Eccoci!
Walter, ecco le due righe d'intervento, come promEXO, eh eh ...
Il contesto nel quale avevo inserito l'analisi del film era a mio avviso poco comunicativo pensando alla platea di ragazz* ...il protagonista era la macchina dello Stato moderno che determina ciò che è normale e ciò che non lo è e con la complicità dei poteri giudiziario e medico, giudica, interna, etichetta, "proteggendo dagli elementi pericolosi la società civile", argh.. il controllo mascherato da assistenza ecc ecc ...
Teresa mi ha aiutato ad ammorbidirmi :-).
Un abbraccio dis-arma-to
Katia
STANCA DI GUERRA COME TERESA BATISTA….
Sì, come Teresa sono stanca …
Stanca di guerra, di oppressione, di violenza, terribilmente stanca di arroganza…
Stanca come molt*.
Ho pensato a Teresa, in questi giorni.
E’ il personaggio di una delle storie di Jorge Amado: vorrei oggi riuscire a farla rivivere, a renderla simbolo di trasformazione, di desiderio forte e vivace non solo di sopravvivere, ma di andare oltre la rassegnazione.. Teresa come simbolo di ricerca della dignità propria e di ogni essere umano.
A volte come Teresa mi scopro senza parole, muta …
Muta di fronte, ad esempio, all’infelice scelta in questa città di fare di un’esposizione d’armi una vetrina commerciale aperta al pubblico ….
La sciagurata scelta di esporre armi non più solo sportive e da caccia… l’ha decretato pure il Consiglio Comunale… non possono più raccontarla…
Muta ma mai indifferente…
Provo ora a cercare le parole… Exa, una mostra che è una barbarie, un’aggressione, … con che coraggio, mi chiedo.
Cerco parole disarmate nonostante l’indignazione ,… sento l’odore e il dolore per una cultura di morte che si nutre purtroppo delle nostre paure..
E’ uno degli aspetti che mi ha colpito di più nel film di Moore: l’instillare PAURE.
Paura dei terroristi, ne sappiamo qualcosa di questi tempi..
Paura dei pazzi-criminali..
Paura degli uomini neri…
Paura delle lamette occultate nelle mele…
Paura delle api assassine, degli ascensori che schiacciano le nostre carni..
Tutte trappole di chi vuole che la paura ci trasformi in animali senza testa e senza cuore…
Bowling and Colombine… non è solo critica al sistema dominante è riflessione su di noi, sulle nostre paure, appunto …
E assistiamo ad una crisi di civiltà.
Ad una cultura della violenza parallela alla cultura della paura..
Ad un Marlin Manson con molto più buon senso di una star del cinema … ha dell’incredibile!
Emerge la contraddizione che PER PAURA CI SI ARMA SEMPRE DI PIU’.. il numero delle armi da fuoco in circolazione negli Stati Uniti è superiore al numero degli elettori o dei televisori…le banche regalano fucili ai nuovi correntisti..
Un’icona, quella americana, sempre più vecchia e malata che ha paura di se stessa… e amplifica questa paura con i media che bombardano gli spettatori con il bollettino di crimini ..
E qui entriamo in campo proprio noi… gli spettatori.. è troppo semplice pensare che la “colpa” stia nella facilità d’acquisto delle armi… o come sostiene la destra che la colpa sia di Hollywood, del rock e di Internet… Come dice Moore in un’intervista: “Il problema sta nello stesso pubblico statunitense a cui ho dedicato il film…La ragione della violenza non sono le armi, siamo proprio noi…. C’è un problema nel nostro comportamento collettivo, nella nostra mentalità…”.
Che fare?
Fabio, di ritorno da uno dei suoi viaggi in Irak, ci invitò a stare attenti ai linguaggi… a non confondere ad esempio i militari e gli umanitari… gli eserciti non partono per azioni umanitarie.. occupano un territorio .. ci invitò a non abboccare all’analogia offerta dei militari italiani come martiri cristiani .. nessuno di loro era paladino di pace.. Non ci si capisce più.. ci si confonde… Assumiamoci la responsabilità delle parole che pronunciamo, ci disse…
E penso sia profondamente vero..
Capire che dietro all’inneggiata civiltà occidentale c’è la narrazione che l’imperialismo fa di se stesso..
Offrire un altro punto di vista… che rifiuta il fatto che alcune persone siano politicamente superflue..
Come?
Dando voce alle donne, agli uomini, ai bambini di quei luoghi fantasma (“Ciò di cui non si parla, quasi non esiste…”), percepirne l’esistenza, vederne i volti, le braccia, i corpi .. materializzarli come ha fatto Moore con la foto della bimba di sei anni uccisa da un suo coetaneo… lasciata nel cortile della villa di un Charlton Eston zoppo dentro e fuori…
Storie orfane che se vengono narrate ( e non urlate nei TG o nei salotti) diventano condivisibili e acquisiscono dimensione politica.
Superare l’apatia studiando la Storia con la S maiuscola che è l’intreccio delle storie individuali di ciascuno di noi, creando spazi in cui ognuno appaia all’altro..
La pace non nasce dalla guerra… nasce dalla gente e dalla volontà di trasformazione del mondo.. unendo assieme l’amore, il sogno, la passione, la rivoluzione…
“La pace non si può mantenere con la forza – disse Einstein – e può essere ottenuta solo con la comprensione.. “– aggiunse .. la comprensione di noi stessi in primo luogo.
Disarmare le nostre menti… le nostre parole.. il nostro modo di fare politica…
Un po’ di parole sono uscite… meno male.. ;-)
Katia