Riunione sul Bilancio Parecipativo, del 24 luglio 2002.
Sintesi dei due incontri precedenti: è emersa la necessità di procedere su due versanti paralleli: - la formazione e l'autoformazione con acquisizione di materiale, iniziative seminariali e confronto di esperienze, - la diffusione all'esterno. Il Bilancio Partecipativo è colto come processo e Laboratorio aperto di elaborazione, in cui uno dei criteri di fondo è il rigetto dell'idea di bilancio partecipativo come elemento di sussidiarietà, cioè come modalità di decentramento di mansioni e pertanto con una modifica minimale ai regolamenti amministrativi.
Proponiamo di considerare il Laboratorio sul Bilancio Partecipativo in una prospettiva più ampia, come Laboratorio sulla Democrazia Partecipata, svolgendo una critica radicale al neoliberismo e alle logiche istituzionali, proponendo una nuova determinazione delle priorità sociali ed umane e allo stesso tempo costruendo consenso intorno alla necessità di invertire i livelli decisionali, con una partecipazione che nasca dal basso ed esprima i reali bisogni della gente, oggi spesso indotti, convogliati e interpretati alla luce di una sola politica, di un solo modello di sviluppo, di un unico pensiero. Per questo riteniamo importante innestare questa esperienza individuando nelle campagne sul Lavoro e sull'Immigrazione i parametri e i temi su cui e con cui coinvolgere ed aprire un confronto, che metta in chiara contraddizione gli attuali assetti decisionali, utilizzando per questo varie modalità, e costruendo in uma dimensione collettiva e reticolare gli strumenti di denuncia, conflitto sociale, scelta, conoscenza, decisione.
Il Laboratorio si propone di giungere ad una sintetica stesura di un documento che individui gli obiettivi politici, procedendo in una formazione che sia: -conoscenza generale del quadro legislativo attuale -discussione intorno all'esperienza di Bilancio Partecipativo -confronto diretto con esperienze italiane.
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