car* tutt*,
per quelli che tra di voi non lo
sapessero, il gan (gruppo di azione nonviolenta) di reggio
emilia in dicembre ha iniziato a mettere in atto con cadenza bisettimanale
la sua
biciclettata nonviolenta che
sottolinea la connessione dell'uso dell'auto con le guerre (e di
conseguenza quella dell'uso della bici con la pace)
è diversa dalla critical mass (come potete
vedere dalla descrizione dell'azione che vi giro insieme -e in
coda- alla mail di jacopo fo)
ciao a tutt* elena
p.s.: se state pensando di cambiare l'auto...
potete mettervi in contatto con qualche operaio fiat folgorato dalle parole
di grillo (e da quelle di jacopo fo)!!!!!!!!
----- Original Message -----
Sent: Thursday, January 23, 2003 7:15
PM
Subject: [glt NV] Beppe Grillo su auto
ecologiche
Penso che questo intervento di Jacopo Fo possa
servire a consolidare il nostro nesso guerre-auto: se lindustria tradizionale è
in crisi la via non è produrre guerre o ulteriore inquinamento ma produrre
soluzioni alternative. Se i vecchi capi non lo capiscono facciamolo
noi!
Luca
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Evviva Beppe Grillo!
Noi amiamo quest'uomo.
Ieri sera e' apparso come una luce divina a Strisciala Notizia (ebbene si',
amiamo anche Ricci). E' stato epocale. Grillo, davanti ai cancelli della Fiat,
che parla con gli operai. E dice parole che nessuno ha avuto il coraggio di
dire. Su tutte campeggia un proposta: cari operai Fiat, perche' non vi mettete a
costruire auto migliori, piu' ecologiche? Ma non e' un discorso teorico. Grillo
e' arrivato con la famosa Twingo Smile progettata dagli ecologisti svizzeri (ne
abbiamo parlato su Cacao, trovate tutti i dati tecnici su www.greenpeace.it) che consuma 3-3,5
litri di benzina per fare 100 chilometri. Non si tratta di una tecnologia
spaziale o avveniristica. La Smile usa un motore da 358 cc (cioe' piccolo), e'
stata il piu' possibile alleggerita, potenziata con un compressore e resa piu'
aerodinamica con piccole modifiche della carrozzeria. Insomma e' un'auto che
potrebbe essere tranquillamente prodotta dagli operai Fiat. Potrebbe costare
5000 euro. Ed e' la cosa ecologicamente migliore che possiamo avere, subito,
intanto che si sviluppa la tecnologia dell'idrogeno. Sarebbe l'auto dell'anno e
Grillo si propone di occuparsi della pubblicita'. E osserva anche che la Fiat
non potrebbe neanche opporsi visto che a furia di finanziamenti a fondo perduto
per migliaia di miliardi ce la siamo praticamente comprata (e ancora chiedono
soldi per la cassa integrazione). Questo e' il cuore della proposta di Beppe
Grillo. Dice agli operai: siete nella merda perche' avete prodotto macchine di
merda. Dovevate scioperare per costringere la Fiat a costruire auto ecologiche.
