-----Messaggio originale----- Da: Mimmo Cortese [mailto:domecort@tin.it] Inviato: giovedì 11 luglio 2002 8.32 A: Lilliput lista Brescia Oggetto: I: Appello modifichiamo regolamento Exa
Cari amici,
vi inviamo qui allegato un appello per avviare da subito una prima iniziativa su EXA, con la richiesta di sostanziali modifiche al regolamento per l'edizione 2003. Modifiche che tengano conto delle valutazioni e delle preoccupazioni espresse da gran parte della società civile bresciana nell'ultimo anno (anche grazie alle iniziative promosse nell'ambito della campagna "Disarmiamo Exa 2002") e che, al tempo stesso, mirino a superare alcune delle vistose contraddizioni emerse negli scorsi mesi proprio in relazione alle intenzioni ufficialmente dichiarate dagli organizzatori della mostra.
Non crediamo utile dilungarci sugli argomenti già sviluppati nell'appello. Ci teniamo invece a precisare l'intenzione con cui ci rivolgiamo a voi. Questo testo é il risultato di un impegnativo confronto all'interno del nodo bresciano della rete di Lilliput; confronto che non ha reso possibile l'apertura con maggiore anticipo di una discussione in un contesto più ampio. Arrivati all'inizio di luglio crediamo non sia più possibile rinviare una diffusione pubblica della richiesta di revisione del regolamento, che - come senz'altro vi apparirà chiaro - non é una questione di natura tecnica, avendo al contrario un forte significato politico.
Un rinvio, infatti, ci porterebbe troppo a ridosso della campagna promozionale di EXA 2003, decisamente troppo tardi per poter credibilmente chiedere agli organizzatori di mettere in discussione il regolamento.
Non chiediamo a nessuno di accodarsi senza discussione alla nostra iniziativa. Con molti di voi stiamo già collaborando alla costruzione di un osservatorio sulla produzione e il commercio di armi leggere a Brescia, con molti altri speriamo di potere lavorare per la costruzione di un mondo più giusto, senza violenza, senza sopraffazione, senza guerre. Vorremmo però, sui contenuti, un confronto franco e libero. Per questo speriamo fortemente che si manifesti il vostro sostegno a questa iniziativa. Siamo pronti a discutere con voi di ogni eventuale arricchimento, ogni integrazione, ogni approfondimento, su questa direzione di lavoro, in relazione agli eventuali sviluppi al lancio dell'appello.
E con l'auspicio di poter presto dialogare e lavorare con voi su EXA 2003, in attesa di un vostro riscontro, vi inviamo i nostri più cordiali saluti.
Per il nodo bresciano della rete di Lilliput Maura Bertocchi, Mimmo Cortese, Enrico Fornoni, MariaGrazia Frigoli, Anna Scalori Luglio 2002
Di seguito l'appello:
APPELLO MODIFICHIAMO IL REGOLAMENTO DI EXA
Alla
società civile bresciana
Ai suoi rappresentanti nelle istituzioni
EXA 2002 è finita da alcuni mesi.
Non vorremmo aspettare un altro anno per parlare di armi, di guerra, del posto della violenza nella nostra cultura e nelle nostre coscienze.
EXA viene pubblicizzata come Mostra di armi sportive ed accessori. Tuttavia, visitandola, abbiamo potuto constatare di persona come - insieme a fucili da caccia, richiami, reti, riviste venatorie, abbigliamento sportivo, ecc. ecc. - siano esposti fucili da guerra, articoli antisommossa destinati alle polizie di tutto il mondo e (in grande quantità) pistole, principalmente per la difesa personale, insomma un campionario che certamente nulla ha a che fare con lo sport.
Non vogliamo convincervi ad assumere oggi un altro concetto di sicurezza e di convivenza fra le persone e fra i popoli; un'idea di sicurezza che non si affidi innanzitutto alle armi, alla repressione, alla guerra e che scelga piuttosto di seguire il motto del profeta: dalla giustizia nascerà la pace. A quest'idea, sia chiaro, noi non rinunciamo e non smetteremo di impegnarci perché si possa diffondere nella società, nelle coscienze.
Ci rifiutiamo di credere però che anche chi ritenga irrealizzabile il sogno di un mondo senza armi non sia disposto a riconoscere che esiste un problema morale riguardo ad esse, riguardo al loro uso. Vogliamo quindi credere che per nessuno l'oggetto arma possa essere banalizzato, pena la perdita delle coordinate stesse dell'idea di civiltà umana.
Vi chiediamo allora di riconoscere che costituisce un serio problema l'esposizione - sotto la tranquillizzante definizione di armi sportive - di fucili Sniper (quelli usati dai cecchini che mirano obbiettivi umani), manganelli, lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane, abbigliamento per corpi speciali ed anche di revolver utilizzabili da privati cittadini per la difesa personale.
L'EXA che abbiamo visitato non è fatta per presentare questo delicato campionario ad un pubblico specializzato (e si spera formato a riconoscere e ponderare le implicazioni etiche comunque connesse all'uso di un'arma contro un'altra persona); nelle giornate aperte al pubblico, la mostra viene infatti visitata da migliaia si semplici cittadini, di cui molti sono ragazzi.
Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività venatoria - su cui pure gravi e pesanti interrogativi si pongono da tempo - ma l'idea di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti; e non è più quindi una scelta grave di implicazioni, anche quando avvenga entro una cornice di legalità.
Vi chiediamo allora - e ve lo chiediamo per tempo - di lavorare perché si possa modificare il Regolamento della prossima eventuale edizione di EXA, in direzione di una stretta coerenza con quanto dichiarato nel marchio promozionale: Mostra di armi sportive ed accessori.
Se EXA diventerà effettivamente quella mostra che i suoi difensori dichiarano sia, la nostra critica - ferma e profondamente convinta - certo non cesserà ma per tutti la posta del confronto sarà ben diversa. E ben diversi i valori in gioco.
Il nodo bresciano della rete di Lilliput Luglio 2002