La
Turchia ha deciso di porre fine, dopo 14 anni, alla legge speciale nella regione
kurda per dare un segno all’Unione Europea della sua volontà di iniziare le
discussioni sul partenariato con la Unione nel più breve tempo possibile. La
decisione diventerà efficace dal 30 giugno. Come richiesto dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale
(MGK) l'Assemblea nazionale ha deciso l’ultima estensione, per ulteriori 4 mesi,
della legge speciale nelle regioni di Sirnak e Diyarbakir. L’Unione europea ha
accolto positivamente le scelte della Turchia che era una delle richiesta
principali che la Turchia doveva soddisfare per vedersi aprire le porte prima di
iniziare qualsiasi discorso di partenariato con la
UE.
….e annuncia la nascita del
Sottosegretariato per il Sud-Est
_________________________________________________________________Kurdish Observer, 3 luglio
2002
Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale (MGK) ha deciso di creare un
Sottosegretariato per il Sud-Est al posto della Ohal e sempre con il compito di
limitare l'azione dell'HADEP. Il Sottosegretariato sarà attivo a partire dal 1 gennaio
2003, con il dichiarato scopo di "evitare che le municipalità dell'HADEP possano
ottenere consensi attraverso la gestione dei servizi pubblici". Il
Sottosegretariato sarà diretto dal Primo Ministro e da un sottosegretario
nominato dal governo. Non sono state fornite altre informazioni sulla struttura
e sui suoi futuri compiti.
I diritti delle donne in Turchia
_________________________________________________The International Herald Tribune, 20 giugno
2002
Una nuova legge approvata in primavera non consente più ai dirigenti
scolastici turchi di verificare la verginità delle studentesse. Negli ultimi
anni la Turchia ha fatto dei passi avanti verso la parità tra uomo e donna, ma
la situazione attuale mostra quanto lungo sia ancora il percorso da compiere.
La questione della castità delle studentesse venne alla
ribalta lo scorso anno quando il ministro della salute annunciò che le
studentesse dei corsi per educatrici, se riconosciute sessualmente attive,
sarebbero dovute essere espulse. In molte regioni del paese, specialmente
nell’est e sud-est, persiste ancora una certa percentuale di poligamia, di
matrimoni a seguito di rapimenti e di uccisioni di donne sospettate di aver
avuto rapporti da nubili. La battaglia per la parità è condotta soprattutto da
gruppi di donne che si scontrano con l’inerzia dello stato che non si rende
protagonista di un’efficace azione nei confronti dei governi locali. Quello che
ancora manca è un vero e proprio programma di alfabetizzazione femminile che
potrebbe aiutare la lotta all’emancipazione più che mille leggi
parziali.
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La nuova amicizia turco-siriana
________________________________________________________________________
AFP, 19 giugno
2002
La Turchia e la Siria hanno siglato due accordi militari che pongono
idealmente fine alla tensione tra i due paesi che 4 anni fa li stava portando
sul baratro di una guerra. Il generale Kivrikoglu e il suo collega siriano
Turkmani hanno siglato un accordo per la cooperazione nell’addestramento delle
truppe e per lo sviluppo di programmi militari
tecnico-scientifici. Il generale Kivrikoglu ha detto che l’accordo consentirà
agli allievi di frequentare corsi nelle accademie dell’altro paese:
“L’incremento della cooperazione militare tra i 2 paesi consentirà di
stabilizzare la regione e di sviluppare programmi di pace anche in altri
settori”. Nel 1998 i due
paesi si trovarono sull’orlo del conflitto a causa dell’appoggio che la Siria
forniva al PKK e al rifugio concesso al suo leader Abdullah Ocalan. Altri motivi
di contrasto, ancora non pienamente superati, sono da ricollegare alla
costruzione del sistema di dighe turco per il controllo delle acque del Tigri e
dell’Eufrate, e che scontenta non poco la Siria e alle rivendicazioni siriane
della provincia dell’Hatay che la Siria considera ancora una sua
provincia.
“Che siano migliorate le condizioni carcerarie di
Abdullah Ocalan” ______________________________________Ozgur Politika, 18 giugno 2002
Il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT),
affiliato al Consiglio d’Europa, che ha condotto lo scorso anno delle ispezioni
nelle carceri turche, ha chiesto che siano migliorate le condizioni detentive di
Ocalan e che gli vengano concessi maggiori diritti. L’isola di Imrali, dove è
detenuto Ocalan, non è soggetta alle direttive del Ministero della Giustizia che
consentono ai prigionieri politici di fare telefonate e ricevere visite.
