Comunicato Stampa
dichiarazione di LUCIANO
MUHLBAUER
Segreteria
Nazionale SinCobas
Che il diritto di sciopero in Italia fosse gravemente manomesso lo
sapevamo già. Nel settore dei servizi esercitare il diritto di sciopero,
inserito nella carta costituzionale, è diventato spesso e volentieri una via
crucis. Ma che ora si ritenga addirittura non lecito scioperare contro una
guerra ripudiata dalla grande maggioranza dei cittadini e contro un
coinvolgimento italiano in essa, pare francamente eccessivo e
pericoloso.
Infatti, con un comunicato ufficiale indirizzato al sindacalismo di base,
la Commissione di Garanzia ex Legge 146/90 ha preso posizione contro gli
scioperi che dovessero realizzarsi all’immediata notizia dello scoppio della
guerra all’Irak, nei comparti della pubblica amministrazione e dei
servizi.
La nota della Commissione avviene in risposta al telegramma dell’11 marzo
scorso che SinCobas, Cub, Confederazione Cobas, SlaiCobas e Usi avevano inviato
alla Presidenza del Consiglio e alla Commissione stessa, in cui si preannunciava
l’intenzione di promuovere scioperi immediati in caso di scoppio della guerra e
di indire uno sciopero generale nei giorni successivi. Una posizione analoga è
stata espressa nella giornata di ieri dalla Funzione Pubblica
Cgil.
Tali scioperi non necessitano di preavviso né di indicazione di durata, come recita lo
stesso comma 7 art.2 della Legge 146/90, in caso di scioperi in “difesa
dell’ordine costituzionale”. E una partecipazione italiana alla guerra di Bush,
dichiarata o meno, mediante una collaborazione alla macchina della morte
consistente nella concessione di infrastrutture, basi e spazio aereo, rappresenterebbe una
ovvia violazione dell’art.11 della Costituzione.
La Commissione ritiene nella sua nota, alquanto sibillina, che “allo
stato” non ricorrono le condizioni
per l’applicazione di tale norma.
Questa affermazione rappresenta una ovvietà, in quanto quelle condizioni,
e gli stessi scioperi, si produrranno nel malaugurato caso dovesse scoppiare la
guerra e l’Italia dovesse esserne coinvolta, in qualsiasi forma.
La nota diffusa dalla Commissione solleva dunque un interrogativo
inquietante e getta un ombra pesante sulla sua natura superpartes. Perché
ricorrere ad un atto formale e non necessario per dire cose superflue e
scontate, se non per tentare di scoraggiare i lavoratori dall’esercitare un loro
diritto, anzi di intimidirli in maniera preventiva?
La nota della Commissione risulta dunque ingiustificata nel merito e
intimidatoria nella forma.
Da parte nostra, il SinCobas conferma l’intenzione e la volontà di
realizzare scioperi immediati ovunque possibile nel caso di scoppio del
conflitto.
Milano, 14 marzo 2003