Vi Mando questa chicca. Non scompisciatevi troppo, sporchi pagani idolatri :-))). Fate atto di penitenza, deponete lo sterile attivismo e confidate nella preghiera, che l'uomo, in particolare il cristiano, e' l'essere superiore. :-)
Buona risata. Jena aka Carlo -------- Original Message -------- Subject: [Eymerich] Il nuovo fondamentalismo cattolico - lungo Date: Mon, 19 Nov 2001 15:05:53 +0100 From: "cassiel" ansernes@libero.it Reply-To: To: eymerich@gilda.i
Quello che segue e' un documento molto interessante, ma nello stesso tempo ributtante, che dimostra qualora ce ne fosse bisogno che non tutti i cattolici sono uguali, purtroppo e per fortuna, a secondo dei punti di vista. Non tutti sono come la Pax Christi, Beati i costruttori di Pace, Don Vitaliano, Padre Alex Zanotelli ecc. Ne sono neanche, per fortuna, come il sottoscritto e tanti altri "eymerichiani" pacifisti cattolici e cristiani. E' lungo ma val la pena di leggerlo. Non foss'altro che tra i firmatari appare anche il famigerato Rino Cammilleri, nostra triste conoscenza (Introvigne non ce'e', chissa' perche'? Forse perche' troppo moderato il documento). Tra gli altri vi faccio notare la presenza di Gianni Baget Bozzo, sicuramente e' lui l'autore di tanto scempio, e poi di Tullio Regge, che ci tiene a specificare che lui non e' credente, ma firma perche' e' d'accordo. Che pena. Una curiosita'. Molti di voi come me troverete la cosa alquanto fastidiosa, ma con un ragionamento fatto alla rovescia, si affibbia la definizione di "pensero unico", non piu' all'ideologia fautrice dell'inevitabilita' delle leggi del mercato, ma a tutte quelle idee, che partendo da prospettive diverse criticano invece il reale "pensiero unico", che e' quello del dominio dell'economia. Un caro saluto
Anselmo
p.s. Spero bene che nessuno di voi lo firmi :-)
Firma il manifesto dei cattolici Non conformatevi! G8 e Anti G8. Da cristiani a cristiani. Contro il "pensiero unico"
C'è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa e ci ò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura d i Gesù nel Vangelo di san Luca: Quando il Figlio dell'Uomo tornerà, trover à ancora la fede sulla terra? Ciò che mi colpisce quando considero il mond o cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predomina re un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero no n cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa" (da "Paolo VI segreto" di Jean Guitton)
Da "Lettera ai cristiani d'occidente" di Josef Zverina (teologo cecoslovacco) anno 1975
Fratelli, voi avete la presunzione di servire alla costruzione del Regno di Dio, assumendo quanto più possibile dal cosiddetto mondo d'oggi: i suoi modi di vita, il suo linguaggio, i suoi slogans, il suo modo di pensare. Riflettete, vi prego: che vuol dire simpatizzare con il mondo d'oggi? Significa, forse, che bisogna lentamente vanificarsi in esso? Sembra purtroppo che vi muoviate proprio in questa direzione "Fratelli ammoniva
san Paolo nella lettera ai Romani (12,2) non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente". "Non conformatevi!". In greco: "mè suskèmatìzesthe". Il verbo contiene la rad ice della parola "schema". Per dirla in breve: ogni modello esteriore, ogni schema è vuotoRiflettete sulle parole di san Paolo e si ridimensionerà tanta ingenua fiducia nella cosiddetta rivoluzione o nella violenza (del la quale, comunque, voi non siete capaci) "Esaminate voi stessi, se siete nella fede, mettetevi alla prova" scriveva l'apostolo ai Corinti (2Cor 1 5, 5). O forse non riconoscete neppure che Gesù Cristo abita in voi? Noi no n possiamo ricopiare il mondo, proprio perché ci è chiesto di giudicarlo. Non, certo, con orgoglio e superiorità. Ma con amore: così come il Padre ha amato il mondo (Gv 3, 16) e per questo ha pronunciato il suo giudizio su di esso.
