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ROMA - Una forza multinazionale, comandata dai carabinieri, e composta anche da forze di polizia ad ordinamento militare di Argentina e Bulgaria. Una unita' alla quale sarebbe affidato il compito di coordinare il controllo dell'ordine pubblico a Baghdad, che a questo scopo verrebbe divisa in sette settori. Comincia a delinearsi meglio il compito dell'Arma nella missione per l'emergenza umanitaria in Iraq: non solo protezione agli aiuti umanitari e polizia militare, ma anche - e soprattutto - un ruolo importante nel mantenimento dell'ordine pubblico, con l'organizzazione di una unita' multinazionale del tutto simile alle Msu (Multinational Specialize Unit) gia' sperimentate, con successo, in Kosovo, in Bosnia e in Albania. Anche il nome del comandante di questa probabile forza multinazionale circola sempre piu' insistentemente: e' quello del generale Leonardo Leso, ex capo del Reggimento Tuscania, del Gis ed ora comandante della Seconda brigata mobile dei carabinieri, dove si formano i militari dell'Arma impiegati ''fuori area''. Leso e' uno degli 'inventori' delle Msu. Proprio per questo si e' meritato, negli anni scorsi, la Legion of Merit, un riconoscimento che gli Usa hanno concesso solo a pochissimi militari italiani. Ma la Msu a guida italiana non avrebbe - secondo quanto si e' appreso - solo compiti di ordine pubblico: ci sara' anche un'attivita' di carattere spiccatamente investigativo e di raccolta di informazioni; quanto prima, inoltre, dovrebbe occuparsi anche dell'addestramento e della 'riconversione', per cosi' dire, delle forze di polizia irachena. Il sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, conferma che per i carabinieri si pensa ad una struttura multinazionale: ''E' prevedibile - dice all'Ansa - lo schieramento di una Msu a livello di brigata, composta da circa 350 carabinieri ed aperta anche al contributo di altre nazioni che abbiano forze di polizia similari. E l'Argentina e la Bulgaria avrebbero gia' dimostrato il loro interessamento''. Sui tempi dell'invio di questo contingente - che avrebbe il suo quartier generale a Baghdad e competenza su tutto il Paese - non ci sono pero' ancora certezze. Il problema principale - sottolinea una fonte militare - e' che la situazione in Iraq permane ''estremamente instabile'' e che le autorita' americane stanno ancora mettendo a punto il sistema della sicurezza, vagliando i contributi dei vari Paesi. Berselli, che stamani era a Pescara per il raduno dell'Associazione Nazionale Carabinieri, lo aveva detto chiaramente: ''Quando partiranno i carabinieri? Nei tempi remoti che verranno decisi al momento opportuno dai comandi americani, con cui bisogna ovviamente raccordarsi''. D'altro canto anche il Governo italiano, prima di inviare qualsiasi contingente militare, deve fissare precisi paletti: le regole di ingaggio, la cornice giuridica internazionale, la catena di comando. Insomma, tutte questioni ''delicate'' che sono in queste ore al centro di trattative e che, per il momento, tengono a casa i militari dell'Arma. Non tutti, in realta'. Sei, infatti, si trovano gia' a Baghdad, e sono quelli addetti alla protezione della rappresentanza diplomatica italiana; altri 4 sono in viaggio per l'Iraq, insieme alla mini task force guidata da Antonio Armellini, il responsabile della missione italiana per la parte civile e umanitaria. Ma i carabinieri del Tuscania che dovranno assicurare la protezione dell'ospedale da campo della Croce Rossa Italiana che sara' allestito a Baghdad, ancora non partono. ''Questi Carabinieri andranno di sicuro - dice Berselli - ma come dicevano i romani 'certus dies an incertus quandum': lunedi' o martedi' non partono, questo lo posso assicurare''. E notizie ulteriori non le fornisce il comandante generale dell'Arma, Guido Bellini, anche lui a Pescara per il raduno dell'Anc: ''Per il momento - dice - abbiamo solo mandato un nucleo per proteggere la nostra ambasciata. Poi saranno inviati 30 militari, prima in Kuwait e poi a Baghdad, per garantire la sicurezza all'ospedale della Cri, ma sulla data non ci sono ancora indicazioni precise''. Comunque - secondo quanto si e' appreso - sarebbe questione solo di giorni: almeno per quanto riguarda questa piccola aliquota, cui e' stata affidata esclusivamente la sicurezza interna dell'ospedale. Per l'invio in Iraq, invece, del resto del contingente dell'Arma, cosi' come del grosso dei 2.500 militari italiani, bisognera' ancora aspettare. Secondo fonti autorevoli lo schieramento potrebbe cominciare solo verso la fine del mese di maggio, non prima. Tornando alla Msu, secondo Berselli potrebbe avere un ruolo importante nel ripristino dell'ordine e della sicurezza in Iraq. ''I carabinieri hanno dimostrato nei Balcani di saper fare benissimo questo lavoro'', afferma il sottosegretario. E il generale Bellini, di fronte ad un probabile impegno dell'Arma di questo tipo, non si scompone. ''E' una cosa che rientra nei nostri compiti e nelle nostre capacita''', dice. ''Non dovremmo fare nulla di nuovo se non mettere in piedi un'unita' destinata a fare sicurezza e mantenere la pace''. (ANSA) 27/04/2003 18:03 [http://www.ansa.it/noti.shtml]