la fame del mondo è cosa seria , vedere i
propri figli, concittadini, morire di fame e non avere risorse per evitare
questa grande ingiustizia non è cosa da poco, e quindi bene ha fatto il
presidente Lula ha fare questa proposta.
Altro è pensare che questa proposta sia accettabile per
chi come noi ( occidente ricco) produciamo quelle armi che di fatto affamiamo il
mondo ancor prima di distruggerlo.
Non possiamo accettare la logica che quando il signore ( in
questo caso quello della guerra) taglia il pane, le briciole di quel pane siano
destinate a quelli sotto la tavola!!Questa è miserevolmente una scelta
perdente.
Come a dire. prima ti infliggo profonde ferite e poi ti
procuro aghi e fili di sotura, tutto ciò è aberrante.
Tutto ciò per dire che dobbiamo, noi previlegiati e
produttori di armi, chiedre e porci un confine, costruire un progetto politioco
che parta essenzialmente dal concetto di DISARMO che necessariamente passa dalla
produzione ed atraversa l'economia, l'etica, la cultura e la politica, azione di
movimento quindi senza la quale credo che ogni sforzo sia inadeguato e sciocco
oltre che inutile.
Walter Saresini
IL PRESIDENTE
LULA PROPONE A CHIRAC, ANNAN E LAGOS, L’IDEA DI TASSARE LA VENDITA
DELLE ARMI PER FINANZIARE UN FONDO MONDIALE CONTRO LA FAME.
Nel
corso di un summit a Ginevra con i Presidenti francese e cileno ed il
Segretario Generale dell'ONU, il Presidente del Brasile, Lula da Silva, ha
proposto di tassare la vendita delle armi per finanziare un fondo contro la
fame. Un'ipotesi, questa immediatamente appoggiata da Jaques Chirac. Nel
2002 il commercio di armamenti ammontava a 794 miliardi di dollari, ovvero
al 2.5 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Quella di un prelievo
sulla vendita di armi è,
comunque, solo una delle ipotesi di
imposta solidale evocate finora in Francia o all'estero, dallatassazione
dell'emissioni di gas nocivi all'atmosfera ai trasporti aerei e marittimi ed
alla vendita di petrolio, farmaci, acqua, transazioni effettuate con la
carta di credito. Il Cile, tuttavia, è l'unico esempio finora
disponibile di paese ad aver applicato un’imposta solidale ai
movimenti speculativi di capitale su indicazione del Fondo Monetario
Internazionale. L’anno scorso, durante il Forum di
Davos, il
Presidente brasiliano già aveva fatto la stessa proposta, trovando
subito l’opposizione, non solo degli uomini d’affari e di
potere, ma anche di numerose organizzazioni non governative e movimenti
anti-globalizzazione. La critica di questi gruppi è stata perentoria:
far pagare una tassa ai trafficanti di armi servirebbe soltanto a
«tranquillizzare» le loro coscienza, regalando loro un argomento
compassionevole, e cioè, di dare un contributo alla lotta contro la
fame. Il Presidente brasiliano, reduce di una visita in India, ha auspicato
uno stretto rapporto tra Nuova Delhi e Brasilia
per fare cambiare la
"geografia" tradizionale degli scambi commerciali. "L'India
ed il Brasile possono insieme costruire una forza capace di modificare la
geografia del commercio nel mondo", ha detto il Presidente per rilevare
subito numerosi punti di rassomiglianza tra il suo paese e l'India, tutti
due potenze regionali. Nel corso di questa visita, il Brasile e l'India,
hanno firmato accordi di cooperazione nei settori spaziali, turistici e
culturali. La visita di Lula in India s’iscrive nella nuova dinamica
diplomatica brasiliana che ha già portato il governante sudamericano
in Africa e in diverse nazioni latinoamericane. I prossimi viaggi del
Presidente Lula saranno in Russia ed in Cina.