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No-global, New-global e
Balcani
A Kraljevo un seminario su “Globalizzazione e
Balcani”. Promotori il network italiano a sostegno dell’ADL di Nis e
l’associazione giovanile DRK. Per parlare nei Balcani di globalizzazione e
per non dimenticare i Balcani parlando di globalizzazione.
(17/12/2001) Seattle, Genova,
Porto Alegre. Ed i Balcani? Il cosiddetto movimento no-global è nato e si
è sviluppato con un approccio soprattutto terzomondista. Sempre più però
ci si sta rendendo conto che non esiste una divisione rigida tra un nord
ricco ed un sud povero ma questa distinzione geografica-concettuale è
interna ad ogni singolo Paese. Ogni nord ha le sue sacche di marginalità,
di povertà, di disperazione. A causa di un lavoro che diviene precario e
di uno stato sociale che da diritto e garanzia sempre più viene visto come
“servizio facoltativo”, ad appannaggio dei misericordiosi. Ed allo stesso
modo anche il sud vive forti contrasti tra ostentate ricchezze ed estrema
povertà. E’ uno degli effetti della globalizzazione, un intimo e caotico
mescolarsi tra il qui ed il là; per comprenderne gli effetti occorre
modificare radicalmente le nostre categorie concettuali. In questo può
aiutarci l’analisi di ciò che in questi anni è successo nei Balcani.
Regione che è contemporaneamente vicina, al di là del confine, a pochi
chilometri da Trieste, e allo stesso modo lontana. Le
tragedie dei Balcani da interpretare non come arretrate “guerre
etniche” o “guerre religiose” ma come espressione della post-modernità.
Dove attività criminali si mescolano con rivendicazioni nazionaliste e le
alimentano; dove la guerra si serve delle tecnologie più avanzate e la
maggior parte della popolazione conosce condizioni di vita terribili, un
irrimediabile tornare indietro rispetto a come si viveva prima. Dove la
mutata situazione geopolitica in seguito alla caduta del muro di Berlino
si interseca con uno scellerato uso dei mezzi di informazione per arrivare
alla guerra. I Balcani quindi come un territorio fortemente influenzato
dai processi caratterizzanti la cosiddetta globalizzazione.
Durante gli anni del conflitto, durante gli anni della “ricostruzione”. E
la gente nei Balcani, in particolar modo i giovani, cosa pensano di questi
fenomeni? Come hanno vissuto Seattle, come hanno vissuto i fatti di
Genova? Il coordinamento italiano che sostiene l’Agenzia della
Democrazia Locale della Serbia centro meridionale, con sede a Nis, ha
promosso un seminario di tre giorni a Kraljevo per parlare proprio di
questo. “Globalizzazione e Balcani” si titolerà l’incontro previsto per il
prossimo fine settimana (21, 22, 23 dicembre). Parteciperanno attivisti
di ONG di tutta l’ex-Jugoslavia, e non solo, che si occupano di
questioni ambientali, democratizzazione, attività culturali per promuovere
la pace, la libertà di pensiero e di espressione. Gli organizzatori a
Kraljevo saranno il gruppo giovanile libertario DRK, che da tempo si
occupa di promuovere iniziative a favore della libertà d’espressione e di
pensiero, cercando anche con le proprie attività di costituire una rete di
relazioni con le altre zone dell’ex-Jugoslavia per andare contro corrente
rispetto alla direzione presa dai leader nazionalisti e per contrastare le
follie della pulizia etnica. Tra gli interventi al seminario vi saranno
quelli di: Andrej Grubacic, dell’”Iniziativa per una Democrazia Economica”
associazione con la propria sede a Belgrado (Adrej è uno dei referenti in
Serbia per il gruppo di “Le Monde Diplomatique”);
Fabrizio Bettini rappresentante dell’Operazione Colomba; Emilio Molinari,
ex-europarlamentare, ora uno tra i promotori della Campagna Mondiale per
il Diritto all’Acqua e rappresentante dell’Italian Social Forum. Due
dei partecipanti a questo seminario avranno l’opportunità di partecipare
alle iniziative di Porto Alegre. Per iniziare nei Balcani a parlare di
globalizzazione e parlando di globalizzazione per non dimenticare i
Balcani.
» Fonte: © Osservatorio sui Balcani
» Immagine: © Il logo del Genova Social Forum
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23/12/01
vedi anche:
>> Serbia (RFY)
>> società civile , economia
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