----- Original Message -----
Sent: Thursday, March 18, 2004 1:49 PM
Subject: ICS: ULTIMORA IRAQ e KOSOVO
- SPECIALE ULTIMORA -
In
queste drammatiche ore di escalation ed esplosione di violenza ininterrotta sia
in Iraq sia in Kosovo vi comunichiamo le ultime notizie giunte pochi minuti fa
dai nostri operatori sul campo:
ICS A BAGHDAD
Ernesto Bafile, Responsabile ICS in Iraq è a Baghdad
assieme ai colleghi, Annalisa Lombardo e Barbara Lilliu. Il loro lavoro, che è
proseguito in tutti questi mesi nonostante i continui attentati e la
difficilissima situazione interna, oggi pare diventare ancora più
complicato.
Ecco cosa ci hanno scritto:
“Cari
tutti
Come
ben sapete ieri c'e' stato un attentato nel centro di
Baghdad.
L'esplosione e' avvenuto esattamente di fronte al nostro
ufficio ad un
distanza in linea d'aria di 300 400
metri.
L'onda d'urto ha provocato la rottura di alcuni dei
vetri delle nostre
finestre. Al di la dei danni e del grosso spavento
stiamo tutti bene.
Faremo ovviamente una riflessione sull'evento. Le
contromisure che noi
proporremo agli altri si riducono sostanzialmente ad una
sola: la nostra
zona
e' troppo pericolosa e occorre cambiare la sede operativa.
Da
tempo la strada che passa di fronte al nostro ufficio e' l'unica via
di
attraversamento del quartiere. Le altre strade
circostanti sono state
chiuse per motivi di sicurezza dato che nell’area sono
presenti le sedi sia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sia del Ministero
dei Trasporti.
Tutto
il traffico si congestiona davanti al nostro ufficio e il
passaggio
degli
americani e' diventato frequentissimo. Non di rado parcheggiano
i
loro
mezzi di fronte a noi per pattugliare la zona.
Insomma anche se non siamo un target mai come ora
rischiamo di stare nel
posto
sbagliato al momento sbagliato.
Quello che noi cerchiamo e' un edificio certamente
sufficiente alle nostre
esigenze ma assolutamente modesto e anonimo. Tutto deve
essere fatto per
non
attrarre la curiosita' e quindi meno gente ci gira intorno meglio e'. Se siamo
soli abbiamo piu' garanzie di sicurezza. Per noi e per i nostri colleghi
locali.
Le
nostre comunicazioni email diminuiranno un po’.
Useremo la mail NCCI che non sempre e' veloce, ma
eviteremo assolutamente di frequentare gli internet cafe'.
Noi
proseguiamo nel nostro lavoro. Almeno ci proviamo.
State
tranquilli
Ernesto”
ICS IN KOSOVO
Marco Bruccoleri è il Responsabile ICS in Kosovo e ci
ha scritto da Prishtina dove lavora dal 1999. Con lui c’è un’altra operatrice
ICS, Chiara Ronchini. La terza operatrice, invece, Alma Koric, è da ieri
bloccata a Prizren, barricata in casa. Alma parla solo
serbo.
Abbiamo ricevuto queste righe poco fa:
“Tramite telefono siamo riusciti a contattare colleghi
e amici sparsi per il Kosovo durante la serata di ieri. E la situazione
non e’ per niente bella.
Qui a
Pristina ci sono stati colpi di armi da fuoco fino a notte tarda, hanno
assaltato la sede generale delle nazioni unite che e’ stata evacuata ma questa
mattina la situazione appare calma anche se la citta’ e’
blindata.
A
Mitrovica tutti gli internazionali sono stati evacuati dentro la Jugobanka a sud
della citta’ “protetti” dalle forze di polizia internazionale e della
KFOR.
A
Prizren purtroppo la folla scatenata ha dato alle fiamme Il Bogoslovia -il
piu’grande seminario ortodosso del Kosovo- già Rifugio Collettivo Temporaneo
riabilitato e gestito da ICS; hanno bruciato la parte alta della citta’ vecchia
dove c’erano le case serbe, tutte le chiese ortodosse della citta’; hanno
sfasciato le vetrate del palazzo delle Nazioni Unite e bruciato parecchie auto
sempre delle Nazioni Unite.
