Una delegazione del Coordinamento Rsu e della Cgil di Brescia si è
recata
alla Zastava di Kragujevac nei giorni 26-27-28-29 ottobre per
consegnare le
somme relative alle adozioni a distanza attivate a favore dei
figli dei
lavoratori della Zastava .
La maggior parte delle nuove adozioni
portate in
questa occasione (per un totale di lire 40.000.000) sono state
raccolte a
Padova, Trieste e Firenze.
Assieme alle nuove adozioni sono
state portate anche le quote per i rinnovi
di parte delle adozioni attivate
l'anno scorso (sopratutto quelle di Milano,
Lodi e Brescia).
Da una
verifica effettuata con i delegati della Zastava risulta che, pur tra
mille
difficoltà, sono 1.400 le adozioni fino ad ora attivate (600.000
per
adozione) con quelle avviate anche in Piemonte, Puglia, Emilia, Lazio,
e
dalla FIOM di Lecco.
La situazione che abbiamo trovato è peggiore di
quanto abbiamo visto le
precedenti volte.
Le conseguenze
dell'embargo e della guerra pesano su tutti i lavoratori
della
Jugoslavia
come un macigno sempre più grande e pesante da
sopportare:
- La speranza di ricostruzione delle fabbriche bombardate è
ormai una
chimera sempre più difficile da conquistare.
La subordinazione
economica imposta dall'occidente e sostenuta dal
quadro politico Jugoslavo si
manifesta nello smantellamento delle poche
risorse industriali disponibili,
nella privatizzazione di quanto può essere
appetibile al capitale ed alla
finanza occidentale (attività e mercati). Il
risultato è (ad esempio
per la Zastava) il licenziamento dei lavoratori
(15.000 per ora sui 36.000),
l'inoccupazione e la precarietà di chi rimane,
costretto alla
massima
flessibilità ed alla riduzione della paga (mediamente chi riesce a
lavorare
percepisce 70/80.000 al mese, chi rimane "disponibile" e non
è
ancora
stato licenziato, percepisce un'assegno (come se fosse in Cig) di
18.000 al
mese.
La stragrande maggioranza dei lavoratori è tutt'ora
disoccupata e le poche e
precarie occasioni di lavoro sono all'insegna di un
quadro iperliberista,
senza diritti e tutele.
Di contro il Governo
favorisce per legge l'importazione delle auto usate
tutto a scapito delle
possibilità produttive (che si potrebbero rilanciare
nonostante le
distruzioni) della produzione interna.
- L'allentamento dell'embargo si è
trasformato sopratutto in occasione di
arricchimento per la speculazione
privata a discapito di un servizio
pubblico ormai
marginalizzato ed
avviato allo smantellamento dalla stessa classe politica
Jugoslava che ha
accettato anche in questo campo la totale privatizzazione.
Per esempio il
servizio sanitario non riesce a reperire e distribuire i
medicinali
necessari
mentre questi sono in abbondanza nelle farmacie private che le
vendono a
prezzo
pieno (per chi le può comprare).
- Il Governo ha
avviato una serie di interventi (di risanamento ...!? ) che
colpiscono
essenzialmente i lavoratori e le fasce più deboli. Tra gli
ultimi
provvedimenti Governativi la riduzione delle tutele
per
assenze in caso di maternità e malattia, lo smantellamento dei contratti
di
lavoro, la liberalizzazione delle assunzioni a tempo determinato,
la
privatizzazione degli uffici di collocamento, e la riduzione
dell'agibilità
sindacale di cui si vuol comprimere sopratutto
l'autonomia
dal quadro politico.
E' stata abolita la proprietà di azioni
da parte dei lavoratori (ultimo
residuo della politica di Tito) e tutto il
potere torna nelle mani delle
classi dirigenti aziendali che non devono più
rendere conto delle loro
scelte ai lavoratori.
Salari e pensioni sono
ridotti per legge mentre di contro la nuova gestione
privata di gas, luce ed
acqua pretende il pagamento delle bollette (non più
in regime di prezzo
amministrato e calmierato ma a prezzo libero) anche di
quelle arretrate
(congelate in parte durante i periodi di embargo e guerra)
pena il taglio dei
servizi a chi non può pagare.
