Del Mondo Kurdo
n7
A
cura dell’Ufficio
d’Informazione del Kurdistan in Italia
C/C bancario n. 12257 intestato a
UIKI-Onlus, Banca Popolare di Milano, ag.
252
1. Si da fuoco per
protesta. Ozgur Politika -
24.02.20042.
2.Detenzione per le
donne. Ozgur Politika,
28-02-2004
3.Inizia la fase di RojTv. Ozgur
Politika, 1 marzo 2004
4.Ozgur Radio è stata
chiusa. Ozgur Politika - Istanbul, 28 febbraio
2004
5.Resoconti di International
Initiative: Il Comitato Anti-tortura chiede di accedere al Prigioniero n.1 di
Turchia, STRASBURGO / 25 Febbraio 2004 /
AFP
1. Si da fuoco per protesta.
Da Ozgur
Politika - 24.02.2004
Umit Abay, kurdo di Dersim/Tunceli, a Colonia si è
bruciato davanti ad una chiesa in segno di protesta contro la politica
sull’asilo di Germania, restando ustionato per il 95% del corpo, dopo essersi
versato addosso una tanica di benzina.
Aveva fatto richiesta d’asilo politico nell’ottobre del
2003, a Braunschweig in Germania e nello stesso giorno è stato rinchiuso nella
base militare ex-sovietica.
La paura di essere mandato in Turchia e le condizioni nel
campo lo hanno portato al punto di scappare dalla base e trasferirsi a Colonia,
presso alcuni parenti. Umit Abay che non ha avuto nessuna risposta dalla
commissione, si è dato fuoco il 18 febbraio 2004 alle 23:00 davanti al tempio di
riferimento dei simpatizzanti del MHP (Lupi grigi) la moschea Yunus Emre Cami a
Colonia- Mullheim. Abay tenuto in terapia intensiva ancora si trova in pericolo
di vita.
Lo zio di Umit Abay intervistato dopo l’accaduto ha
detto: “questi campi non sono diversi da carceri aperte e questa reclusione è
stata uno dei motivi che hanno portato Umit alla depressione. Tante volte si
chiedeva che cosa si sarebbe potuto succedere se fosse stato respinto in
Turchia. Sono questi tipi di domande che indicano e spingono gli esuli alla
depressione. Inoltre, le autorità sanitarie dell’ospedale vedendo che
l’operazione a cui sarebbe dovuto essere sottoposto era molto costosa sono
intervenuti molto in ritardo”. Infatti ha detto lo zio di Umit, Yusuf Dinc “Un medico dell’ospedale mi ha
chiamato e chiesto se avremmo potuto pagare le spese dell’operazione, che
ammontavano a 400-500€. Al che io ho risposto che essendo un esule lo stato
avrebbe dovuto pagare le spese, così lo hanno poi operato”.
2. Detenzione per le donne.
Ozgur
Politika, 28-02-2004
Davanti al Parlamento turco 11 donne che volevano
protestare per richiamare l’attenzione sulle condizioni di salute e di
isolamento del leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan, sono state arrestate ed
indagate, per poi essere condannate ad 1 anno e 3 mesi.
Il processo aperto contro circa 20 donne, fra le quali
anche alcune amministratrici della sezione femminile della sede nazionale del
DEHAP (Ankara) si è tenuto al V Tribunale Penale di prima istanza. Al processo
Istek Tas, YIldiz Bahceci, Saize Zoroglu, Munibe KOc, Besra Varli, Sabina Tusun,
Gulen Anci, Yasemin Ildan, Eser Anci, Ciya Aydin e Hatice Catak sono state
condannate a 1 anno e 3 mesi, ma la pena sarà da scontare in prigione se si
ripetesse.
3.Inizia la fase di RojTv – Ozgur Politika, 1 marzo
2004
Trasmettendo in tutti i dialetti kurdi, in turco, in
arabo e in sorani partono le trasmissioni di Roj Tv.
La televisione dei kurdi, Roj Tv ha iniziato oggi le sue
trasmissioni. Dall’Europa al Medioriente, e in tanti altri luoghi sarà possibile
seguirne i programmi. Il manager della società Mesopotamya broadcasting Menucer
Tahsili Zanoozi, intestatario della licenza, sottolinea che con le trasmissioni
di RojTv si potrà contribuire alla soluzione della questione kurda.
Perché avete avuto bisogno di creare RojTv?
Gli organismi dei media nascono in quanto necessità. Roj
Tv, Mezopotamiya Tv, gli altri canali Tv e i giornali nascono perché ce n’è
bisogno. La società Mezopotamiya broadcasting è stata creata nel 98 e nel 99
abbiamo ottenuto la licenza da parte del Ministero della cultura della Danimarca
a nome della Mezopotamiya Tv. Questa rete trasmette su tematiche come la
cultura, l’arte, la filosofia, la storia, la letteratura, la musica, la politica
e simili. Lo scorso anno abbiamo chiesto la licenza per trasmettere con Roj Tv.
