Del Mondo Kurdo n.4
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252
1.
Sindrome
da DEHAP, Ozgur
Politika - 3 fabbraio 2004
2.
Brevi dal
Kurdistan verso le elezioni ….
3.
I
colpevoli sono in relazione con la Turchia. ROBİN ALAN/MHA/
Bruxelles, 5 febbraio 2004
4.
“Canzone di Donne” in 20 lingue.
Ozgur Politika - 6
febbraio 2004
5.
Giorgio
Barbarici, immunologo all’Ospedale S. Matteo di Pavia Lucia Giusti, SPI
– CGIL Alessandria
1.
Sindrome da DEHAP, Ozgur
Politika - 3 fabbraio 2004
Dopo che il leader del CHP ha accusato il DEHAP di fare
politica etnica, anche l’AKP è sceso in campo, specialmente nelle aree kurde il
ministro dell’interno ha avviato operazioni di pressione psicologica nei
confronti del DEHAP. Il DEHAP è visto come un forte concorrente politico. Il
partito AKP ha allertato le prefetture a fare attenzione nel prendere decisioni.
L’AKP, nei giorni scorsi ha mandato una circolare intitolata “Determinazione dei
candidati dei partiti di vertice”. Il Ministro dell’Interno ha inviato a 13
prefetture la comunicazione, con l’invito ad aprire vertenze contro DEHAP. Il
Ministro dell’Interno ha richiesto tale operazione motivandola con il fatto che
il Kongra-Gel appoggia i candidati del DEHAP. La circolare intende produrre
effetti nelle città dove tale sostegno è attivo a partire da Diyarbakir, fino ad
Istanbul, Ankara, Izmir, Adana e Mersin.
I
partiti della sinistra si devono unire contro la
circolare
La comunicazione, passo iniziale di una più vasta
operazione d’intimidazione psicologica, inviata dal Ministro dell’Interno alle
città dove il DEHAP è il partito con maggior sostegno politico, ha provocato una
dura risposta da parte dei partiti della coalizione democratica, delle
organizzazioni provinciali e della società civile di Adana, Mersin, Amed e
Dersim. Queste hanno reagito dicendo che occorre rafforzare la coalizione per
essere in grado di fornire una risposta appropriata. Il presidente del DEHAP
della provincia di Adana, Kerem Ugur, ha sottolineato che la circolare è
illecita e richiamato i partiti che fanno parte della coalizione ad unirsi
contro tale comunicazione e anche altri gruppi di sinistra rimasti, finora,
fuori dalla coalizione, per opporsi alla comunicazione e, anche, ai
provvedimenti antidemocratici dell’AKP. Il popolo deve rispondere all’AKP
recandosi alle urne e dimostrando la propria determinazione.
“L’AKP mostra la via per le
montagne”
Il presidente del Partito Libero (OP) Hussein Ugur, ha detto che l’AKP vuole
impedire ogni possibilità di lotta politica legale con questa circolare. La
comunicazione intende in sostanza che non può esservi lotta su un piano legale,
è pertanto un invito a recarsi in montagna, a diventare guerriglieri, dove
saranno poi inviati i soldati. Il presidente del DEHAP della provincia di Van,
Hassan Ozgunes, ha detto che serve una riflessione su questa forma di resistenza
contro gli avanzamenti delle forze restrittive impersonate dal governo dell’AKP.
Il presidente dello SHP della provincia di Van, Cemal Sen ha invece dichiarato
che “Bıasimiamo questa comunicazione, che è contro l’alleanza delle forze
democratiche. Essa è contro la legge e il diritto. Con una comunicazione del
genere si vuol impedire la lotta per la pace e la democrazia, in atto nella
Turchia d’oggi. È nostro compito portare avanti la lotta per la democrazia, con
decisione, durante le elezioni del 28 marzo”. Mentre, il Presidente dell’EMEP
della sezione di Diyarbakir, Yavuz Karakus, ha detto: “Questo è un ripetersi
delle politiche poste in essere nel passato. Anche negli anni scorsi vi furono,
da parte del Ministro dell’Interno, comunicazioni di questo genere. Occorre fare
attenzione a queste cose. Tale situazione indica il proseguire della politica di
assimilazione attuata dalla Turchia.