Josef Zverina
1. Gesù Cristo centro del cosmo e della storia
Noi firmatari di questo manifesto siamo semplici cattolici, non rappresentiamo che noi stessi. Abbiamo deciso di intervenire dopo aver letto con inquietudine il "Manifesto delle associazioni cattoliche ai leaders del G8", sottoscritto da decine di organizzazioni ecclesiastiche . Confessiamo il nostro profondo disagio di fronte a un documento che risc hia di far tornare i cattolici alla situazione di venticinque anni fa, cioè a una condizione di sudditanza alle ideologie e perfino agli slogan di gru ppi e movimenti politici c he nulla hanno a che fare con la nostra fede e le
cui ricette politiche, peraltro, hanno sempre dato dove applicate risult ati terribili. A una situazione cioè dove non è più chiaro qual è l?original ità della presenza dei cristiani nel mondo. Innanzitutto noi crediamo che il primo e fondamentale contributo che i cristiani portano all'umanità, anche per la promozione sociale e civile dei popoli (come dimostra la storia), sia l'annuncio di Gesù Cristo: Dio fat to uomo per sconfiggere il male e dare all'uomo la redenzione e la vita ete rna. Rileviamo invece che le associazioni cattoliche firmatarie del Manifesto si dilungano a discettare delle materie più varie (dalle percentuali di pil
alla proposta di tassare le transazioni valutarie, dal divieto di monopo li nell'editoria agli organismi geneticamente modificati), ma non ritengono di affermare da nessuna parte che Gesù Cristo è l'unico salvatore dell'uomo e che questo annuncio è il loro fondamentale compito. Non si stanca di ripeterlo invece il Santo Padre, che pure non ha fatto mancare la sua parola e i suoi appelli sui problemi relativi al debito d ei Paesi del Terzo Mondo, sulla pace e il rispetto dei diritti umani, sulla
protezione della dignità e della vita umana, dal suo concepimento alla s ua fine naturale. In tutti questi pronunciamenti di Giovanni Paolo II noi c i riconosciamo e chiediamo alle organizzazioni internazionali di non lasciarli cadere nel vuoto. Dobbiamo assumerci, come Stati e come singol i cittadini, le nostre responsabilità per la difesa dei diritti dell'uomo e dell'ambiente. Il Manifesto delle organizzazioni cattoliche, oltre a "dimenticare" l'essenziale della presenza dei cristiani nel mondo, prospetta argomenti e soluzioni che sembrano assunte (perché vi si ritrovano tali e quali) dai
vari pronunciamenti del movimento anti-globalizzazione, il cosiddetto "popolo di Seattle", al quale questo mondo cattolico sembra essersi accodato in modo acritico. Tanto che il documento delle associazioni cattoliche ha addirittura censurato tutti quei temi che invece il magistero di Giovanni Paolo II continuamente e drammaticamente richiama i quali avrebbero potuto diversificarlo dal cosiddetto "popolo di Seattle". Colpisce, ad esempio, la lunga premessa sulla necessità di difendere la dignità e la vita umana c he poi trae conclusioni solamente contro la guerra e la miseria economica ( e chi è mai a favore della guerra e della miseria?), ma non proferisce par ola per esempio contro l'aborto di massa, l'eutanasia, i programmi di sterilizzazione collettiva nei paesi del Terzo Mondo (questo sì, vero colonialismo), né contro l'uso sperimentale della genetica sull'uomo. Va detto che il movimento "anti G8", lungi dall'essere vicino alla Chies a e alla fede cattolica, ha, secondo noi, alla sua base uno schematismo ideologico, una brutalità manichea, uno sprezzo della ragione umana, che
sono assolutamente inconciliabili con quella positiva apertura alla rice rca della verità a cui ci educa l'esperienza cristiana, la quale suggerisce così una cultura fondata non sul pregiudizio o sull'anatema, ma su una coscienza critica e sistematica della realtà.