A
Caglavica dove era stato ferito il ragazzo serbo lunedi’ notte ci sono stati
scontri violenti fino a notte tarda e i serbi sono stati
evacuati
Delle
altre citta’ (Giljane, Urosevac, Pec) sappiamo di certo che sono successe le
stesse cose ma non abbiamo notizie dirette.
I
morti sembra siano saliti a 20 di cui 8 a Mitrovica e gli altri un po’
dappertutto e i feriti circa 600.
Alma
è ancora bloccata in casa a Prizren. Non può uscire. Tutti in città sanno che
parla solo serbo. E ora questo la pone in una situazione di grande
pericolo.
Le
abbiamo parlato al telefono anche se le linee sono disturbate. Sta bene.
Nonostante la paura.
Inutile dirvi la frustrazione. Troppe volte avevamo
segnalato l’alto livello di tensione che registravamo quotidianamente sul campo.
La comunità internazionale, ancora una volta, è nell’impasse. E come sempre,
quando le luci si riaccendono sul Kosovo, le fiamme sono già
alte…
Comunque non temete. Stiamo bene.
Marco”
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ICS-ASSOPACE
17.03.2004
h.18.00
Questo il testo integrale del comunicato stampa
congiunto – ICS e Assopace – inviato ieri pomeriggio a tutti gli organi di
stampa:
“Il
precipitare delle situazione che si sta verificando a Mitrovica ed
in
altre parti del Kosovo in queste ultime ore non arriva inaspettato a
chi
da anni opera sul campo.
Già
da alcune settimane i nostri operatori ci riferivano di una ripresa di omicidi
di membri della minoranza serba
che
fanno da corollario agli eventi che ieri hanno coinvolto i bambini del
villaggio albanese di Cabra. E da anni ormai vediamo
come pochissimo
si
stia effettivamente facendo per avviare una vera riconciliazione fra le etnie.
La
crisi in corso è dunque la logica conseguenza di una situazione
tutt'altro che risolta e ben lontana dall'essere stata
sanata, con la
perdurante incertezza sullo status futuro della
provincia Serba e una
strisciante radicalizzazione della divisione fra le
diverse comunità che abitano in Kosovo.
Troppi segmenti della comunità internazionale hanno
finto che la difficile situazione kosovara fosse stata di fatto risolta
con la guerra del 1999, ed ora il Kosovo torna
alla
ribalta mediatica e tutte le contraddizioni del dopoguerra, mai
veramente affrontate, esplodono nella violenza.
"C'è
una triste somiglianza fra quanto accade oggi in Kosovo e quello
che
continua ad accadere in Iraq: l'impossibilità di gestire la pace dopo
la
guerra. la guerra che ancora una volta si dimostra una scelta sbagliata per
la
risoluzione delle controversie internazionali e che
produce danni e conseguenze nefaste sul breve e sul lungo periodo"
dichiara Giulio Marcon Presidene di ICS
La
guerra non è mai una soluzione. Porta altre sofferenze, conflitti, violenze.
Grande è la frustrazione di chi, come ICS e Assopace, ha
cercato in questi anni di
continuare un lavoro dal basso con le comunità, provando
a ricostruire un
tessuto sociale coeso a partire dalla società civile,
provando sempre una
forte
sensazione di straniamento e di solitudine, e denunciando
nell'indifferenza generale quello che continuava ad
accadere alle
minoranze sempre più attaccate ed escluse di fatto dalla
vita civile del
Kosovo. Rimane la speranza che questo nuovo esplodere
della violenza,
che
speriamo circoscritto, serva a rimettere in discussione la di fatto
inesistente politica della comunità internazionale sul
destino del
Kosovo e possa porre le basi per un nuovo percorso
che vada davvero nella direzione
di
garantire a tutti i cittadini del Kosovo i loro diritti.
FINE
DEL COMUNICATO
--
Catherine
Dickehage
Relazioni Esterne
/ Fund raising
ICS - Via Salaria
89 00198 Roma
Tel +39 06
85355081 Fax +39 06 85355083
www.icsitalia.org
--
Catherine
Dickehage
Relazioni Esterne
/ Fund raising
ICS - Via Salaria
89 00198 Roma
Tel +39 06
85355081 Fax +39 06 85355083
www.icsitalia.org