- Del fiume di aiuti occidentali di cui si
sente parlare in occidente non si
vede nulla. Quello che arriva è destinato a
sostenere la propaganda politica
e l'apparato
delle forze e delle
amministrazioni filo-occidentali. La popolazione
continua ad impoverirsi
mentre si rafforza una nuova ed arrogante burocrazia
che cerca ormai di
controllare e ridurre a se anche le organizzazioni
sindacali, dividendole e
spaccandole in sindacatini di parte (legati alle
varie correnti del DOS).
Solo alla zastava sono ormai 7 i sindacati
inventati di sana pianta, accanto
a quelli storici ("indipendenza",
sindacato minoritario su posizioni più
radicali presente sopratutto nel
reparto zastava che costruisce fucili da
caccia (non bombardato) e il
sindacato autonomo Zastava, maggioritario che
raccoglie ancora il 90% delle
iscrizioni tra i lavoratori, e presente
sopratutto nei reparti auto e
camion, quelli interamente distrutti dalle
bombe)
Per questo il sindacato autonomo Zastava rimane esposto ad
un'attacco che
rende sempre più difficile la sua azione.
Un esempio è il
tentativo da parte della direzione aziendale Zastava di
ridurre
l'impatto
che la campagna di adozioni a distanza ha sui lavoratori
della
Zastava.
Grazie alla solidarietà dei lavoratori Italiani, i
lavoratori della Zastava
riescono a ridurre gli effetti di una frantumazione
della loro unità attorno
all'insediamento industriale e contro i tentativi
del suo definitivo
smantellamento. Anche grazie a questa solidarietà il
sindacato, in Zatava,
riesce a rimanere un importante riferimento per i suoi
lavoratori ed a
frenare processi di esodo e migrazione, di riduzione della
presenza
organizzata del sindacato in fabbrica.
Ciò riduce la mano libera
che la nuova direzione aziendale vorrebbe
avere nella gestione dei processi
di liquidazione, chiusura e
privatizzazione di ciò che rimane appetibile per
il capitale occidentale.
Questo atteggiamento si manifesta in diversi modi.
Ultimi esempi sono il
licenziamento di una lavoratrice zastava che seguiva e
gestiva dal punto di
vista amministrativo la campagna adozioni (ciò
nonostante questa continua la
sua attività come volontaria, anche se
licenziata) e la precarietà in cui è
oggi costretta a lavorare l'unica altra
lavoratrice che con fatica gestisce
il
progetto e che fa da interfaccia
alle iniziative che partono dall'Italia.
In occasione dell'ultima visita
della Fiom di Lecco che doveva distribuire
le sue adozioni, l'azienda non ha
concesso neppure la saletta per le
assemblee in cui si procedeva solitamente
alle consegne. Le consegne sono
state fatte
all'aperto, nel
cortile.
Contro il progressivo smantellamento delle normative
contrattuali e di legge
che normano i rapporti di lavoro, contro il
peggioramento delle condizioni
di vita e di lavoro, per impegni certi sulla
riorganizzazione delle attività
industriali al fine di un loro salvataggio e
rilancio, si sono realizzati
tra mille difficoltà scioperi e manifestazioni,
ed altri sono in programma.
Ma rimane la difficoltà di una lotta condotta con
scarsa efficacia
(è difficile incidere quando la produzione è già ferma di
per se a
causa dei bombardamenti) anche per il totale silenzio del Governo e
delle
controparti aziendali che sembrano non voler legittimare alcun
sindacato,
alcuna iniziativa, che si muove esplicitamente in termini di
critica alla
loro politica..
Una lotta peraltro condotta in estrema
solitudine anche per la scarsa
attenzione che viene loro prestata dalle
grandi organizzazioni sindacali
Europee incapaci di vedere come il liberismo
e la globalizzazione,
come l'attacco ai diritti dei lavoratori ed ai
sindacati stia distruggendo
(non solo in Jugoslavia ma anche in Bosnia,
Croazia e Slovenia) quella
"carta dei diritti" che a Nizza è stata presentata
come carta d'idendità di
una europa democratica, e che il sindacato Europeo
celebra come conquista
fondamentale.
