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From: Claudio Bazzocchi
Sent: Friday, December 14, 2001 3:21 PM
Subject: [ICS News, 14/12/2001, 2' parte] Delegazione ICS in Tajikistan

Care amiche e cari amici,

una delegazione ICS, composta dal direttore Stefano Kovac e da Rosita Viola, ha raggiunto in questi giorni il Tajikistan, al confine con l'Afghanistan. Scopo della missione e' quello di verificare le possibilita' di intervento in quel paese ed, eventualmente, anche in Afghanistan.
Trovate di seguito le note che ci sono giunte dal Tajikistan, redatte da Stefano Kovac e Rosita Viola.

Afghanistan

Le informazioni sono poche, non cčeč niente che sia sotto controllo, le organizzazioni stanno verificando il da farsi, molti sono i problemi di sicurezza: banditi e mine ovunque. Il governo tajiko e la guardia di frontiera russa (che da alcuni anni, per un accordo tra le 3 repubbliche ex sovietiche dellčAsia centrale che confinano con lčAfghanistan e la Russia, presidiano la frontiera) creano molte difficoltač per lčaccesso.

Anche una questione banale come  30 metri di strada non asfaltata per arrivare alle chiatte ed attraversare il fiume Pyandhz per arrivare in Afghanistan qui sembrano un problema insormontabile.

Formalmente eč possibile portare aiuti ma il tutto eč reso molto complicato dalla situazione. Nonostante la presenza di numerose ong e organizzazioni internazionali i bisogni sono coperti parzialmente, la necessitač di intervento eč molto alta. Tutti gli sforzi si stanno concentrando sulla pura emergenza e nessuno apparentemente sta pianificando cose diverse dalla distribuzione di cibo, neanche in termini di quick impact actions. Esistono molte zone del paese che non sono raggiungibili con i normali mezzi di trasporto, in alcuni villaggi ci si arriva solo con i muli.

Tutta lčintellighenzia del paese eč fuggita. Per esempio la grande maggioranza dei rifugiati afghani in Tajikistan eč costituita da medici, commercianti, insegnanti.

 

Le isole

Il confine tra il Tajikistan e lčAfghanistan eč segnato dal fiume Pyandzh per quasi 1.200 km. Nel letto del fiume ci sono alcune isole che affiorano e scompaiono a seconda del suo livello. Su queste isole vivono da almeno un anno 20.000 rifugiati afghani in fuga da Emam Saheb, un villaggio situato tra Kunduz e la frontiera afghano-tajika completamente distrutto dalla guerra civile. I profughi si spostano in base al livello del fiume per trovare riparo. Non hanno ricevuto il permesso di entrare in Tajikistan, in quanto il governo ritiene che tra di loro ci siano molti combattenti, e per la stessa ragione le agenzie internazionali non hanno fornito aiuto fino a qualche settimana fa. Si trovano sulla terra di nessuno, per arrivarci cčeč bisogno di diversi permessi rilasciati da diverse autoritač. Questo vale anche per le organizzazioni umanitarie che intendono portare assistenza: la politica di fondo del governo tajiko consiste nel fatto che la mancanza di aiuti dovrebbe incentivare i profughi a tornare a casa prima possibile!!  
Ci eč stato impossibile raggiungerli, ma in base alle informazioni che abbiamo raccolto la situazione sembra essere davvero critica: scabbia, malaria e altre malattie infettive sono ampiamente diffuse, scarseggiano cibo e vestiti per lčinverno. Gli uomini vorrebbero tornare per ricostruire le loro case, ma il territorio eč minato e la sicurezza non eč garantita.  

 

Tajikistan

Lčindipendenza ha avuto conseguenze catastrofiche per il Tajikistan che eč sempre stata la piuč povera fra le repubbliche ex sovietiche. La successiva guerra civile, che tra il 1992 e 1997 ha causato 60.000 morti, ha distrutto quello che rimaneva del fatiscente impero sovietico. Il PIL pro-capite eč sceso a 30 US$ e il paese oggi eč fra i 30 piuč poveri del mondo. Lo stipendio minimo eč di 3 somoni (circa 1,5 US$) recentemente aumentato a 4.

Nonostante la ricchezza di risorse idriche manca acqua potabile, non esiste un sistema di canalizzazione funzionante e la siccitač che ha colpito il paese in questi ultimi due anni ha causato unčemergenza umanitaria senza precedenti: lč80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertač e circa un milione di persone eč praticamente ridotto alla fame.  

Le strutture educative, sanitarie e di assistenza sociale sono inesistenti, le malattie infettive, tra le quali la TBC, sono sempre piuč diffuse.  

Il Tajikistan eč un paese di transito per i traffici di droga diretti verso la Russia per lčEuropa. La disperazione dovuta alla mancanza di lavoro costringe molte persone a cercare la sopravvivenza nel mercato della droga: eč un fiume che scorre e purtroppo passando bagna le rive, ovvero il consumo di eroina si sta diffondendo nel paese anche a causa del bassissimo costo (da 0,50% a 1 $ a dose). Esiste in forma sempre piuč preoccupante lčAIDS: problema negato dal governo, che accusa gli internazionali della sua presenza e diffusione, molto piuč probabilmente correlato allčuso di droga e alla prostituzione.

Molti giovani stanno emigrando in Russia per mantenere le loro famiglie. Questo non sembra essere un problema particolarmente sentito, in quanto nei nostri incontri nessuno ha mai citato la questione come prioritač, e nessuna ong locale o internazionale se ne sta facendo carico .

La contraddizione fra le cittač e le campagne eč stridente: appena fuori dalle cittač la poverta eč estrema, le strade praticamente inesistenti, lčacqua potabile spesso un miraggio.

Comunque ci sono dei segnali positivi. Grazie ad un progetto dellčAga Khan Foundation nella regione del Gorno Badakshan (Pamir) la produzione agricola, che prima bastava appena per soddisfare il 30 percento dei fabbisogni, ha superato in 5 anni lč80% nonostante la siccitač; la popolazione locale ha un livello formativo buono e pare armata di buona volontač, se solo avesse qualche mezzo.

I progetti (fra quelli che sappiamo portare avanti) piu utili qua potrebbero essere legati al microcredito, ai giovani ed alla prevenzione della tossicodipendenza e dellčAIDS, ed alla riduzione del danno.

Cčeč molto da fare sia in Tajikistan sia in Afghanistan: ora bisogna rimboccarsi le maniche

Stefano Kovac - Rosita Viola

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Claudio Bazzocchi

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