In effetti, per il convegno sulla sicurezza del 5 aprile stiamo cercando anche contributi di donne che abbiano qualcosa di interessante da dirci, grazie agli studi e alle riflessioni compiute a proposito di questo tema nei campi della ricerca sociale, della criminologia, della psicologia sociale. E questi contributi femminili non li cerchiamo, almeno per quanto riguarda me e l'altro maschio della combriccola organizzatrice, soltanto per le competenze specifiche e tecniche che sul tema dato tali persone possono portare, ma anche perché, appunto, di contributi femminili si tratta. Come maschio non ho nulla da dire sullo "specifico femminile", se non che, da maschio, a partire dall'esperienza quotidiana che anche Erika richiama, non ho alcun dubbio sul fatto che i molteplici "specifici maschili" siano differenti dai molteplici "specifici femminili". Ovvio. Non sto qua a darne ragioni, ma trovo che sia proprio così, è un fatto "empiricamente" verificabile e storicamente dato, non è una sorta di credenza pagana. Il contributo di un bravo sociologo uomo è inevitabilmente e fortunatamente differente (non migliore) dal contributo di una brava sociologa donna e la differenza viene anche dall'esperienza di genere. Nella presenza delle donne fra i relatori, non è il politically correct che stiamo cercando ne' l'applicazione di un formale principio di pari opportunità, bensì l'espressione di punti di vista, proposte, chiavi di lettura, percorsi di indagine senza i quali la discussione, se fatta solo da uomini, per quanto interessantissima e ineccepibile nella descrizione tecnica della questione e della sua complessità, rischierebbe di essere un po' asettica, troppo oggettivata e accademica, povera nel rimandare l'esperienza, nel valorizzare i soggetti in carne ed ossa, le loro differenze e la dimensione anche emozionale della questione... Piani questi pienamente politici, sui quali ammetto che le donne spesso sanno stare, dire e capire meglio degli uomini, comunque in modo assai diverso. Piani anche questi molto concreti, e indispensabili per comunicare con i cittadini che confrontano le nostre parole e i nostri dottissimi studi con la loro quotidianità, tanto più su un terreno, quello dell'allarme securitario, che così a fondo coinvolge la percezione emozionale delle persone.
Oltre a questo un altro piccolo chiarimento sul convegno sicurezza: non è blindato. Non consisterà solo in una serie di due-tre-quattro relazioni da parte di "esperti", bensì anche e soprattutto nel coinvolgimento diretto nella discussione del maggior numero possibile di operatori, dalle parrocchie ai pubblici amministratori ai semplici cittadini associati o meno che possano portare esperienze e riflessioni derivanti dall'attività svolta sul territorio nel campo dei servizi alla persona e alla collettività, nella lotta contro le discriminazioni, il controllo sociale, la militarizzazione, il commercio e l'uso delle armi. L'invito è spalancato, la scaletta degli interventi pure. Saremo soddisfatti del lavoro fatto solo se saremo riusciti davvero a creare questo coinvolgimento, cioè a fare del convegno un luogo aperto di interazione. Per il resto è vero, siamo in tre o poco più che stiamo elaborando la proposta e organizzando il convegno. Ma a noi con questo non sembra affatto di togliere nulla a nessuno, di escludere nessuno, al contrario stiamo provando ad aggiungere, a mettere qualcosa di importante a disposizione di molti, anche in vista di Exa e della guerra (globale e interna, qui e ora). Molti altri stanno facendo altro e va benissimo, è così che funziona meglio. Noi (tre e poco più) anche con un convegno sull'allarme securitario diamo il nostro parzialissimo contributo al lavoro comune, senza isolarci dagli altri. Qual è il problema?! Si è ancora a quel famoso concetto enunciato ormai da anni, ma si continua a polemizzare intorno alla sua pratica: obbiettivi comuni fra sensibilità, pratiche ed esperienze differenti, che vanno rispettate e valorizzate. E' su questo punto fondamentale che ancora non ci capiamo abbastanza, forse.
