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LETTERA APERTA DEI PORTAVOCE
DISOBBEDIENTI Postato il
Martedì, 23 luglio @ 16:27:32 EDT di Esther |
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AL SIGNOR
MARTINI,
ALLA SOCIETA'
CIVILE,
ALLE CITTADINE E AI CITTADINI DI FIRENZE
Ci rivolgiamo distintamente al signor presidente
della Regione Toscana e alle cittadine, ai cittadini di
Firenze, alla società civile tutta per porre in chiaro due o
tre cose che abbiamo da dire sul Foro Sociale europeo a venire
e sulle strumentalizzazioni, attualmente in corso,
dell'assemblea nazionale del movimento dei movimenti a
Genova.
Signor Martini: forse non abbiamo capito
bene. Ci pare d’aver letto d’una Sua intimazione al movimento
dei movimenti affinché “estrometta” ed “isoli” Luca Casarini - e, crediamo d’aver capito bene,
noi tutti - . Ci pare d’aver letto
una Sua dichiarazione che pone Luca - e noi tutti - “fuori dalla linea” del movimento medesimo.
Ci pare che Lei non abbia il senso della misura.
Passi
la Sua voglia di trasformarsi da Governatore d’una Regione -
la più ricca - della Repubblica Italiana, in ottimi rapporti
con alcune tra le maggiori e peggiori multinazionali del
capitalismo globale, comprese quelle
che per esempio hanno ridotto alla sete la città di Buenos
Aires, in un profeta della critica a questa globalizzazione e dell’alternativa “glocale”. Passi: si può sempre tentare di
cambiare e in ogni caso per noi ognuno è responsabile del
suo pensiero, come delle contraddizioni con l’agire concreto.
E infatti siamo stati indifferenti al
Suo meeting a San Rossore, non siamo caduti nella tentazione
della contrapposizione ideologica ed eravamo troppo occupati a
riversarci a Genova con la moltitudine che ha ribadito il
respiro duraturo ed autonomo del movimento dei movimenti,
ridicolizzando decine di dotte analisi sulla sua presunta
“crisi”. Passi, ancora, che la sua idea di “governo della
globalizzazione” esibisca una
distanza non indifferente dal dibattito in corso nelle mille e
mille realtà del movimento stesso sulla “seconda fase di lotte
globali”, iniziata da tempo. Passi:
per noi è un elemento che fa chiarezza su una distanza reale,
Lei non è infatti chiamato a
rappresentare un municipio ma a gestire un potere locale nella
rete dei poteri della globalizzazione. Ma
che Lei si senta in grado di dettare la linea e di intimare
scelte politiche a questo movimento, è semplicemente
comico. Soprattutto se paragonato ai
Suoi atti precedenti: l’essersi presentato a Genova l’anno
passato, l’aver partecipato al Forum degli amministratori a
Porto Alegre, l’essersi
continuamente proposto come figura di “dialogo” con il
movimento - e sempre doviziosamente
sollecitando l’attenzione giornalistica, per accreditare
questa funzione. Lei, signor Martini, ha evidentemente
perso il controllo delle Sue parole. Questo, naturalmente, è
affare Suo e del Suo senso del limite. Grave, invece, è
che Lei l’abbia fatto mostrando la volontà di aggiungere
strumentalizzazione a
strumentalizzazione: perché l’ha fatto raccogliendo
un’interpretazione giornalistica, una sola tra le tante, ed
allo stesso modo con cui l’hanno fatto le destre. In
questo modo, signor Martini, Lei sceglie una parte: quella che
vuole imporre ad un movimento il bivio tra il proseguire ad
essere tale, cioè a praticare
conflitto, e l’essere “riconosciuto” a condizione di
abbandonare il conflitto e dunque negandosi. Perché noi, a
Genova, non abbiamo parlato altro che di questo: di praticare
conflitto anche quando ci confronteremo, per la prima volta in
una dimensione europea, sulle nostre idee di
alternativa al neoliberismo. Di non
rendere territorio neutro il territorio che attraverseremo in
quei giorni di confronto, a Firenze, dove il conflitto è come
ovunque all’ordine del giorno ogni giorno. Né più né
meno di quanto è stato fatto a Porto Alegre, in occasione del secondo Foro
Sociale mondiale: in cui pure ci è
parso di vederLa affacciarsi, e con molta ansia d’esservi
riconosciuto.
