forza, perchè
io avevo paura e non volevo lasciare l’auto, mi hanno lasciata ai margini
di un bosco e se ne sono andati dopo avermi detto: stai qui a chiedere l’elemosina,
è qui il tuo semaforo, a nulla sono valse le mie lacrime e le mie implorazioni.”
Con tale testimonianza una nuova pagina nera si apre su questa città dopo
che due anni fa l’agenzia dell’ONU per l’eliminazione delle discriminazioni
razziali (CERD) ha condannato l’Italia in base a documenti sui maltrattamenti
dei Rom, che riguardano anche Brescia.
L’intenzione di questa lettera non è solo quella di fare doverose precisazioni
e chiarimenti, ma anche e soprattutto quello di sollecitare l’attenzione
delle istituzioni della ricca Brescia sulle condizioni di disperante povertà
che si accompagnano a situazioni di ostentata opulenza e di spreco. Pensiamo
che le istituzioni non debbano più essere indifferenti.
Fortunatamente può succedere che vi siano cittadini migliori dei loro amministratori:
singoli cittadini e cittadine, associazioni, volontari e volontarie, movimenti
politici e sociali sono decisamente schierati a fianco dei piccoli “accattoni”
e dei loro genitori, si battono affinché l’esistenza dei dannati della terra
non sia ridotta a “nuda vita”, sono contro sgomberi e rastrellamenti selvaggi
ma sono altrettanto contro la logica dei campi, di tutti i campi ghetto a
partire da quelli come via Labirinto senza acqua ed elettricità ed infestati
dai topi.
Il tutto nel rigoroso ossequio alla legge - la legge naturale della umana
solidarietà che trova conferma nella nostra costituzione che all’articolo
2 recita “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo
e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.”
Brescia, giovedì 10 ottobre 2002
Luigino Beltrami per il Brescia Social
Forum