a presto, non via mail Gabriele
From: walter.federica@tiscalinet.it Reply-To: bsf@bresciasocialforum.org To: bsf@bresciasocialforum.org Subject: R: [Bsf] Care Donne,.... Date: Wed, 12 Mar 2003 01:15:40 +0100
Cara Erika, "rispondo" di getto perchè nelle cose che dici ritrovo parte anche di mie riflessioni. Anch'io non amo le generalizzazioni (è un gioco di parole o stiamo parlando di genere femminile e quindi anche maschile?). In questi anni mi sono ritrovata spesso a parlare con altre donne, amiche e compagne, a proposito di ciò che da più parti è stato definito "lo specifico femminile" in rapporto alla guerra. Beninteso, non abbiamo elaborato alcuna teoria, ci siamo solo confrontate sulla nostra esperienza di donne all'interno di un gruppo (in cui c'erano molti uomini) che non a caso si occupava in larga misura di accoglienza di donne(vedove) e bambini profughi dalle guerre dei Balcani. Uno dei venti gruppi di appoggio locali che erano sorti in provincia, ha organizzato una serie di serate sul tema, invitando anche noi ad intervenire. Ci siamo interrogate a lungo su cosa andare a dire. Non ci è mai piaciuta la retorica per cui le donne in quanto tali sono contrarie alla guerra perchè madri e quindi "creatrici" di vita. Non basta. I soldati hanno madri, tra i soldati ci sono donne... Proprio a questo proposito la Rossanda anni fa sparò a zero sulle madri russe e cecene. Ci sono donne anche in posti di potere chiave nella strategia politica mondiale. La differenza allora la fa il genere o come lo si interpreta? Non mi appartiene l'idea di donna-madre che in Piazza ci dava la pastoressa Gospell quando gridava: "chi consola i bambini quando piangono perchè litigano o perchè il papà li ha sgridati? la mamma!" come a dire che le mamme non sgridano o che sono sempre pronte a consolare. E' vero però che quando partoriamo, come lei citava, tiriamo fuori una forza, un urlo che da la vita e che si mescola con l'urlo di quell'essere che nasce, bambina o bambino che sia. E' vero che siamo forti e spesso ci sottovalutiamo. Forse non appartiene al tuo vissuto, ma per molte donne anche "militanti", alcuni ruoli continuano ad essere delegati "per genere" agli uomini. Sento molte donne lamentarsi di ciò pur consapevoli che molto dipende dal nostro sentirci capaci di "portarci" anche in luoghi e situazioni meno conosciute e sicure del piccolo gruppo di 'amiche-compagne' con cui soprattutto FARE...la famosa quotidianità. Personalmente trovo nell'incontro, amicale, affettivo, sessuale, intellettivo, ...con gli uomini grande ricchezza. Non vivrei in un mondo di sole donne, ...neppure in un mondo di soli uomini però! Nell'incontro che citavo un pò di righe fà, alla fine abbiamo portato la nostra riflessione aperta sulle risonanze che la guerra, comunque nostra anche se combattuta da altri, scatenava dentro ognuna di noi, diverse nella nostra soggettività ma uniche nella specificità. Perchè alla fine che piaccia o no, che ci si riconosca o no, non siamo donne solo biologicamente. Non per questo siamo meglio degli uomini, siamo semplicemente diverse. Evidentemente questo vissuto non appartiene a tutte le donne, non tutte hanno voglia, interesse di trovare spazi, momenti con altre donne per pensarsi, per fare, per condividere...niente di male, mi vien da dire, ma perchè arrabbiarsi se qualcuno ne sente l'esigenza ? Basta dire, o anche solo pensare, che non interessa. Personalmente frequento gruppi politico-sociali 'misti', e mi va bene così. Ciò non significa che non senta su alcuni temi, come quello del maltrattamento e della violenza in particolare ad altre donne, scattare dentro di me qualcosa che mi fa sentire che, ancor più che per altri esseri umani, sento quella violenza colpirmi. Se fossimo tutti indifferentemente uguali perchè le violenze citate sarebbero indirizzate soprattutto sulle donne? Tutto ciò per dire che forse il mondo non è solo bianco o solo nero, per fortuna!
Ma alla fine se io avessi proposto di ritrovarsi a pensare collettivamente (senza adesioni per sesso) al che fare sulla sollecitazione di Luigino, ci saresti stata?
Un'ultima precisazione: il Convegno sulla Sicurezza è blindato? Perchè l'idea di un contributo al femminile ti fa così paura? Devo dire che non mi piace molto questo modo di appropriarsi delle cose senza accettare possibili contributi, quando tra l'altro si tratta di iniziative collettive, pensate a più voci, su più piani, in più sedi. Forse ho mal interpretato il dictact...reagisco sempre di petto di fronte a divieti, immotivati. Personalmente ho solo pensato che qualcuno, dal pubblico, poteva intervenire sottolineando come quest'idea della sicurezza che è prima di tutto distanza tra le persone, colpisce non indiscriminatamente ma soprattutto alcune popolazioni, come i rom ad esempio, e tra questi le donne in particolare.