2. Brevi dal Kurdistan verso le elezioni ….
- Dopo aver lanciato una molotov alla sede del DEHAP del
circolo di Smirne/ Cigli, il 28 novembre 2003, l’altro giorno è stata lanciata
una seconda molotov, che ha provocato la rottura dei vetri della sede, rimasta
fuori uso a causa del fuoco uscito nella stanza dell’amministrazione. Il
presidente del circolo, la sig.ra Semra Ozisiklar ha affermato che “
quest’attacco è inteso ad ostacolare l’Alleanza Democratica della sinistra, ad
impedire la crescita del DEHAP. Ci fa pensare il fatto che l’attacco sia
avvenuto dopo la circolare inviata dal Ministero dell’Interno
”
- Gli abitanti di Birecik (Urfa) hanno dichiarato che per
aver votato il DEHAP, il sindaco del MHP Mahmut Mirkelam non fornisce i servizi
necessari. Le strade sono rovinate, la fornitura d’acqua spesso viene
interrotta. Il sindaco ha risposta ad un’interrogazione della cittadinanza che
“il vostro quartiere non è compreso dentro il nostro progetto per questo non vi
diamo nessun servizio.” Alcuni
piccoli imprenditori del quartiere di Sevgi Kucukha hanno detto che “ il sindaco ci ha detto che non avendo
votato per lui non ci fornisce i servizi”.
- La polizia ha chiuso senza motivo una caffetteria dove
si faceva una presentazione pubblica dei candidati del DEHAP a Giresira,
provincia di Barman. Un candidato del DEHAP per l’amministrazione comunale Naif
Aynaz è stato arrestato e hanno perquisito la sua casa. Il proprietario della caffetteria,
Bulent Koc, criticando quanto è successo ha raccontato “ Avevo affittato la mia
caffetteria al DEHAP per la presentazione dei suoi candidati. La riunione è
finita nei tempi previsti,senza alcun problema. Ma, l’altro giorno (l’8
febbraio ndt) alcuni agenti della gendarmeria di Batman sono venuti nella
mia caffetteria e hanno chiesto a mio fratello dove mi trovassi. Mi fratello ha
risposto, che mi trovavo a Batman, perciò hanno iniziato a dire che il locale
era sporco e che la caffetteria si affitta ai terroristi, chiudendola senza
motivo. E prima di andare hanno detto che mi dovevo recare alla Gendarmeria e
che la caffetteria sarebbe rimasta chiusa”. Bulent Koc, ferito alle braccia, non
può trovare un altro lavoro e vive grazie alla caffetteria “cerco di far vivere
la mia famiglia di quattro persone con i soldi che guadagno dalla caffetteria,
se la chiudono non possiamo vivere più”.
- A Sirnak
sui circoli di DEHAP
sconosciuti hanno disegnato segni di
morte davanti alla porta
della sede del partito. Mentre formalizzavano la denuncia i membri del
circolo hanno avuto la seguente risposta dalla polizia "se è cosi, fate la
guardia davanti alla porta fino a mattina". Mentre davanti alle sedi del DEHAP
di Kumçatı, Kasrik e Balveren è stato apposto il segno X. Abid Durak,
candidato del DEHAP per Kumcati "nei primi tempi gli elettori venivano
minacciati a non votarci, vogliamo che venga chiarito questo
fatto".