Lei ha creduto opportuno accreditare la
caricatura che di tutto ciò fanno le destre. La caricatura
della divisione tra “buoni” e “cattivi” d’un movimento che tutto intero ha già
pagato a Genova, un anno fa, la sua volontà e capacità di
praticare ed esprimere complessivamente il conflitto di cui
parliamo. Una caricatura, per di più, disegnata dalle stesse
destre che allora si resero complici della selvaggia
repressione che abbiamo subito, della negazione d’ogni
elemento di democrazia, di quella sospensione dei diritti
umani che viene denunciata da Amnesty International. Eppure Lei c’era... Non
ci interessa sapere a che gioco Lei
voglia giocare, signor Martini. Sappiamo solo che si
aggiunge a quello di chi affonda la democrazia e ci tratta già
da nemici in guerra. Lei sappia solo una cosa: le Sue parole
non solo non ci intimidiscono, perché
sono ridicole e perché noi sia parte indissolubile di questo
movimento; ma saranno per noi stimolo ulteriore ad evidenziare
le ragioni di conflitto di cui proprio Lei si rende
responsabile, nell’esercizio delle Sue funzioni. A partire dal
programma di privatizzazioni che sta per imporre alla Toscana. Anche di questo si parlerà al Foro Sociale
europeo, ne sia sicuro. E anche
questo sarà parte della nostra - e certo non solo della nostra
- protesta. Altro che violenze, di cui
non abbiamo mai parlato. Starà invece a Lei scegliere,
ancora una volta: scegliere cioè se
conformarsi o meno, di fronte a ciò, al comportamento delle
destre al potere.
Care cittadine e
cari cittadini di Firenze, cara società
civile:
ancora una volta tentano di confondervi. Vi
sventolano davanti agli occhi il fantasma della violenza dei
“sovversivi”, perché non vediate la situazione reale. Ma voi la conoscete. Sapete già che a
Genova, un anno fa, non c’è stata alcuna devastazione da
parte del movimento che ha marciato unito: e che la
devastazione s’è invece scatenata sul corpo della democrazia e
dei diritti di tutti, attraverso i nostri corpi aggrediti con
le armi da un esercito al servizio dei Grandi della Terra.
Sapete già che, se siamo un esercito, noi lo siamo di
straccioni e di bambini, disarmati nella nostra ribellione a
quei Grandi e alla minaccia dei loro eserciti. Sapete già
che, proprio per questo, tenteranno sempre di dipingerci
altrimenti, di dividerci e di disperderci.
Tentano di
confondervi, tentano di separarci. Ma
noi non cederemo ai ricatti né cadremo negli agguati.
L’abbiamo già dimostrato. Sapete già che un anno intero è
corso da quei giorni a Genova: e le sole devastazioni
seguite sono state quelle dei diritti del lavoro, sociali e di
cittadinanza, le devastazioni della guerra militare nei
deserti della povertà globale -
votata dai partiti del signor Martini e del signor Pistelli - e di quella economica e
sociale, portata anche nell’opulenza apparente delle nostre
metropoli e città. Voi le guardate da vicino, le vivete: sono
anche le valli del Mugello violentate dall’Alta Velocità, sono
la negazione dell’elementare diritto ad un tetto, sono gli
attentati alla salute delle persone perpetrati con la
riproduzione dell’inquinamento per compiacenza verso le
imprese e i loro profitti, sono l’emarginazione e la
segregazione degli esclusi dalla competizione di mercato.
Saranno le vostre acque consegnate ai ricchi e ai
profittatori. Sapete già che il Foro Sociale europeo vuole
essere una risposta a tutto questo. E
che quante e quanti disobbediscono, lo fanno per non accettare
tutto questo e per scrivere una storia differente.
Sapete già che siamo in cammino, tra tutte e tutti voi,
sui sentieri d’un altro mondo
possibile. Se sono le parole “sovversione
sociale” a far insorgere il riflesso emergenziale e
autoritario in cui ora si riconosce anche il signor Martini,
voi sapete già che semplicemente di questo si tratta.
Sapete già che è solo l’amore della moltitudine. Non
lasciatevi confondere, non lasciateci soli, camminiamo
insieme.
Anche a Firenze, anche nei giorni che verrano a novembre, ancora una volta per i
nostri bisogni e i nostri diritti. Tutti
insieme, dissolveremo i fantasmi. Disobbediremo ancora.
E una risata li seppellirà.
Francesco Caruso (disobbedienti della Rete No
Global - Napoli), Anubi D’Avossa
Lussurgiu (Prc, Agenzia di Comunicazione
Disobbediente), Daniele Farina (disobbedienti di Milano),
Nicola Fratoianni (disobbediente,
coordinatore nazionale dei Giovani Comunisti), Matteo Jade (disobbedienti di Genova), Guido
Lutrario (disobbedienti di Roma)
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