La solidarietà che con le
adozioni a distanza, nonostante tutto, si riesce
ancora a tenere attiva, è
sempre più la sola cosa che aiuta concretamente
questi lavoratori a resistere
ed a ridare prospettiva alla necessità di un
sindacato forte ed
autonomo.
Oltre all'aiuto economico, delle adozioni, conta sopratutto l'aiuto
morale
che questa iniziativa produce su questi lavoratori. Il non
sentirsi
abbandonati e dimenticati da loro la forza di
provare a credere
che stare assieme e difendere la loro rappresentanza ed il
diritto di averla
è una lotta ancora possibile.
Posso dirvi che questo aspetto non è da
sottovalutare.
Abbiamo girato per una Kragujevac deserta, quasi una città
morta. Nessuno in
giro, negozi vuoti. Neppure subito dopo la guerra abbiamo
visto tanta
desolazione. Ma abbiamo visto anche tanta riconoscenza e
convinzione che,
nonostante il Governo, nonostante questa desolazione, se
questi lavoratori
saranno compresi ed aiutati, se riusciranno a non essere
dimenticati,
qualcosa di importante si possa ancora fare.
Siamo in
pochi a continuare su questa strada.
I sindacati Italiani sono sordi ed
assenti. I miliardi ricavati dalla
trattenuta per l'ora di solidarietà col
Kosovo, non si sa come siano usati e
spesi, non si sa a chi sono consegnati e
per fare cosa. Sicuramente non una
lira è andata ai lavoratori della
Jugoslavia colpiti dai bombardamenti e che
lottano oggi per difendere
la
possibilità di avere
un forte sindacato e per una prospettiva di lavoro e di
salario.
I nostri sindacati balbettano parole incomprensibili sulla guerra,
Penzolano
tra
interventismo e preoccupazione, non riescono a dire un NO
alla guerra. Non
l'hanno
detto per la Jugoslavia, non riescono ancora a
dirlo per l'Afganistan
Ma le vittime di quella guerra, i lavoratori, le loro
famiglie, i
pensionati, ancora ci guardano. Hanno cercato, inascoltati,
la solidarietà
dei nostri sindacati che avevano invece come unica e stupida
preoccupazione
quella
di non confliggere con le politiche dei nostri
governi, ma hanno trovato
quella dei lavoratori.
Oggi è tutto più
difficile. Non facciamo venire meno la speranza e
rilanciamo
la campagna
di adozioni a distanza per le famiglie dei lavoratori della
Zastava.
Anche
questo è lotta contro la guerra, contro un liberismo selvaggio, contro
una
deriva sindacale che non riesce più neppure a manifestare solidarietà
alle
vittime della guerra, ai lavoratori.
Per sostenere la campagna di
adozioni Vi proponiamo di organizzare
iniziative di presentazione nelle
vostre realtà e territori.
Vi proponiamo di traguardare una iniziativa
per la prossima primavera.
Un' incontro tra le famiglie dei lavoratori
Italiani che hanno avviato una
adozione
e quelle della Zastava di
Kragujevac. Un'incontro da organizzare dentro la
loro fabbrica. Una giornata
di incontro e di festa, in cui confrontarci,
divertirci, per far sentire
anche fisicamente che questi lavoratori non sono
stati ne dimenticati ne
abbandonati.
Oltre che con la raccolta delle adozioni, è possibile
sostenere il progetto
organizzando la vendita di un CD realizzato in
occasione di un concerto di
solidarietà tenutosi a Marghera il 15 luglio
2000.
E' disponibile anche una cassetta video da proiettare che
presenta
l'iniziativa e la illustra nel quadro della lota contro la
guerra.
Per informazioni
alma@pmp.itciao
Alma Rossi - email
-
alma@pmp.itindirizzo email del
coordinamento RSU -
coord.naz.rsu@ecn.orgindirizzo
internet del Coordinamento RSU -
http://www.ecn.org/coord.rsu/