A tale proposito il CPT ha inviato al Ministero della
Giustizia una lista di questioni da risolvere riguardo la detenzione di
Ocalan:
-
Diritto a fare e ricevere
telefonate
-
Diritto ad avere una
televisione ed una radio in grado di ricevere anche le onde
corte
-
Eliminare “le condizioni di
carcerazione speciali” alle quali Ocalan è
sottoposto
-
Diritto a coltivare un hobby
o ad avere uno svago
-
Diritto al contatto con
altre persone e fine dell’isolamento
Il rapporto del CPT non riguarda solo
il caso Ocalan, ma chiede un generale miglioramento delle condizioni carcerarie,
della condizione delle prigioniere, l’eliminazione delle violenze commesse nelle
stazioni di polizia criticando il fatto che, in Kurdistan, non è stato
migliorato il sistema col quale si conducono gli
interrogatori.
La Corte Europea per i Diritti Umani (ECHR) condanna la
Turchia a pagare 11 milioni di dollari ____________Ozgur Politika, 19 giugno
2002
Da anni la Turchia è costantemente condannata dalla ECHR per violazione
dei diritti umani dopo essere stata portata a giudizio da vittime del sistema
turco. La ECHR ha già imposto alla Turchia di pagare degli indennizzi per 11
milioni di dollari. Dal 1987, primo anno nel quale la Turchia è stata portata a
giudizio, 5000 persone si sono rivolte alla Corte. Dal 1989, anno della prima
sentenza, la Turchia è stata condannata 157 volte, 9 volte è stata assolta e si
è raggiunto un patteggiamento in 400 casi. Dal Kurdistan sono state avviate 1500
azioni legali contro la Turchia specialmente dal 1990 al 1996, gli anni peggiori
della guerra.
Al fine di pagare gli indennizzi stabiliti dalla Corte, la Turchia ha
recentemente stabilito di creare un fondo con i soldi delle imposte sugli
alcolici, sulle sigarette, le automobili e le donazioni. La Turchia ha
recentemente deciso di creare un altro fondo per indennizzare le vittime del
terrorismo e della guerra contro di esso, tentando in questo modo di risolvere
la questione internamente per evitare che le vittime facciano ricorso alla Corte
per i diritti umani. Le Commissioni, per la valutazione di questi indennizzi,
saranno formate da rappresentanti dei governi locali, della gendarmeria, sotto
il controllo del Ministero degli Interni. La Commissione dovrà emettere la
decisione finale sulla richiesta di risarcimento entro tre mesi dalla
presentazione del caso.
Una Corte di Giustizia turca ha condannato Cevat Soysal a
19 anni di prigione per aver guidato gruppi armati contro lo stato. Soysal è
stato ritenuto responsabile di un attacco incendiario che, nel 1999, provocò ad
Istanbul la morte di 19 persone. La pubblica accusa aveva chiesto la pena di
morte per essere stato un leader del PKK, il tribunale ha invece deciso di
comminargli una pena di 18 anni e 9 mesi. Soysal è stato catturato nel 1999 in Moldova. Alle
autorità avrebbe confessato di aver allenato gruppi armati. Confessione poi
ritrattata perché estorta con la forza. Gli avvocati di Soysal hanno confermato
che in carcere è stato costantemente drogato e soggetto a docce gelate, con
l’intento di indebolire le sue difese e spingerlo a confessare quanto affermato
dall’accusa. Gli avvocati hanno dichiarato che presenteranno
ricorso.
Il paese della tortura
__________________________________________________________________________
Kurdish Observer, 27 giugno
2002
In
occasione della giornata mondiale contro la tortura un cartello di numerose
associazioni impegnate per la difesa dei diritti umani e per la prevenzione
della tortura in Turchia (IHD - Associazione per i diritti umani-, Amnesty
International, la Fondazione turca per i diritti umani, la Camera dei Medici e
l'Associazione dei Magistrati di Diyrabakir) hanno presentato un documento per
presentare la situazione della tortura nel paese. Nel documento comune, letto dal portavoce
dell'Associazione dei Magistrati, Mustafa Ozer, si ricordava come la Turchia sia
ancora uno di quei paesi nei quali le persone muoiono a causa delle violenze
subite nelle carceri. Ozer ha voluto anche ricordare che la prevenzione della
tortura e la punizione dei torturatori sia, di fatto, impedita dalla legge.