2. Un'ideologia impermeabile all'esperienza
Non a caso, tale movimento è egemonizzato da gruppi che praticano sistematicamente la violenza contro cose e persone (e anche a questo proposito nel documento delle organizzazioni cattoliche si nota un desolante silenzio). Innanzitutto cè una fortissima componente marxista (sia pure un marxismo
dilettantesco e superficiale) che si esprime come odio ideologico dell'Occidente capitalistico e del libero mercato, considerati come un imperialismo planetario che complotta ai danni dei poveri (dimenticando peraltro che enormi sacche di fame e sottosviluppo sono state lasciate i n eredità dai fallimentari sistemi comunisti). Un marxismo grossolano che riesce perfino a demonizzare oltre alla proprietà e al mercato anche lo sviluppo, la tecnologia e la scienza. Cosicché va ad incontrare inconsapevolmente ideologie di estrema destra che già da decenni demonizzano "l'americanizzazione del mondo".
3. Un ecologismo da fanatismo religioso
L' altra componente è un ecologismo radicale che oltre ad essersi dimostrato disastroso e oltre ad alimentare irresponsabilmente fobie collettive, fuori da ogni serio dato scientifico, intende abbattere esplicitamente il fondamento della tradizione giudaico-cristiana, cioè i l primato dell'essere umano e la bontà della sua presenza sul pianeta. Non dovrebbe sfuggire ai cristiani quanto sia pericolosa la concezione pagana e panteista connessa con una simile difesa dell'ambiente. La dife sa della "Madre Terra" dall'uomo, ritenuto il cancro del pianeta, e l'adorazione di Gaia sono concezioni che appartengono a un mondo pagano.
Vorremmo ricordare quanto terribile sia stato nel XX secolo il riemerger e in ideologie politiche del neopaganesimo ispirato a certe concezioni bio-ecologiche.
Condizione umana e mondo comune.
Alcuni dati di fatto, nel merito dei problemi.
1. C'è un progresso innegabile
La storia dell'umanità dimostra che il progresso scientifico, tecnologic o, culturale ed economico generato dall'uomo ha reso il nostro pianeta più vivibile. L'umanità vive meglio e più a lungo. Dal 1960 ad oggi, nei pae si in via di sviluppo, i tassi della mortalità infantile sono stati ridotti
della metà, i tassi di malnutrizione del 33 per cento e la percentuale d i ragazzi in età scolare che non frequenta alcun corso di studi è calata dalla metà a un quarto. Le famiglie rurali che non hanno accesso all'acq ua salubre sono passate dai nove decimi a un quarto. La durata media dell'esistenza nei paesi industrializzati è di 77 anni (era di 50 nel 19 00 e di 40 nel 1820) ed è cresciuta anche nei paesi arretrati a più di 60 a nni (la media mondiale è di 67 anni). Nell'arco del secolo il reddito individuale medio mondiale è quadruplicato. Naturalmente esistono anche gravi ingiustizie, fame e nuovi drammi sociali che occorre affrontare e risolvere (per questo ci siamo richiamati agli interventi del Papa). Ma è insensato misconoscere gli enormi progressi fatti. Anche il rapporto con
l'ambiente con buona pace dei catastrofisti - è notevolmente migliorato. Lo sviluppo delle attività agricole ha permesso di ottenere una produzione alimentare che oggi può sfamare l'intera umanità con un utilizzo di terr e e di forza lavoro sempre più piccole (e alleviando enormemente anche la fatica umana). Le zone protette si sono moltiplicate per venti negli ult imi dieci anni. Le città dei Paesi avanzati sono più pulite e anche certe fo rme d'inquinamento dei mari sono fortunatamente diminuite.