3. I
colpevoli sono in relazione con la Turchia. ROBİN ALAN/MHA/
Bruxelles, 5 febbraio 2004
Secondo il rapporto, preparato dai Servizi Segreti di
Oslo, il leader di Ansar El İslam, Mela Kraker, è stato ritenuto in collegamento
con il massacro avvenuto nella città di Hewler (Erbil) in sud Kurdistan. La sua
organizzazione, aumentando l’instabilità nel paese, è stata artefice di molti
eventi simili proprio nel Kurdistan meridionale ottenendo finanziamenti dalla
Turchia. I Servizi Segreti di Oslo nel loro rapporto intitolato “Analisi
Strategiche 2004", spiegano chiaramente che Krekar e il suo gruppo, Ansar El
İslam, ricevono dalla Turchia i finanziamenti che vengono usati per le azioni
terroristiche nel Kurdistan meridionale. Nel rapporto si afferma che, solo dal
17 settembre 2001 ad oggi, sono stati inviati circa 18 milioni di corone
norvegesi.
I
bonifici vengono fatti tramite le banche turche.
Il rapporto, a pagina 21, in uno schema denominato
"Diagramma B" mostra come la famiglia irachena dei Kraker per poter finanziare
le azioni terroristiche in Iraq e in Kurdistan meridionale raccoglie fondi in
Europa attraverso un sistema di bonifici bancari che trasferiscono denaro in
Turchia, da dove poi vengono inviati ai militanti di Al Qaeda e di Ansar El
İslam. A pagina 20, paragrafo sesto, si dice che dal momento che esiste un
sistema bancario nel Sud Kurdistan, non si sa se i soldi vengano mandati
direttamente oppure non. Nel rapporto (vedi gli schemi B4 Krekar, Diagramma B e
Network) si mostra come sia stata inviata dall’Iraq alla Turchia una cifra molto
alta, attraverso un’organizzazione registrata.
Kraker fa
il leader
Ancora, nel rapporto a pagina 20, in uno schema sui
contatti, si afferma che Krekar in Kurdistan meridionale è il leader dei gruppi
armati attivisti. Nella parte denominata "Nettverk I" Krekar, viene indicato
come iracheno B4 e su di lui si dice: "Si muoveva in un tempio di Oslo ed è il
leader dei gruppi armati attivi in Nord Iraq. Questa persona gode della simpatia
dell’organizzazione terroristica Al Qaeda. Intorno a lui ci sono persone che
sono state accusate di traffico di droga, mentre c’è un mandato d’arresto delle
autorità giordane pendente su di lui per traffico di
droga.
Già i
Servizi Segreti della Norvegia avevano richiamato
l’attenzione
Il Capo dei Servizi Segreti norvegese, aveva dichiarato
di non avere fiducia nei Servizi Segreti Turchi e aveva aggiunto chiaramente di
star lasciando le indagini in corso condivise con il MİT (Servizi Segreti
Turchi). La polizia norvegese aveva chiarito ormai la relazione di Krekar con
Osama Bin Laden. Secondo i norvegesi, il leader d’Ansar El İslam, Krekar, si è
incontrato molte volte con Ayman Al-Zawahiri, braccio destro di Bin Laden, in
Pakistan. Dopo che sono stati trovati i documenti, Krekar tramite il suo
avvocato Brynjar Meling ha ammesso di aver incontrato Bin Laden nel 1988 in
Pakistan a Pasciaver.
La
relazione Hizbullah e JİTEM (le squadre speciali turche)
Ansar El Islam
è ancora sostenuta dal Pakistan, tramite l’Iran, in tutte le sue azioni
terroristiche e nella militanza. Krekar e (Jund ul İslam) Ansar Al İslam, prima
di stringere relazioni col JITEM, che controlla la droga in Kurdistan e in
Turchia, si era messo in contatto con gli Hizbullah. Krekar e il suo gruppo,
hanno cominciato negli anni di 90 ad avere contatti con gli Hizbullah,
organizzazioni usate contro il movimento di liberazione del Kurdistan proprio da
parte del JİTEM e di TSK (Forze Armate Turche). Il contatto si è sviluppato dopo
il 1999 e negli anni 2000/2001 si è giunti all’accordo. Alcuni membri degli
Hizbullah, legati all’esercito turco e ai servizi segreti speciali, recatisi nei
pressi di Halabja, in Kurdistan meridionale, si sono messi in contatto con
Krekar e il suo gruppo. Kraker in quegli anni con il suo passaporto norvegese e
con i suoi sostenitori iraniani, girava tra Europa e Sud Kurdistan. È stato così
che ha creato il collegamento con membri degli Hizbullah che venivano in Europa.