Cosi' sarebbe stata competitiva. Smettetela di farvi intervistare che piangete
depressi perche' vi licenziano. Mi fate stare male. Voi sapete costruire le
macchine e potete costruire auto ecologiche. Fatelo. E conclude che lui un
giorno e' andato a visitare i laboratori della Fiat e ha trovato che l'auto
all'idrogeno l'avevano gia' costruita negli anni settanta. Ma era un segreto
custodito sotto un telone impolverato. Qualcuno la prendera' come una battuta da
buffone, questa proposta di Beppe Grillo. Ma come e' possibile che un gruppo di
operai prenda in gestione una fabbrica e riesca a mettere sul mercato migliaia
di automobili a basso costo e alto risparmio ecologico? E' chiaro che non e'
possibile. Ma esiste qualche cosa che sia possibile e che possa veramente
salvare i 5000 della Fiat e i 15 mila delle fabbrichette che lavorano per la
Fiat, dalla disoccupazione o dal lavoro nero? No. E questo credo che sia chiaro
a tutti. Nessuno ha la forza di fermare il crollo economico di un gigante come
la Fiat. Al massimo potranno contrattare qualche indennizzo in piu' per gli
operai Fiat e invece, quelli delle fabbrichette dell'indotto, via, pedalare. In
questa situazione, in questo momento, l'unica prospettiva per gli operai Fiat e
dintorni e' la sconfitta, un po' piu' o un po' meno cocente. L'unica via
ipotizzabile e' in realta' la proposta di Grillo. E' una proposta tecnicamente
possibile (esiste la macchina, esiste il progetto, le capacita' di realizzarla,
le persone disposte a comprarla). L'impossibilita' della realizzazione del
progetto di Beppe Grillo e' un problema culturale. L'idea che gli operai si
mettano a fare impresa e' un salto mentale quantico. E non importa se ci sono
state molte esperienze del genere in passato, con fabbriche occupate che
continuavano a produrre e addirittura operai che hanno rilevato le fabbriche
dove lavoravano perche' erano in crisi. E ce l'hanno fatta. Comunque e' un'idea
troppo lontana dall'idea di cio' che si puo' fare e di cio' che non si puo'
fare. Ma cazzo! E' solo una questione di modo pensare. Un vecchio preconcetto.
Pero', puta caso che domani mattina Cofferati si alza che gli girano veramente i
coglioni e va a Torino, davanti ai cancelli della Fiat e dice: "Ok ragazzi,
facciamola questa cazzo di auto di Beppe Grillo." Allora si' che lo vedresti
quel che succede. Te lo giuro. Vedresti la classe operaia lavorare duro a
inventare, migliorare, affinare.Vedresti l'auto ecologica italiana. Che fa cento
chilometri con un litro di benzina e 20 cl di pipi'. Vedresti la gente che va a
Torino a piedi e torna a casa in auto, con ancora dei pezzi da montare nel
porta-bagagli. Vedresti le ragazze che giurano di far l'amore soltanto su auto
"Classe Operaia Indipendente" modello 300. Vedresti un popolo che rinasce in
dignita'. Ma non e' possibile. Tutti devono continuare a parlare e piangere e
non fare niente di impossibile. Pero' ricordati di quello che dice Sherlock
Holmes: "Una volta che hai scartato tutte le ipotesi possibili ti restano solo
le ipotesi impossibili." Io non raccontero' alle mie nipotine che quando il
mondo e' andato in pezzi ci siamo arresi tutti.
Jacopo Fo
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ecco il
mio
racconto/resoconto della biciclettata nonviolenta di Reggio
Emilia.
Pasquale
14 dicembre 2002: prima biciclettata
nonviolenta a Reggio Emilia
Premessa
Il Gruppo di Azione Nonviolenta di Reggio Emilia si coaugula intorno ad
un
campo di azione - stabilito dallo stesso GAN in una tappa del
proprio
percorso formativo - legato alla violenza strutturale, diretta e
culturale
del sistema di trasporti fondato sull'automobile. Violenza che si
esplica
sia a livello micro, con le morti in città e provincia per
incidenti
stradali e con le malattie per cause legate all'inquinamento
atmosferico,
sia a livello macro, con la crisi ambientale e sociale del
modello di
sviluppo, del quale l'automobile è uno dei perni materiali e
simbolici, e
con le guerre per il petrolio. Obbiettivo del GAN è quello
di costruire una
campagna locale, finalizzata alla trasformazione del
sistema di trasporto
privato in senso sostenibile e nonviolento, da svolgere
con metodo e
tecniche della nonviolenza attiva.