La IHD ha sottolineato che, nei primi 6 mesi del 2002,
ben 95 persone si siano rivolte alla sua struttura per aver subito torture e che
i casi non vengono studiati dalla polizia, né dai medici, che non stilano i
relativi referti. Il portavoce della sede di Istanbul di IHD, Sener, ha
ricordato che la Turchia, col suo atteggiamento, viola la Convenzione europea
contro la Tortura e rimane sotto costante condanna della Corte europea per i
diritti umani.
Una Commissione contro i nomi "sconvenienti"
______________________________________________________ Kurdish Observer, 1 luglio
2002
Continuano gli sforzi del
governo per impedire alle famiglie kurde di dare ai loro figli nomi legati alla
propria cultura. Con una circolare del gennaio 2002 è stata decisa la creazione
di una Commissione, che dovrà stilare una lista dei nomi potenzialmente
pericolosi. Il Ministro
dell'Interno ha inviato la circolare a tutti i governatori informando sulla
necessità di creare queste commissioni, formate dai direttorati degli uffici
provinciali per il censimento e da esponenti dei direttorati provinciali per le
politiche educative. Secondo la circolare, le Commissioni dovranno studiare il
senso dei nomi kurdi, controllare se questi si pongano in violazione con la
norma che prevede l'indivisibilità dello stato e, addirittura, se la loro
pronuncia in turco non sia troppo difficile. Dopo l'invio della
circolare, alcuni uffici anagrafici hanno iniziato a non registrare più i nomi
kurdi dati ai bambini. Il primo governatore a dare attuazione alla direttiva è
stato quello di Antalya. Dopo la circolare i genitori di 23 bambini kurdi sono
stati messi sotto processo con l'accusa di aver dato nomi kurdi ai loro
figli.
Sostegno agli studenti
______________________________________________________________________________Kurdish Observer, 28 giugno
2002
La sede di Adana della IHD ha tenuto una conferenza a sostegno degli
studenti kurdi espulsi dall’Università di Cukurova per aver presentato una
petizione nella quale si chiedeva il diritto ad insegnare il kurdo. Il
portavoce, Kemal Ozdemir, ha ricordato che gli studenti subiranno dei danni
irreparabili a causa di una legge ingiusta. 21 studenti sono stati definitivamente espulsi
dall'università, 66 allontanati per 6 mesi e a più di 100 è stato intimato di
non rendersi più protagonisti di azioni simili per non rischiare ulteriori
sanzioni. 2 studenti accusati di aver sostenuto la petizione e di
aver innalzato dei cartelli di sostegno al KADEK, Gulistan Dortyama e Hasan
Alma, sono stati condotti di fronte alla Corte di Giustizia. Alma ha affermato
di essere stato sottoposto a torture e violenze durante la carcerazione: "Mi
hanno obbligato a firmare un documento. Non ho nulla a che vedere con quei
cartelli. Sono qui solo per aver sostenuto la petizione per la lingua kurda.
Alla polizia mi hanno detto -Se sostieni la petizione è chiaro che sostieni
anche il KADEK-".
Le violazioni minacciano la pace
________________________________________________________________
Kurdish Observer, 3 luglio
2002
Il
portavoce della sede di Bingol dello IHD, Ridvan Kizgin, ha rilasciato un
documento nel quale vengono denunciate numerose violazioni dei diritti umani
compiute contro abitanti di Bingol: "Da circa 8 mesi le repressioni e le
violenze alla sicurezza individuale, alla libertà e al diritto all'espressione
hanno raggiunto un livello che minaccia la pace sociale". Kizgin ha
detto che sebbene la OHAL sia stata revocata a Bingol 5 anni fa, le violenze e
la repressioni sono a livelli ancora molto alti. Il documento rivela che nel
2001 si sono verificate 146 violazioni dei diritti umani mentre, nei primi 6
mesi del 2002, il numero è salito a 337.
Il documento continua affermando che la tensione sociale
ha raggiunto un punto che minaccia la pace sociale e che bisognerebbe sforzarsi
per raggiungere una pace
vera.