L’obiettivo delle trasmissioni di Roj Tv è di essere al servizio della soluzione
della questione kurda in modo pacifico. Questa era stata anche una della
motivazioni presentate chiedendo la licenza, che abbiamo poi ottenuto a
dicembre. Volevamo iniziare con il primo gennaio, dopo aver ottenuto
l’autorizzazione, infatti, abbiamo avviato le nostre attività e i programmi sono
potuti iniziare il primo marzo. Non è una coincidenza che Roj Tv sia stata
creata proprio quando MedyaTv è stata chiusa, è servita anche a coprire questa
mancanza ed essere una risposta alle necessità del momento. Le nostre
trasmissioni non saranno solo in kurdo, RojTv sarà la voce per contribuire a
realizzare democrazia e pace, per proteggere la cultura della Mesopotamia e
portare la democrazia in Medioriente.
Chi sono i popoli a cui principalmente RojTv si
indirizza?
Soprattutto riteniamo che sia quello kurdo, perciò si
trasmetterà anche in kurdo. La storia kurda non ha dieci o quindici anni, non è
una storia recente, è una storia molto antica. Se si guardasse alle civiltà
della Mesopotamia, si capirebbe che le genti di quei luoghi hanno da sempre
vissuto in condivisione. Possiamo prendere i kurdi in Medioriente come simbolo
dell’unità delle culture. Se un giorno potranno ottenere la propria libertà
allora anche gli altri popoli del Medioriente la otterranno. Noi proteggiamo
anche le altre lingue e culture del Medioriente, riconosceremo vicino ai kurdi
anche un posto per gli arabi, i siriani, i turchi e gli azeri, in base alle
nostre possibilità.
Roj Tv ha degli studi televisivi
propri?
La nostra compagnia non ce li ha, però abbiamo delle
convenzioni con altre società di produzione tv, che proseguiranno. Da Svezia e
Germania, dove queste compagnie hanno sede, arrivano i programmi. Inoltre, c’è
RojNV e pensiamo di prendere in futuro anche da loro dei programmi, visto che ha
proprio i programmi di cui abbiamo bisogno e la capacità di
realizzarli.
Ormai le persone che
lavorano con noi sono dei professionisti, con più di nove anni di esperienza. Io
stesso mi aspetto che su Roj Tv vengano trasmessi programmi a livello
professionale.
4.Ozgur Radio è stata
chiusa. Ozgur Politika - Istanbul,
28 febbraio 2004
Da una parte si fanno promesse all’UE nel quadro dei
criteri di Copenhagen per eliminare ogni ostacoli a qualsiasi forma di libertà
di espressione, dall’altra chiudono le radio.
Dopo un lungo periodo Ozgur Radio, di nuovo, si è trovata
a dover chiudere per trenta giorni. Il coordinatore generale delle trasmissioni
Fusun Erdogan ha detto “il 27 agosto 2003 avevamo trasmesso una notizia
intitolata un attacco come un
massacro, che ci è costato un’incriminazione per favoreggiamento della
divisione etnica: diverse lingue, diverse religioni, diverse fazioni, come base
del terrorismo e della violenza. In realtà, già noi facevamo una sorta di
autocensura. Tutto questo dimostra a che punto si trova la Turchia nei confronti
della democrazia, della libertà, della stampa e dei
media”.
5. Resoconti di
International Initiative: Il Comitato Anti-tortura
chiede di accedere al Prigioniero n.1 di Turchia STRASBURGO / 25 Febbraio 2004 /
AFP
Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa ha
accusato mercoledì la Turchia di mancare di garantire che il suo prigioniero
numero 1, Abdullah Ocalan riceva visite regolari dalla sua famiglia e dai suoi
legali. L’ex leader kurdo è stato prigioniero nell’isola-prigione d’Imrali, nel
Mar di Marmara, per quattro anni. La sua sentenza di morte per separatismo è
stata commutata nella carcerazione a vita.
Il comitato anti-tortura ha visitato la Turchia un anno
fa, in un periodo in cui Ocalan era stato inabilitato a ricevere visite per più
di tre mesi a causa di maltempo. “Una sospensione de facto del diritto alle
visite per più di tre mesi sarebbe una questione grave riguardo a qualsiasi
prigioniero, ed è semplicemente pressoché inaccettabile riguardo a un
prigioniero che è stato tenuto in isolamento per un periodo molto lungo”, ha
detto il comitato. In una risposta scritta la Turchia ha affermato che le visite
sono state cancellate a causa del maltempo. Ha affermato che per ragioni di
bilancio non era in grado di fornire un’imbarcazione più adatta alle condizioni
del mare per collegare l’isola con la terraferma/il continente, e
l’organizzazione della prigione rendeva difficile programmare visite in
qualsiasi altro giorno che il mercoledì. Ma il comitato ha affermato di non
ritenere convincenti tali argomentazioni. “Esse non sono indicative di una reale
determinazione a superare le difficoltà fronteggiate dai parenti e dagli
avvocati di Abdullah Ocalan nel guadagnare accesso all’isola d’Imrali”, ha
detto. Il comitato disse che era “persuaso/convinto che ulteriori misure
potevano essere intraprese per consentire che visite alla prigione di massima
sicurezza di Imrali abbiano luogo. , senza addossare un fardello eccessivo sulle
autorità turche”. Il comitato ha visitato la Turchia quale parte di una serie
normale/regolare/abituale di ispezioni che la Turchia è obbligata ad accettare
come una condizione della sua iscrizione/appartenenza al Consiglio d’Europa, un
comitato di controllo (WATCHDOG) della democrazia. In base alle norme, alla
Turchia fu concesso tempo per consegnare/trasmettere una risposta formale prima
che il rapporto e la replica fossero congiuntamente pubblicati.