Alla fine spero che tutta questa sbrodolata non si risolva in un dibattito via e.mail e che qualcuna abbia voglia di trovarsi, anche perchè "di faccia" ci si capisce di più.
Certa di non essere riuscita ad evitare fraintendimenti, ma credo sia inevitabile, ciao Federica
Da: tacubaya tacubaya@libero.it A: bsf@bresciasocialforum.org Oggetto: R: [Bsf] Care Donne,.... Data: martedì 11 marzo 2003 21.07
Chiedo venia per l'intrusione, ma proprio non reggo più le generalizzazioni. Non reggo più nemmeno gli 8 marzo, e se sabato sono passata dalla piazza è stato solo per cogliere l'occasione di discutere del convegno sulla sicurezza. Con due uomini. Trovo un po' ipocrita ciò che tante donne chiamano "sorellanza", quando sappiamo bene quanto sappiamo essere feroci l'una con l'altra. Non tutte le donne, per il semplice motivo di essere donne, sono forti, sono creative, hanno capacità aggragativa...nessuna è titolare di qualità per appartenenza di genere, ognuna ha una storia a sé, risorse e limiti diversi. Per questo non condivido gli appelli nel nome di questa appartenenza. Per inciso: il convegno del 5 aprile già prevede interventi anche di donne, ma non per riempire di contenuti "al femminile": per apportare invece dei contributi, se possibile, di conoscenza e di riflessione. Scusate lo sfogo, nemmeno io ho intenzione di prendere a sassate nessuno. Miravo anch'io allo stagno. Erika.
-----Messaggio originale----- Da: bsf-admin@bresciasocialforum.org [mailto:bsf-admin@bresciasocialforum.org] Per conto di walter.federica@tiscalinet.it Inviato: martedì 11 marzo 2003 15.44 A: radio onda urto radio; BSF Oggetto: [Bsf] Care Donne,....
Care Donne, è stato bello ed emozionante ritrovarsi in Piazza l' 8 marzo. è stato bello vedere, ascoltare e lasciarsi travolgere da quell'insieme di parole, musiche, colori, allegria, determinazione, rabbia, dolore e forza, ..molta forza. Care Donne, come è stato triste il giorno dopo leggere l'ennesimo messaggio di Luigino Beltrami circa l'ennesima violenza perpetrata ai danni di una donna, una donna rom. Stavolta il fatto, o meglio il fattaccio, viene attribuito ai vigili di Chiari, forse invidiosi di quelli di Brescia che finora sembrano aver primeggiato in questo genere di comportamento. Care Donne, perchè non riusciamo ad usare la nostra forza, la nostra creatività, la nostra capacità aggregativa per contrastare con atti concreti questa logica che colpisce con determinazione proprio queste donne, maltrattandole anche davanti ai loro figli, privandole della loro dignità come nessuna di noi accetterebbe per sè, per un'amica, per una compagna? Cosa succederebbe se un qualsiasi vigile urbano maltrattasse una di noi? In quante scenderemmo in piazza chiedendo rispetto, dignità, diritti! Perchè su queste donne rom son si è riusciti finora a costruire una mobilitazione che proprio a partire da loro, da queste storie di violenza quotidiana, si estenda a tutte e tutti. Certo qualcuno c'ha provato e ci sta provando tutt'ora ...ma rimane la battaglia di poche/i Care Donne, forse potremmo semplicemente parlare con Clara e Luigino per sapere meglio come stanno le cose....forse potremmo organizzare una campagna sui diritti negati...forse invece potremmo riempire le cose che già ci sono (vedi ad esempio il Convegno sulla sicurezza del 5 aprile) di questi contenuti "al femminile"....forse...forse... Non riesco ad essere più concreta di così, anche perchè non so quante donne leggeranno questo messaggio....ciò che mi preme soprattutto è provare ad uscire da questa sorta di scollamento che esiste tra il mondo migliore che sognamo ed il mondo peggiore che loro vivono. Perchè non ci troviamo a parlarne? Io ho lanciato il sasso nello stagno, spero però di non aver preso in testa nessuno, non era mia intenzione. Un abbraccio a tutte, Federica Carrari
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