Dopo aver
svolto un'azione dimostrativa di tipo teatrale a giugno
scorso - necessaria
soprattutto al gruppo per "provarsi" al termine del
percorso formativo - a
settembre il GAN comincia a lavorare parallelamente
sulla costruzione della
campagna, attraverso la fase dell'inchiesta
preliminare, e
sull'affinamento del metodo di azione. I venti di guerra
che, dopo
l'Afghanistan, soffiano sull'Iraq per ragioni chiaramente
legate
all'appropriazione dei pozzi petroliferi, inducono il gruppo a
concentrarsi,
sul piano dell'azione, proprio su questo
tema.
Preparazione
Nella giornata di
autoformazione condotta da Caterina Lusuardi e Fabiana
Bruschi, reduci dal
campo di formazione per formatori di Pruno di Stazzema,
si decide il tipo di
azione da svolgere: una biciclettata per le vie della
città, con cadenza
periodica, che espliciti il nesso tra l'uso privato dell'
automobile e le
guerre per il petrolio, e si delineano le prime
caratteristiche dell'azione
che verranno poi definite via via, negli
incontri successivi, in maniera più
dettagliata.
Si tratta di un'azione nonviolenta di
sensibilizzazione, che ha come
destinatari principali i cittadini contrari
alla guerra che usano
abitualmente l'automobile - il cui obbiettivo è quello
di esplicitare il
legame diretto tra il bisogno di petrolio delle società
occidentali ed il
ciclo di guerre imperiali attuali - al fine di indurre
alcune modifiche nell
'uso abituale dell'auto, proponendo l'alternativa della
bicicletta.
Si decide che si avrà un punto base informativo dal
quale si partirà,
attraversando in fila indiana le vie principali del centro
storico e quelle
a grande scorrimento, ed al quale si farà ritorno; che la
periodicità sarà
quindicinale; che le bici saranno imbandierate e
progressivamente elaborate
creativamente; che il messaggio esplicitamente
ripetuto sarà: "Contro le
guerre per il petrolio lasciamo a casa le
automobili". Si decide di proporre
la "biciclettata nonviolenta" sia ad altre
realtà reggiane, come l'
associazione ciclo-ecologista Tuttinbici, sia ai
Gruppi di Azione
Nonviolenta, ai nodi lilliput ed ai movimenti nonviolenti
del resto d'
Italia. Si decide, infine, di creare degli "indicatori
d'efficacia" che ci
aiutino a valutare in progress la riuscita della
"progett/azione In bici
contro la guerra" rispetto agli obbiettivi espliciti
condivisi.
Negli incontri successivi si stila un "piano d'azione
organizzativo", che
mette insieme le cose da fare con i nomi di coloro che le
faranno, nel quale
si dettagliano ancora di più le azioni da compiere per
arrivare pronti alla
data che viene stabilita per il 14 dicembre. C'è chi si
assume il compito di
stendere il documento del progetto e chi si occupa
dell'organizzazione dei
ruoli e dello studio del percorso; chi tiene i
contatti con altri gruppi e
associazioni e chi fa le ricerche della
documentazione da proporre ai
cittadini (libri e dossier autoprodotti in
forma sintetica e approfondita);
chi si occupa delle autorizzazioni e chi di
elaborare gli indicatori d'
efficacia; chi, infine, dei mezzi di
comunicazione e dei volantini e chi
della messa a punto di biciclette,
bandiere e striscioni.
Azione
I ruoli
da tenere durante la biciclettata sono liberamente scelti: due
persone
staranno al tavolo a parlare con la gente, a distribuire i dossier
ed a
vendere i libri; una ciclista aprirà la fila con lo striscione "Contro
le
guerre per il petrolio lasciamo a casa le automobili" ed uno chiuderà con
uno
striscione uguale; un altro si muoverà al di fuori della fila, per
essere
libero di osservare la situazione generale, verificare che tutto
proceda
regolarmente, tenere i contatti tra la testa e la coda; atri
osserveranno le
reazioni dei pedoni e degli automobilisti.