Hanno fatto riunioni in città tedesche come Amburgo, Colonia, Stuttgart e in
Belgio, Olanda, Francia. Tanti altri paesi si sono accordati segretamente per il
sostenerlo e mantenere uno stato di terrore. Kraker mettendosi in contatto con
gli Hizbullah, organizzazione che ha ucciso circa mille fra patrioti ed
intellettuali kurdi, sotto il controllo dello Stato turco, avrebbe potuto creare
instabilità con attacchi terroristici, sostenuti direttamente e indirettamente
dalla Turchia.
Abbiamo incontrato ad Ankara due ex comandanti in
pensione, che ci hanno dichiarato che "sarebbe un grosso rischio per gli
stati avere un contatto diretto con le organizzazioni terroristiche. Invece di
collegamenti del genere si è fatto uso d’infiltrati, che dentro il cervello
dell’organizzazione coordinavano le azioni, chiudendo gli occhi di fronte alle
possibilità finanziarie e logistiche". I comandanti militari raccontando che
si è ben consapevoli di cosa farà l’organizzazione tenuta sotto controllo hanno
dichiarato che “Kraker e i membri principali del suo gruppo non hanno bisogno
di entrare in contatto diretto con la Turchia, sono in contatto con il Pakistan
dalla meta degli anni 80. Alcune cose si possono fare con joint operations
(operazioni condivise) tramite i servizi pakistani che conoscono tutta la
struttura dell’organizzazione e tutte le debolezze degli esponenti di rilievo.
Però, dall’altra parte, si conoscono le attività in Turchia del gruppo di
Krekar, specialmente quelle degli ultimi due anni. Dopo l’invasione USA, quelli
che si sentono infastiditi dall’alleanza USA e kurdi, che seguono la linea
anti-Ozal, detti Sahin (aquile), sono usciti dalle fila di Krekar e del suo
gruppo Ansar El İslam"
4.
“Canzone di Donne” in 20 lingue.
Ozgur Politika, 6
febbraio 2004
La
manifestazione culturale “canzone di donne” sta preparandosi ad unire tutte le
donne in una canzone. Le donne questa volta mostreranno le loro sofferenze, le
loro storie di vita e i loro successi tramite, un gruppo da 500 persone che
suoneranno il SAZ, chitarra tipica. Saranno raccontate le sofferenze sofferte
dalle donne in tutto il mondo, tramite donne simbolo: dalla mitologia alle donne
come Leyla Zana.
Il progetto da realizzarsi nella giornata mondiale
dedicata delle donne, prevede che una canzone il cui testo è stato scritto dalla
sindacalista Yaşar Seyman, sarà cantata da un coro di 500 donne, che suoneranno
la chitarra tipica, 300 persone che danzeranno, 150 donne che faranno il
semah (la danza alewiti), si terrà nell’Arena di Colonia. Il sig. Necati Sahin, il responsabile
del progetto, ha parlato all’agenzia stampa MHA "Canzone di Donne una giornata
organizzata dalla Federazione delle Organizzazioni Alewite di Germania,
appoggiato da tutte le organizzazioni alewite esistenti in Germania.
Il sig. Sahin ha detto: "Urleremo con la voce dei
continenti, guarderemo con l’occhio delle donne, vivremo con il cuore delle
donne del mondo, con il loro amore, con la loro felicità, con la loro
sofferenza" e ha continuato “lo racconteremo tramite le donne, che sono dei
simboli, a cominciare con la mitologia, passando per tutti i periodi in cui sono
passate, tra evoluzioni e rivoluzioni, sofferenze e felicità. In Europa la donna
durante la rivoluzione francese; in Asia le donne d’Egitto, a nome delle donne
kurde si parlerà di Leyla Zana.”
