Del Mondo Kurdo n6 A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia Via Quintino Sella 41, 00187 Roma Tel 0642013576 / Fax. 0642003550 / uiki.onlus@tin.it / www.kurdistan.it C/C bancario n. 12257 intestato a UIKI-Onlus, Banca Popolare di Milano, ag. 252
1. È uscito il nuovo numero di Kurdistan Report n10 2. Il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan, sta preparando un nuovo memoriale difensivo più complesso dei precedenti da presentare al processo di Corte di Strasburgo. 3. La corte turca respinge la richiesta di liberazione degli attivisti kurdi detenuti. 4. Il provveditore agli studi della città di Hakkari, in una riunione con i famigliari degli alunni di una scuola primaria ha chiesto di non votare per il DEHAP. 5. Le mine che continuano ad esplodere, sono il risultato di quindici anni di scontri. ..... 1. È uscito il nuovo numero di Kurdistan Report, la rivista contiene un ricco dossier sulla fondazione del nuovo organismo kurdo il Kongra-Gel e tanto altro ancora.
Indice
a.. Intervista a Muzaffer Ayata sulle elezioni del 28 marzo 2004 b.. "E' un'esame per l'Europa" intervista con Mark Muller c.. Documento conclusivo conferenza del 10 dicembre 2003 d.. Congresso di fondazione del Kongra-Gel e.. Cemil Bayik: documento d'apertura del congresso f.. Appello per la libertà e la democrazia di Abdullah Ocalan g.. Estratti dal programma del KONGRA GEL h.. Dichiarazione dei diritti democratici dei popoli i.. Rapporto 2003 dell'Associazione per i diritti umani j.. Il regalo dell'AKP per il 2004: le carceri di tipo D k.. Intervista con Stefano Savona: ricordi da Kandil l.. "Cosenza: finestra sul mondo per la libertà dei popoli" m.. Patriarcato; la schiavitù della donna n.. Dichiarazione KHRP e CENI sul rapimento di Afife Mintas o.. Maras città del gelato e dei martiri p.. L'alewitismo q.. Il monte Nemrud r.. "Io utilizzo i colori Kurdi" intervista a Selim Berekat s.. Lezioni di lingua kurda Purtroppo le nostre condizioni economiche non ci permettono di inviarne una copia a tutti quelli che lo ricevevano già via posta. Vi chiediamo, quindi, di inviarci via bonifico o vaglia postale una sottoscrizione di 25 euro sia per la prossima pubblicazione della rivista, sia per il rimborso delle spese di spedizione, indicando l'indirizzo a cui ricevere la vostra copia. Per il bonifico: c/c n.12257 intestato a UIKI-ONLUS banca Popolare di Milano ag.1 (ABI 05584, CAB 03201) causale Kurdistan Report. Per il vaglia: a nome di Mehmet Yuksel, Via Quintino Sella 41, 00187 Roma, stessa causale.
2. Il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan, sta preparando un nuovo memoriale difensivo più complesso dei precedenti da presentare al processo di Corte di Strasburgo. Ozgur Politika, 20 febbraio 2004 Il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan dopo un mese ha finalmente potuto incontrare i suoi avvocati. I legali Irfan Dundar, Aysel Tugluk, Okan Yildiz dopo essersi incontrati con Abdullah Ocalan hanno rilasciato una dichiarazione. L'avvocato Dundar, dicendo che Ocalan sta preparando un nuovo memoriale da presentare all'udienza del 5 maggio alla Corte di Strasburgo, ha continuato: "il mio assistito, nella sua difesa, racconterà delle forze che hanno dato vita al complotto internazionale e in maniera particolare alla sua cattura. Il Sig. Ocalan ha detto che ha ormai fatto chiarezza circa le forze che hanno preparato tale complotto e che sta preparando il suo memoriale fondandolo su temi che oltrepassano quelli trattati nei precedenti. Con le parole di Ocalan va detto che si deve fare chiarezza sulle forze che ne hanno causato la cattura, il tribunale deve incontrarlo e chiederne l'opinione".