Finalmente, alle 9.00
del 14 dicembre, in una fredda e nitida giornata di
sole dopo settimane di
pioggia e nevischio, i membri del GAN, circa 10
persone, si trovano al luogo
convenuto, piazza della Vittoria, decidono il
posto dove sistemare il
banchetto e, per prima cosa, issano la bandiera
della nonviolenza - le mani
che spezzano il fucile su campo arcobaleno -
sull'asta che regge il cartello
che denomina la piazza.
Si sistemano sul tavolo i libri, i
dossier, i volantini ed altro
materiale informativo, si recupera l'ultimo
permesso all'ufficio del Comune,
si srotolano gli striscioni: il più grande
avvolgerà il tavolo, gli altri
saranno fissati sulle due biciclette, alle
quali è stato applicato un telaio
in verticale, che apriranno e chiuderanno
la fila. Man mano che altri
ciclisti arrivano, si sistemano le bandiere sulle
bici ed alla fine quasi
ogni bicicletta avrà la sua bandiera della pace o
della nonviolenza issata
su una lunga asta, una verde canna di bambù. Ai
partecipanti esterni al GAN
si distribuiscono le "istruzioni per la
biciclettata" dove sono indicate le
10 regole che tutti dovranno
rispettare.
Alle 10.30 si parte. 25 biciclette in fila indiana
si muovono lentamente
e tutte le bandiere cominciano a sventolare: è un
serpentone colorato di
circa duecento metri che sguscia ordinatamente prima
tra i tanti pedoni del
centro, poi nel traffico del sabato mattina, poi
attraversa l'incrocio
principale della città, quindi ritorna in centro, va a
circondare in segno
di amicizia la manifestazione degli studenti che si
svolge in una piazza
vicina ed infine torna al punto di partenza. Tutto fila
liscio ed è molto
bella e di grande effetto la teoria di bandiere
arcobaleno, baciate dal sole
e agitate dal vento, che sventolano incuneandosi
silenziosamente nel
traffico cittadino, non solo automobilistico,
prenatalizio.
La curiosità suscitata tra passanti, automobilisti
ed altri ciclisti e in
qualche caso l'apprezzamento esplicito ci inducono a
ripetere il percorso
una seconda volta.
Valutazione
Nell'incontro di valutazione svolto dopo qualche
giorno, oltre alla
soddisfazione generale per lo svolgimento complessivo
dell'azione, si
evidenziano i punti deboli - hanno partecipato meno persone
da quello che i
segnali dei giorni precedenti lasciavano supporre, la stampa
non si è vista
o quasi, l'associazione Tuttinbici che pure aveva formalmente
aderito era
praticamente assente, la piazza del punto base non è molto
frequentata al
mattino, gli striscioni erano poco leggibili, soprattutto
quelli in
movimento - e si propongono le opportune modifiche, alcune già
operative
dalla prossima volta.
Poiché la guerra all'Iraq, da
quello che è dato sapere, sarà purtroppo
lunga, ci sarà tempo per mettere a
punto l'organizzazione e facilitare il
passaggio del messaggio proposto. E
l'efficacia complessiva della
progett/azione sarà valutabile solo su tempi
lunghi ed in seguito alla
ripetizione del messaggio. A cominciare dai
prossimi appuntamenti, 28
dicembre e 11 e 25 gennaio.
Infine,
man mano che altre città dovessero decidere di avviare
biciclettate
nonviolente (ed i primi segnali sono incoraggianti) non è
escluso che, oltre
a migliori rapporti con i mezzi d'informazione locale, si
possa cercare di
accedere insieme ai mass-media nazionali.
Pasquale
Pugliese
****************************************************************************
***********************
La
nonviolenza è il punto della tensione più profonda del sovvertimento di
una
società inadeguata.
Aldo
Capitini