Yasar Seyman che ha scritto il testo della canzone ci ha
detto "Ogni donna, come in un fiume, scorrerà dall’una all’altra. Nell’arte,
nella scienza, nella politica, nella società, nei periodi storici, sul
mappamondo diventeranno Reno, Tigri, Mississippi, Eufrate, Danubio, Sakarya,
Nilo, Munzur; Rio Negro, Seyhan, Saluen, Po, Vistola, Meriç, Itagua, Gange, Rio
dell’Amazzoni e scorreranno. Le donne di questa canzone rappresenteranno la
donna che rinasce.
Il concerto, della durata di 4 ore, sarà presentato in
turco e in tedesco. La Canzone di Donne verrà cantata in 20 lingue: il tedesco,
il turco, il kurdo, l’armano, l’arabo, il greco, il francese, l’inglese, lo
spagnolo, l’indi, il bulgaro, il
giapponese.
Tra gli onorevoli ospiti ci saranno: Sirin Ebadi,
Giurista Iraniana e Premio Nobel per il Pace nel 2003, la famosa cantante Tina
Turner, Joan Baze, Hillary Clinton moglie dell’ex presidente USA, Benazir Butto,
ex presidente del Pakistan, Emine Lawal Nigeriana condannata alla lapidazione,
Dora Bakoyannis, sindaco di Atene, le cantanti turche Selda Bağcan, Sezen Aksu,
Sertap Erener, Belkıs Akkale, Fadime Göktepe madre di giornalista Metin Göktepe,
assassinato, l’atleta Süreyya Ayhan, seconda ai campionati del mondo di
atletica, e tanti altri nomi conosciuti per la loro lotta per i diritti
umani.
5.
Giorgio Barbarici, immunologo all’Ospedale S. Matteo di Pavia Lucia Giusti, SPI
– CGIL Alessandria
Così vivono le famiglie kurde cacciate dai
lori villaggi e dalla loro terra nella bidonville d’Istanbul: il resoconto
di un immunologo dell'ospedale S. Matteo di Pavia.Chi volesse sottoscrivere per
questo campo si metta in contatto con me che fornisco tutti gli estremi
dell'associazione "Verso il Kurdistan"
Proficua
“incursione” ad Istanbul
Nelle
giornate di domenica 18 gennaio e lunedì 19 una ristretta delegazione
dell’Associazione Verso il Kurdistan, composta dal sottoscritto e dalla preziosa
Lucia Giusti, ha presenziato, ad Istanbul, a due importantissimi appuntamenti :
il processo a Sefika Gurbuz, direttrice dell’Associazione Goc-Der, e il
sopralluogo operativo presso il campo profughi di Ayazma per delineare
concretamente gli interventi igienico -sanitari da compiere in tempi brevi.
L’intera giornata di domenica 18 è stata assorbita da questo secondo impegno;
già in prima mattinata ci siamo recati al campo di Ayazma assieme a due
rappresentanti francesi dei Medici del Mondo, a dirigenti di TOHAV,
un’associazione di avvocati e medici che assiste i reduci da periodi di carcere
duro durante i quali sono stati sottoposti a torture, alla presenza del giovane
medico locale che, all’interno dell’associazione TOHAV ha il compito di
sovrintendere ai bisogni sanitari dei profughi kurdi presenti nel campo.
