APPELLO DEL COORDINAMENTO ITALIANO PER IL FORUM SOCIALE EUROPEO
CONTRO LA GUERRA IN IRAQ CON O SENZA LONU
Il 15 febbraio 2003 milioni di persone in Europa e in tutto il mondo manifesteranno il loro rifiuto della guerra che si sta preparando la guerra preventiva del presidente Bush. Sarà quella giornata internazionale contro la guerra decisa dal Forum Sociale Europeo di Firenze dello scorso novembre. e che in questi tre mesi ha conquistato nuove adesioni e una spinta sempre più forte di mobilitazioni diffuse in tutto il mondo. A Porto Alegre i movimenti sociali hanno voluto trasformare questa giornata in un appuntamento mondiale. Non era mai accaduto nella storia delle mobilitazioni contro la guerra.
Sarà una giornata internazionale per FERMARE LA GUERRA allIraq un obiettivo possibile e che deve orientare le azioni e i comportamenti di tutte/i: lo dicono le centinaia di adesioni alla manifestazione italiana, ma anche le migliaia di iniziative locali che da mesi si stanno organizzando in città e paesi; lo segnalano le difficoltà dei governi europei a seguire senza obiezioni le scelte dellamministrazione statunitense incalzati dalla maggioranza dei cittadini europei che sono chiaramente e dichiaratamente contrari di questa guerra; lo dimostrano le prese di posizione ferme che vengono da soggetti sociali, culturali e religiosi molto diversi, come giuristi internazionali, intellettuali, vescovi di molti paesi: soggetti uniti dalla certezza del pericolo e dellinaccettabilità di questo programmato intervento militare. E un consenso diffuso contro la guerra senza se e senza ma.
Il coordinamento italiano per il Forum Sociale Europeo ha lavorato in questi mesi per organizzare, preparare e allargare la partecipazione a questa giornata contro la guerra, ed è importante e inedito il successo ottenuto con ladesione al comitato promotore della manifestazione di centinaia di soggetti collettivi e individuali. E chiara per noi la scelta di opporci a questa guerra COMUNQUE: non solo come recita lappello del FSE perché sbagliata che sia legittimata o meno dallOnu, ma soprattutto perché lOnu non può in alcun modo legittimare la guerra in base alla sua stessa Carta costitutiva tantomeno una guerra preventiva. Le ragioni che portano gli Usa e i loro amici a voler intervenire contro lIraq non hanno nulla a che fare con il diritto internazionale, con leliminazione delle armi di distruzione di massa, con i diritti umani e il risultato certo di questa guerra, oltre ai morti e alle distruzioni che colpiranno la popolazione irachena già stremata da 12 anni di embargo criminale, sarà la completa distruzione del diritto internazionale, il rilancio di unegemonia unilateralista degli Usa e dei loro alleati, e una nuova stagione di guerre e violenze.
Manifesteremo il 15 febbraio contro la guerra con o senza lOnu e chiediamo a chi parteciperà a questa manifestazione un vincolo di coerenza: chiediamo che i comportamenti concreti siano orientati a FERMARE LA GUERRA E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA AL CONFLITTO, perché QUESTO è UN OBIETTIVO POSSIBILE. Per questo chiediamo con forza ai partiti e ai parlamentari che aderiranno e/o parteciperanno al corteo di impegnarsi a votare contro la guerra e la partecipazione italiana e a lavorare perché il Parlamento si pronunci contro lintervento in Iraq che sia o meno coperto dallOnu e contro la partecipazione italiana in qualsiasi forma dal sorvolo dello spazio aereo da parte dei cacciabombardieri, alla concessione delle basi militari sul territorio italiano, alleventuale diretta partecipazione di militari italiani nel Golfo.
La nostra coerenza e la nostra volontà di fermare la guerra non si esaurirà naturalmente con la giornata del 15 febbraio che dovrà certamente essere partecipata come mai è avvenuto per una mobilitazione preventiva contro la guerra ma proseguirà con una mobilitazione PERMANENTE per ostacolare, boicottare e fermare la macchina della guerra: 1- attraverso nuove e diffuse manifestazioni di opposizione alla guerra a cui chiamiamo sempre più cittadine/i, nelle città e nei paesi, nelle scuole e nelle università, nelle comunità locali ecc., in tutta Italia.
2- con un appello a lavoratrici e lavoratori, rappresentanze e organizzazioni sindacali, perché si arrivi ad uno SCIOPERO GENERALE nel caso scoppi la guerra e che possa portare allorganizzazione di uno sciopero europeo, come già proposto a Firenze;
3- con lorganizzazione e la diffusione di pratiche di azioni dirette pacifiche, nonviolente o disobbedienti, dichiarate e trasparenti per boicottare, ostacolare e tentare di bloccare la macchina della guerra dalle basi militari alle fabbriche di armamenti, dalle banche armate ai mezzi di comunicazione arruolati per costruire il consenso alla guerra.
FIRENZE, 6 FEBBRAIO 2003