* Rapporto al Governo Turco sulla visita in
Turchia effettuata dal Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei
Trattamenti o Punizioni Inumani o Degradanti (CPT) il 16-17 febbraio
2003
I. INTRODUZIONE
A. Date della visita e
composizione della delegazione
1. Conformemente all’articolo 7
della Convenzione Europea per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o
punizioni inumani o degradanti (da qui in avanti menzionata come “la
Convenzione”), una delegazione del CPT ha visitato la Turchia dal 16 al 17
febbraio 2003.
2. La delegazione era composta
da Marc NEVE, membro del CPT e Capo della delegazione, e Timothy HARDING,
Direttore dell’Istituto Universitario di Medicina Legale a Ginevra (in qualità
di esperto). Essi erano assistiti
da Zeynep BEKDIK e Kudret SUZER (interpreti), ed erano accompagnati da Patya
NESTOROVA del Segretariato del CPT.
B. Contesto della visita,
consultazioni tenute e grado di cooperazione
riscontrato
3. La visita apparve al
Comitato “essere richiesta dalle circostanze”
(cfr. l’articolo 7, paragrafo 1 della Convenzione). Essa
fu accesa da persistenti rapporti riguardo al fatto che parenti e legali di
Abdullah ŐCALAN hanno sperimentato notevoli difficoltà nell’ottenere accesso
alla prigione sull’isola di Imrali al fine di visitarlo. Mediante una lettera
del 27 gennaio 2003 il CPT richiese alle autorità turche di fornire osservazioni
concernenti quei rapporti, come anche una lista indicante la data e la durata di
ogni visita ad Abdullah Ocalan da parte dei suoi parenti e avvocati durante gli
ultimi tre mesi. Mediante una lettera del 5 febbraio 2003 il CPT reiterò/rinnovò
quelle richieste e formalmente invocò la Norma 30 (1) delle sue Regole di
Procedura.[i]
Mediante lettera del 6 febbraio 2003 le autorità turche risposero alla lettera
del Comitato del 27 gennaio 2003. le informazioni fornite resero chiaro che
l’ultima visita ad Abdullah Ocalan da parte dei suoi parenti e avvocati aveva
avuto luogo il 27 novembre 2002. apparentemente “le condizioni meteorologiche”
avevano in seguito impedito a parenti e avvocati di accedere
all’isola.
Il Presidente del CPT
discusse questa questione con il Funzionario incaricato dei contatti ad Ankara
per telefono, e fu compreso che tutti gli sforzi/tentativi avrebbero dovuto
essere fatti per assicurare che i parenti e avvocati di Abdullah Ocalan fossero
in grado di visitare il Carcere di Massima Sicurezza di Imrali nel successivo
giorno di visita, vale a dire il 12 febbraio 2003. Tuttavia il CPT in seguito
apprese che i parenti e avvocati non erano stati in grado di visitare il Carcere
di Massima Sicurezza di Imrali, la ragione addotta essendo ancora una volta le
non buone condizioni meteorologiche. Il CPT perciò decise che una delegazione
avrebbe dovuto visitare la Turchia al fine di ottenere, sul
posto/immediatamente, informazioni sulle disposizioni per la visita ai
prigionieri tenute nel Carcere di Massima Sicurezza di Imrali e per intervistare
l’unico detenuto dell’edificio penitenziario.
4. La visita al Carcere di Massima Sicurezza di Imrali
offrì anche un’opportunità di recensire altri aspetti delle condizioni di
detenzione di Abdullah Ocalan, alla luce delle raccomandazioni fatte dal CPT
dopo le sue precedenti visite a quella struttura (nel marzo 1999 e nel settembre
2001).[ii] Tuttavia questo rapporto focalizzerà l’attenzione sulla
questione specifica delle visite da parte di parenti e avvocati. Altri aspetti
del trattamento di Abdullah Ocalan saranno oggetto di una distinta comunicazione
…
[i] La Norma
30 (1) statuisce come segue: “Prima di decidere su una particolare visita,il
Comitato o, se appropriato, l’Ufficio può richiedere informazioni o spiegazioni
per quanto riguarda la situazione generale nello Stato interessato, per quanto
riguarda un luogo specifico, o per quanto riguarda un caso isolato in relazione
al quale esso ha ricevuto rapporti”.
[ii] I
rapporti su queste visite, come anche le risposte delle autorità turche, sono
state rese pubbliche (cfr. documenti CPT/Inf (2000) 17, CPT/Inf (2000) 18,
CPT/Inf (2002) 8 e CPT/Inf (2003) 13).