E’ balzata subito all’occhio l’evidenza della mancanza dei requisiti minimi
d’igienicità d’Ayazma, dove non vi è collegamento delle misere casette con
alcuna struttura fognaria né con le tubature d’alcun acquedotto, con la
conseguente impossibilità d’approvvigionamento d’acqua potabile e di smaltimento
dei liquami. Si può quindi facilmente immaginare l’incidenza d’episodi di
malattie infettive nel campo profughi, a carico soprattutto dei bimbi, non
protetti altresì (e questo è un rilevamento che condanna senza alcuna scusante
l’atteggiamento delle Autorità Turche) da quelle vaccinazioni ormai obbligatorie
in età infantile in almeno l’80% dei Paesi del Mondo. Viene infatti
somministrato, da parte del Servizio Sanitario Turco, solo il vaccino
antipoliomielitico, ed ignorate le pratiche vaccinali contro tetano,difterite,
epatite, tifo, e le altre malattie infettive di frequente riscontro in
quell’area geografica. Confesso che la conoscenza diretta di questa terribile
realtà mi ha provocato un senso di profonda angoscia, dandomi macabra
spiegazione delle numerosissime tombe di bimbi all’interno del campo. Nel corso
del sopralluogo abbiamo individuato un fabbricato di costruzione abbastanza
recente che potrà essere adibito all’uso di ambulatorio/consultorio medico dove
poter prestare i primi soccorsi, effettuare la vaccinazione, seguire le
gravidanze, insegnare l’uso di quei presidi (es. cloro) in grado di garantire la
disinfezione delle acque, monitorare i problemi sanitari di una popolazione oggi
sicuramente non tutelata sul versante igienico -sanitario, in palese contrasto
con quanto previsto dalle norme varate dal Consiglio dell’UE, istituzione nella
quale la Turchia anela l’entrata in tempi brevi. In una riunione effettuata con
i Medici del Mondo e gli esponenti di TOHAV al termine del sopralluogo è stata
raggiunta l’intesa di un intervento operativo coordinato che vedrà l’impegno dei
colleghi francesi alla ristrutturazione del fabbricato all’interno del campo di
Ayazma per l’apertura in tempi brevi (entro la fine del prossimo giugno)
dell’ambulatorio medico dove iniziare a somministrare ai bimbi i vaccini che la
nostra Associazione provvederà a fornire utilizzando i proventi della Campagna
delle arance.Si inizia così a concretare operativamente un intervento non
differibile, che dovrà nel tempo arricchirsi di ulteriori impegni volti a
garantire ai profughi kurdi le condizioni igieniche minimali compatibili con la
vita.Lunedì 19 abbiamo presenziato al processo istituito contro Sefika Gurbuz ed
il sociologo Mehmet Barut, dell’Università di Mersin, rei di aver pubblicato i
risultati di una ricerca, finanziata dall’Amministrazione Provinciale
d’Alessandria, sulle condizioni psico-sociali dei Curdi presenti in campi
profughi. All’interno della
superblindata struttura di un Tribunale Speciale (orrendo pensare a una realtà
di questo tipo in un Paese quasi UE !!) siamo stati testimoni accanto
all’Europarlamentare di Rifondazione Comunista Vinci, a Loris Campetti,
giornalista de “Il Manifesto”, ai rappresentanti di Medici del Mondo e a una
giornalista dell’Associazione Francese per i diritti dell’uomo, di un
dibattito-farsa dove il rappresentante della Pubblica Accusa sedeva fra i
giudici e con loro si ritirava a formulare la sentenza.Poiché il capo di
imputazione originario era stato de rubricato per sopraggiunta leggina imposta
dall’UE, a tutela del diritto di libera espressione, al termine del brevissimo
dibattito, se da un lato la Corte procedeva all’assoluzione del sociologo di
Mersin, dall’altro condannava Sefika Gurbuz a otto mesi di carcere, convertiti
in una cospicua pena pecuniaria, per aver affermato in aula la convinzione di
aver subito il processo in quanto dirigente di un’Organizzazione kurda di
assistenza alla popolazione kurda presente in Campi Profughi. Credo che
una sentenza di questo genere, maturata dopo un processo condotto senza il
rispetto delle norme più elementari di diritto deponga per un non ancora
avvenuto adeguamento della Turchia ai principi basilari del concetto di
democrazia Europea; analogo rilievo era del resto già stato espresso da
Prodi nel corso di una missione di poco precedente il processo.