COMUNICATO ANSA
Ankara 30 aprila
C'è parziale soddisfazione ad
Ankara per la decisione di ieri del Coreper ( comitato dei rapprsentanti
permanenti) dell'Unione Europea di adre luce verde, dopo lunghe esitazioni,
all'inclusione nella lista europea delle organizzazioni terroristiche del
partito combattente kurdo 'PKK' che nel frattempo, però, ha assunto un nuovo
nome, non incluso nella lista.
La decisione, che sarà definitiva solo
giovedi' se nel frattempo nessuno dei Quindici avrà presentato obiezioni in
extremis, consentirebbe all'Ue di congelare i beni e le finanze del Pkk - il
partito di cui era leader Abdullah Ocalan - chiudere i suoi uffici di
rappresentanza e di cominciare una cooperazione internazionale contro il partito
kurdo.
Decisione vista tuttavia ad Ankara come tardiva e parziale: tardiva
perchè nel frattempo, il 4 aprile scorso, il Pkk (Partito dei lavoratori del
Kurdistan) ha annunciato il cambiamento del suo nome in Kadek ( Congreso per la
libertà e la democrazia del Kurdistan) che si proclama "l'erede politico del
PKK", MA NON FIGURERà NELA LISTA EUROPEA. aLTI FUNZIONARI TURCHI FANNO SAPERE DI
IGNORARE COME LA DECISIONE DIIERI POTRà REALMENTE INTERESARE LA STRUTTURA
DELL'ORGANIZZAZIONE CHE ORA SI è DATA UN NUOVO NOME.
La decisione viene
ritenuta parziale ad Ankara, anche per la mancata inclusione nella stessa lista
del DHKp-c, organizzazione di estrema sinistra ritenuta responsabile di circa
350 omicidi in attentati perpetrati soprattutto contro le forze di polizia.
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Comunicato di AZAD; DA DINO FRISULLO
L'Unione Europea ha deciso di includere il Pkk nella lista europea delle
organizzazioni terroriste. Dalla lista rimane escluso, per ora, sia il partito
della sinistra turca Dhkp-c, sia il partito che da poche settimane ha preso il
posto del Pkk, il Kadek.
Si tratta di una decisione assolutamente
vergognosa, nei confronti di un partito che non ha mai fatto uso del terrorismo
e da tre anni ha anche rinunciato unilateralmente alla lotta armata. Una
decisione che legittima nell'immediato la negazione dell'asilo per l'esodo kurdo
e la privazione della libertà per diecimila prigionieri politici in Turchia, ma
in prospettiva è funzionale allo spostamento in territorio kurdo (ed irakeno)
della "guerra permanente al terrorismo".
Questa sera in una riunione a
Roma decideremo insieme ai compagni e alle compagne kurde iniziative nazionali
di mobilitazione contro la vigliacca criminalizzazione di un popolo intero e
della sua ventennale lotta di liberazione.
Fin d'ora l'associazione Azad
è impegnata, anche se dovesse diventare una forma di disobbedienza civile, nella
difesa, rivendicazione e valorizzazione di una grande esperienza storica e di
una grande sfida, assolutamente attuale, allo status quo neocoloniale e al
dominio imperiale nel Medio Oriente.
Dino Frisullo
da www.italy.indymedia.org