3. La corte turca respinge la richiesta di liberazione degli attivisti kurdi detenuti, Ozgur Politika del 21 febbraio 2004 Il Tribunale turco per la Sicurezza dello stato ha respinto, venerdì scorso, la richiesta per la liberazione di Leyla Zana e degli altri tre parlamentari kurdi nel corso del rifacimento del loro processo, nel quale sono accusati di avere aiutato i separatisti kurdi. È questa l'11esima volta che il Tribunale respinge tale richiesta a causa della "natura e del carattere del crimine". La Corte ha fissato la prossima udienza al 12 marzo. La decisione contro Leyla Zana, Premio Sacharov del Parlamento Europeo, e contro i suoi tre ex colleghi, è stata immediatamente criticata da un'esponente del Parlamento europeo, il quale ha dichiarato che il rilascio di Leyla Zana agevolerebbe la richiesta della Turchia di entrare in Europa. L'avvocato degli ex deputati DEP Alatas rilasciando una dichiarazione all'agenzia stampa DIHA, ha detto che gli assistiti ormai non vogliono parlare più a vuoto. L'avvocato, dicendo che continueranno la battaglia legale, nonostante tutti quei comportamenti negativi da parte delle autorità e del tribunale. L'avvocato richiama l'attenzione sul fatto che il processo non va un prosieguo positivo, ha poi detto che i suoi assistiti pensano di non parlare più. "Sono convinto che il governo turco si rende conto che la liberazione di Leyla e degli altri tre imputati sarebbe un passo importante per la Turchia", ha dichiarato il co-presidente del Comitato parlamentare turco-europeo, Joost Lagendijk ai giornalisti, dopo l'udienza di venerdì. E ha aggiunto: "Certamente è difficile influenzare la corte, ma penso che possiamo creare un clima nel quale anche i giudici possano rendersi conto che la Turchia sta andando avanti e che essi non possono rimanere indietro". Gli avvocati di Leyla Zana, Hatip Dicle e Selim Sadak, hanno chiesto al Tribunale la liberazione dei loro assistiti in tutte le udienze del nuovo processo, sin dal suo inizio nel marzo del 2003. I quattro attivisti furono condannati nel '94 a 15 anni di prigione, con un verdetto che è stato oggetto di molte critiche, per aver collaborato con i ribelli kurdi nella lotta armata per l'autogoverno nel sud-est del paese. Nel 2001 la Corte ha dichiarato iniquo il processo a loro carico poiché gli accusati non erano stati posti in grado di far deporre i loro testimoni chiave e in quanto non erano stati informati in tempo utile dei cambiamenti delle accuse nei loro confronti. Ai quattro è stato concesso un nuovo processo a seguito delle riforme democratiche, adottate dalla Turchia al fine di conformarsi agli standard europei e spingere la domanda d'ingresso nell'UE. Il nuovo processo, tuttavia, è stato già criticato sia in Turchia, che all'estero, in quanto ricalca il processo precedente. I diritti umani costituiscono una delle condizioni poste dall'UE per ingresso della Turchia. I leader dell'UE decideranno nel prossimo dicembre se iniziare o meno i colloqui per l'ingresso della Turchia, nazione sostanzialmente musulmana, dopo aver verificato i progressi da essa compiuti per conformarsi agli standard europei.
4. Il provveditore agli studi della città di Hakkari, in una riunione con i famigliari degli alunni di una scuola primaria ha chiesto di non votare per il DEHAP. Ozgur Politika, 24 febbraio 2004 Il 22 febbraio nel corso di una riunione nella scuola primaria Sehit Selahattin con i famigliari di più di seicento studenti il Provveditore Hekim Turgut nel suo intervento, stando al racconto di uno dei famigliari che ha voluto restare anonimo, ha chiesto di non votare il Dehap, a seguito di questo i genitori protestando si sono alzati e hanno lasciato il salone. Già in altre zone di Hakkari, Beytussebap e Yuksekova si erano tenute riunioni con i guardiani dei villaggi con lo stesso scopo. Nel mese di gennaio nella sede del DEHAP di Yuksekova c'era stato un incontro per presentare i candidati scelti per le elezioni, la riunione ritenuta illegale è stata sospesa e gli 11 candidati sono stati indagati.
5. Le mine che continuano ad esplodere, sono il risultato di quindici anni di scontri. Ozgur Politika, 22 febbraio 2004 A Sirnak ancora due bambini hanno trovato nei campi degli ordigni esplosivi e sono rimasti gravemente feriti per l'esplosione. Uno era il figlio di un guardiano del villaggio, Enver Yilmaz dieci anni, nella discarica della caserma di confine a Eludere, e l'altro Mehmet Eroglu, dodici anni, è rimasto ferito per aver giocato con un ordigno mentre portava al pascolo le pecore. I famigliari danno la colpa alle forze armate turche e si apprestano a denunciarle.