il
manifesto - 18 Luglio 2002
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art255.html
F-16 IN ARRIVO
Armi a
Israele dagli Usa, via Londra
Il Sipri: negli ultimi quattro
anni 16miliardi di dollari di armi. Un affare anche per l'Italia
LUCIANO
BERTOZZI
Il
governo britannico - che pure la scorsa settimana ha dichiarato illegittime le
importazioni di prodotti israeliani provenienti dai Territori occupati - ha
consentito nei giorni scorsi l'esportazione negli Stati Uniti di componenti per
gli aerei F 16 destinati ad Israele. La vendita è stata autorizzata in deroga
alle vigenti restrizioni che lo stesso governo ha introdotto sul commercio di
armi con Israele. Annunciando la decisione in parlamento ,il ministro degli
esteri Jack Straw ha ribadito che la Gran Bretagna è molto preoccupata per le
violenze nei Territori Occupati da Israele, ma che l'interruzione di queste
forniture avrebbe avuto «serie implicazioni nelle relazioni con gli Stati Uniti
in materia di difesa». Israele è stato, secondo il Sipri, l'autorevole istituto
di ricerche sulla pace ed il disarmo di Stoccolma, l'undicesimo importatore di
armi mondiale nel periodo 1997-2001 con più di 16 miliardi di dollari (dollari
costanti, cioè depurati dell'inflazione). Questa cifra costituisce, sempre
secondo il Sipri, il 16% degli acquisti mondiali di armi.
Il Paese
mediorientale costituisce una riserva di caccia pressoché esclusiva per gli
Stati Uniti, anche in questo modo si capisce il perché di un'identità di vedute
quasi totale fra i due Paesi e l'importanza fondamentale che per l'industria
bellica statunitense riveste l'area mediorientale. Il permanere della crisi
garantisce lavoro per molte migliaia di lavoratori negli States. Il Sipri
nel suo consueto Yearbook pubblicato pochi giorni fa, fornisce l'elenco di
quanto Israele ha comprato da Washington. La lista è impressionante, dalla
lettura di questi dati si comprende la mancanza di volontà di attuare una vera
politica di pace.
Ecco l'elenco: otto elicotteri Apache, ordinati nel
2001, una commessa che vale 500 milioni di dollari comprensivi della
modernizzazione di altri 10 e l'opzione per altri 12 velivoli, gli elicotteri
saranno forniti nel corso del 2004; un aereo B-707 trasformato in cisterna
volante, ordinato nel 2000 e consegnato l'anno scorso; 480 missili anticarro
ordinati nel 2000 per armare i citati elicotteri Apache. Robetta. Perché poi ci
sono i pezzi forti: ben 50 aerei F-16 ordinati nel 1999 mentre la consegna è
prevista nel periodo 2003-2005, si tratta di un affare da 2,5 miliardi di
dollari. Non è finita, nel 2000 sono stati ordinati altri 52 F-16, un altro
affare da due miliardi di dollari. Nel 2001 Israele ha ordinato 3 aerei da
trasporto Gulfstream e 24 elicotteri S70A/UH-60H. Il lungo elenco si conclude
con radar aerei e missili.
In presenza di una guerra che si trascina da
molti mesi sarebbe logico aspettarsi un embargo alla fornitura di armi, ma si
tratta di una pia illusione. L'Onu non ha neanche tentato, sarebbe stata
un'iniziativa meritoria ma velleitaria, visto il potere di veto che Washington
avrebbe sicuramente esercitato. Ecco un'ulteriore dimostrazione di politiche
basate su due pesi e due misure: l'Iraq è accusato d'avere armi non
convenzionali ed è sottoposto oltre che ad un sacrosanto blocco delle armi anche
a sanzioni ferocissime che fanno strage della popolazione civile. Israele che è
stato condannato ripetutamente dai consessi internazionali perché occupa i
Territori palestinesi da 35 anni ed è una potenza nucleare (stimata in circa 200
testate) non è sottoposto ad alcun condizionamento.
In questo contesto ha
un piccolo ruolo anche l'Italia. «Circa l'ipotesi di bloccare o sospendere le
licenze di esportazione o i contratti di acquisto ricordo che, nei confronti di
Israele, fino ad ora, non si è concretizzata alcuna forma di embargo
internazionale. Pertanto, non è stato fin qui adottato alcun provvedimento di
blocco generalizzato delle esportazioni di armi verso quel Paese». E' il
passaggio principale della recente risposta del sottosegretario alla Difesa,
Cicu all'interrogazione della parlamentare Elettra Deiana (Prc). Non avevamo
dubbi. Visto che le vendite di armi italiane, secondo dati ufficiali
governativi, sono state pari, per le consegne: nel 1999 (governo D'Alema) a 13
miliardi di lire, nel 2000 a 116 milioni di lire e a 230.000 euro nel 2001; per
i nuovi contratti: 125 milioni di lire nel 1999, 3,5 miliardi di lire (1,8
milioni di euro) nel 2001. Inoltre nel periodo 1.1.96-30.6.99 sono state fornite
armi leggere (pistole, fucili, mitra, munizioni, esplosivi, ecc.), si legge nel
libro di Archivio Disarmo Armi leggere guerre pesanti basato su dati
Istata, per 18 miliardi di lire. Inoltre, sempre secondo l'Istat alla voce armi
munizioni e loro parti, sono state esportate armi a tale titolo nel 2000 per
circa 97.000 euro e 281.000 euro nel 2001 (vedi sito
www.banchearmate.it)
A questo punto, Israele dovrebbe essere
sottoposto a misure ovvie, come il blocco di ogni aiuto militare ed economico e,
con severe sanzioni, dovrebbe ricevere lo stesso trattamento del Sud Africa
dell'apartheid. Dovrebbe...