2. E c'è un sonno della ragione che genera mostri
Di fatto i paesi che sono più aperti al commercio hanno una crescita più
rapida di quelli che non lo sono. Inoltre è stato dimostrato che non bastano affatto gli aiuti dell'Occidente (che anzi talora possono essere
anche controproducenti) per battere la povertà e il sottosviluppo. Occor re prima una crescita giuridica e culturale in quei paesi: senza il riconoscimento dei diritti umani, civili ed economici delle persone (e senza la formazione e le conoscenze) il Terzo Mondo non esce dal sottosv iluppo. Eppure il modo in cui oggi si discute di fame, processi economici e dife sa dell'ambiente mette sul banco degli imputati i Paesi e gli uomini che ha nno favorito lo straordinario progresso di questi decenni. Bastano poche voc i confuse, argomentazioni pseudo-scientifiche, e tanta ideologia basata su lla lotta di classe per criminalizzare intere categorie sociali e diffondere
pena e panico sul futuro. I parametri culturali entro i quali sono stati
collocati i problemi di sottosviluppo e ambientali risentono di una visi one del mondo in cui le popolazioni ricche vengono accusate di sfruttare i poveri ed il progresso scientifico e tecnologico viene contrapposto alla
conservazione dell'ambiente. Sembra quasi che eliminando le economie sviluppate si vincerà la povertà e che tutto ciò che è umano, scientific o e tecnologico rovini il pianeta. Così, in nome di una presunta difesa dei poveri e dell'ambiente sono state scatenate vere e proprie azioni di guerriglia urbana, uomini sono stati feriti, si sono devastate città. Peraltro non risulta che il cosiddetto "popolo di Seattle" che pretende di presentarsi come "la voce degli emarginati" - sia stato delegato dai pae si poveri. Al contrario, risulta che i Paesi del Terzo Mondo abbiano idee esattamente opposte a quelle del "popolo di Seattle" su biotecnologie, apertura ai mercati e Protocollo di Kyoto, sulla cui fondatezza, per alt ro, la comunità scientifica sta ancora discutendo. In vari recenti intervent i di personalità dei paesi poveri, il "movimento di Seattle" è stato esplicitamente accusato di impedire una vera lotta alla fame.
3. Il dogmatismo del "pensiero unico"
È sconcertante notare l'adesione acritica a slogan e "frasi fatte" al di
fuori di ogni acquisizione scientifica e di ogni seria evidenza storica.
Per esempio, con l'agricoltura biologica non sarebbe possibile produrre risorse alimentari per nutrire tutta l'umanità neanche sfruttando tutte le terre oggi coperte da foreste (che sarebbe, questo sì, un incalcolabile disastro ecologico).Inoltre non è il tanto demonizzato sviluppo che crea
fame, ma il sottosviluppo. L'evidenza elementare è che quanti vogliono aiutare il prossimo devono essere consapevoli che solo una ricchezza prodotta può essere distribuita e che per questo è irresponsabile demonizzare la produzione e lo sviluppo. Contrariamente a ciò che recita no i dogmi del "pensiero unico" oggi amplificato dai mass media, il progres so tecnologico e la crescita economica sono gli unici strumenti per sanare le piaghe della fame, per vincere le malattie e difendere l'ambiente.
4. Chi vuole mantenere i poveri più poveri?
Fino a prova contraria è vero che la democrazia politica è compatibile s olo con un'economia di mercato. L'unione di capitalismo e democrazia non porterà il Regno dei Cieli sulla Terra; ma, per liberare i poveri dalla miseria e dalla tirannia e per dar spazio alla loro creatività, il capitalismo e la democrazia possono fare molto di più di quanto sia in potere di tutte le altre alternative esistenti. Per questo non possiamo non fare nostre le amare considerazioni del noto
editorialista liberal americano Thomas Friedman, che sul non certo sospe tto di tendenze confessionali e conservatrici New York Times ha descritto il
"popolo di Seattle" come "la coalizione che vuole mantenere poveri i più
poveri". 5. La lezione di don Sturzo
Invitiamo dunque tutti i cattolici a riflettere su questa lungimirante pagina una previsione della globalizzazione - scritta nel 1928 da don Lu igi Sturzo: "Alcuni hanno timore della potenza enorme che ha acquistato e acquista sempre più il capitalismo internazionale che, superando confini
statali e limiti geografici, viene quasi a costituire uno Stato nello Stato. Tale timore è simile a quello per le acque di un fiume; davanti a l pericolo di uno straripamento, gli uomini si sforzano di garantire città e campagne con canali, dighe e altre opere di difesa: nel medesimo tempo l o utilizzano per la navigazionel'irrigazione, la forza motrice e così via. Il grande fiume è una grande ricchezza e può essere un grave danno: dipende
dagli uomini, in gran parte, evitare questo danno. Quello che non dipend e dagli uomini è che il fiume non esista. Così è del grande fiume dell'economia internazionale. La sua importanza moderna risale alla gran de industria del secolo scorso: il suo sviluppo, attraverso invenzioni scientifiche di assai grande portata nel campo della fisica e della chimica, diverrà ancora più importante, anzi gigantesco, con la razional e utilizzazione delle grandi forze della natura. Nessuno può ragionevolmen te opporsi a simile prospettiva: ciascuno deve concorrere a indirizzare il grande fiume verso il vantaggio comune (). Contro l'allargamento delle frontiere economiche dai singoli stati ai continenti, insorgono i piccol i e grandi interessi nazionali, ma il movimento è inarrestabile; l'estension e dei confini economici precederà quella dei confini politici. Chi non sen te ciò, è fuori della realtà".
