Osservatorio Europeo: verso restrizioni del diritto d'asilo ?

Dalla Gran Bretagna un proposta per modificare le norme del diritto d'asilo. L'accordo di Olanda, Spagna e Italia.

 

Il ministro degli Interni britannico, David Blunkett, ha lanciato durante la riunione con i suoi omologhi dei 15 paesi dell’Unione Europea, una proposta di restrizione della politica d’asilo dell’UE. Il Governo britannico propone, mentre è direttamente impegnato in azioni di guerra in Irak, di creare delle zone di accoglienza dei rifugiati nelle vicinanze delle aree colpite dal conflitto, per poi trasferire chi lo richiedesse in “centri di transito” per dar modo ai responsabili di potere esaminare le domande d’asilo nei paesi dell’UE . Coloro a cui verrà accordato lo status di rifugiato potranno poi recarsi nei paesi dell’UE, “condividendo le spese di soggiorno” con le istituzioni ospitanti...
La proposta è stata caldamente appoggiata dall’Olanda, dalla Spagna e, naturalmente anche dall’Italia. La commissione europea dal canto suo, pur non avendo del tutto rifiutato l’idea dei campi di accoglienza, rifiuta con decisione il “modello” britannico. In una sua comunicazione (pubblicata giovedì scorso) sollecita soprattutto una più approfondita riflessione sulle politiche di accoglienza e di protezione, anche in vista del Consiglio Europeo che su questa materia si riunirà a Tessalonicco.

Negli stessi giorni si teneva ad Atene il 3° Consiglio congiunto Messico-Unione Europea. Le due parti hanno ribadito il loro impegno nel volere rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite per il futuro del governo mondiale, sottolineando la comune volontà da una parte di combattere il terrorismo in tutte le sue forme, e dall’altro di difendere il rispetto del diritto internazionale, dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario internazionale tramite le Nazioni Unite. Sulla stessa onda l’incontro bilaterale UE-Cile, che ha ribadito la necessità di rafforzare le consultazioni ed il coordinamento tra Ue e Cile proprio nel quadro del Consiglio di sicurezza dell’ONU, di cui anche il Cile è membro. Sia dal Cile che dal Messico sono arrivati dei chiari messaggi verso l’Europa di volontà di creazione di una nuova politica estera, non più esclusivo monopolio degli USA, e soprattutto si è convenuto di stabilire un dialogo aperto senza escludere alcun tema a priori, dalla promozione della pace e della stabilità, a misure di prevenzione dei conflitti, alla lotta contro il terrorismo, al crimine organizzato, misure contro l’immigrazione illegale e contro la tratta di esseri umani. Questi incontri rivestono un certo interesse, sia per la posizione assunta dal Messico e dal Cile sulla guerra in Irak– richiesta di prolungare il mandato degli ispettori ONU – sia perché da aprile spetterà proprio al Messico la Presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La richiesta che la Commissione dei Diritti Umani dell’ONU tenesse una sua sessione speciale sull’intervento militare in Irak è stata nel frattempo respinta a Ginevra (18 voti a favore e 25 contrari).

Susanna Florio

 

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