Primi firmatari:
Fabio Massimo Addarii, avvocato Luigi Amicone, giornalista Gianni Baget Bozzo, teologo e politologo Giampaolo Barra, giornalista Marco Biscella, giornalista Rino Cammilleri, scrittore Giovanni Cantoni, saggista Rodolfo Casadei, giornalista Ubaldo Casotto, giornalista Roberto Defez, biologo Gian Pietro De Gaudenzi, ingegnere Paolo De Marchi, notaio Stefano Filippi, giornalista Gianni Fochi, Scuola Normale Superiore di Pisa Giovanni Formicola, avvocato Giusppe Fornari, filosofo Antonio Gaspari, giornalista Claudio Gelain, giornalista Piero Gheddo, giornalista e missonario PIME Carlo Lottieri, saggista Andrea Morigi, giornalista Alessandra Nucci, giornalista Marcello Pacini, saggista Giovanni Palladino,Presidente Centro Internazionale don Luigi Sturzo Ernersto Pedrocchi, ordinario di Energetica al Politecnico di Milano Carlo Pelanda, economista e Presidente Associazione Nazionale del Buongo verno Angela Pellicciari, storica Giuseppe Rasi, economista Marco Respinti, pubblicista e saggista Robi Ronza, giornalista Enrico Salomi, giornalista Antonio Socci, giornalista Ugo Spezia, ingegnere nucleare e giornalista scientifico Marco Tangheroni, Università di Pisa Stefano Zurlo, giornalista Anna Bono, docente di Storia e istituzioni dell'Africa all'Università di
Torino, facoltà di Scienze Politiche. Giulio Dante Guerra, chimico, Primo ricercatore delle Ricerche Centro St udi sui Materiali Macromolecolari Polifasici e Biocompatibili del CNR, Pisa. Giovanbattista Demma, Primo Ricercatore CNR. Antonio Malorni, Direttore Istituto Scienze dell'Alimentazione, Avellino Paolo Blasi, professore ordinario di Fisica Sperimentale, Università di Firenze Tullio Regge, fisico (non sono credente ma concordo con le preoccupazion i esposte nel documento). Franco Battaglia, docente università Roma Tre Cosma Gravina, assessore lavoro e attività economiche della Provincia di
Milano Fra Aldo Motta, ofmcapp Mario Palmaro, docente di Filosofia del Diritto all'Università degli Stu di di Milano Irene Lobeck, membro del consiglio pastorale parrocchiale, S. Maria Liberatrice, Milano Eugenio Corti, storico e scrittore, Premio nazionale cultura cattolica Padre Roberto Sirico, presidente Acton Institute for the study of Religi on and Liberty Flavio Felice, responsabile Italia dell'Acton Institute for the study of
Religion and Liberty Michael Novak, ricercatore presso l'American Enterprise Institute Cesare Cavalleri, direttore di Studi Cattolici mons. Andrea Gemma, vescovo di Isernia Venafro Marco Fusco, responsabile comunicazioni sociali di mons. Andrea Gemma, vescovo di Isernia Venafro
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