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1° maggio 2003
CHI STA IN ALTO DICE: PACE E GUERRA
sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace
come il figlio dalla madre.
Ha in faccia I suoi lineamenti orridi. La loro guerra uccide quel che alla loro pace
è sopravvissuto.
Bertold Brecht (Breviario tedesco)
MANIFESTAZIONE DEL SINDACALISMO DI BASE
?CONTRO LA GUERRA INFINITA
ESTENDIAMO I DIRITTI?
CONCENTRAMENTO ORE 9.00 P.ZZA GARIBALDI - BRESCIA CONFEDERAZIONE COBAS / SIN COBAS / RdB-CUB / USI-AIT / SLAI COBAS
MAY DAY 2003:
CONTRO LA PRECARIETA? E LA GUERRA INFINITA
MILANO PIAZZA XXIV MAGGIO ?ORE 14.30 (PARTENZA DALLA STAZIONE DI BRESCIA ORE 12.30)
NO ALLA GUERRA INFINITA DI BUSH,
SI' ALL?ESTENSIONE DEI DIRITTI PER TUTTI/E !
Il 1° Maggio e' la giornata dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il mondo ed ha a fondamento i valori di liberta', eguaglianza, giustizia sociale, solidarieta' ed autodeterminazione dei popoli, del rifiuto dello sfruttamento, del capitalismo, della guerra.
Questo 1° Maggio 2003 le potenze imperiali, con gli Stati Uniti in testa, stanno combattendo la loro battaglia su due teatri di guerra. Il primo, il piu' evidente, e' quello in corso in Iraq ed in medio oriente, il secondo interessa tutto il resto del mondo ed e' una guerra condotta contro i lavoratori, con mezzi piu' o meno cruenti a seconda delle latitudini. Si tratta di un?unica risposta dei governi e dei padroni alla crisi che attanaglia il sistema economico e sociale mondiale. A questa crisi non sono piu' in grado di contrapporre nuove frontiere o eldorado da conquistare. Si sono afflosciati uno dopo l?altro i progetti progressisti per il nuovo millennio. Ora per chi comanda rimane la via tradizionale di soluzione della crisi: un maggior sfruttamento dei lavoratori e guerre per sistemare i conflitti di interesse fra le potenze in campo. Il loro ordine di priorita' e' chiaro ed e' ora visibile anche dalla cronaca quotidiana. Per loro piazzare i carri armati davanti ai pozzi petroliferi e al ministero del petrolio irakeno e' più importante che salvaguardare dalle razzie gli ospedali dove muore la gente o difendere le opere d?arte conservate nei musei della citta' irakene. Per gli uomini e le opere d?arte ci sara' tempo. La guerra nonostante i proclami degli ultimi giorni prosegue. Deve percio' proseguire la nostra lotta contro i governi che sostengono la mobilitazione militare.
Il governo Berlusconi ?con la complicita' della maggioranza del centrosinistra- partecipa all?osceno banchetto degli appalti della ricostruzione irakena, inviando, con la scusa degli aiuti umanitari, 3.000 militari in Iraq.
Perciò il sindacalismo di base ed autorganizzato richiede a gran voce il ritiro delle truppe angloamericane dall?Iraq, la libertà e l?autodeterminazione del popolo irakeno, cui vanno inviati aiuti umanitari che non siano copertura ad ulteriori interventi militari.
Un 1° Maggio, quindi, di lotta contro la guerra militare, ma anche contro la guerra sociale interna portata avanti dal governo Berlusconi contro lavoratori e lavoratrici.
Ci vogliono tutti/e sempre più precari e senza diritti!
Il governo di centrodestra approfitta del clima di guerra per accelerare il suo progetto di restaurazione sociale e di esaltazione del profitto.
Il varo della legge delega sul lavoro spinge verso la definitiva precarizzazione del mercato del lavoro. § La ?riforma? Moratti vuole sancire il trionfo della scuola-azienda e della privatizzazione.
§ L?attacco alla sanita' pubblica attraverso l?esternalizzazione dei servizi, il taglio dei posti letto, il ripristino dei tickets
Gia' si profilano nettamente i pericoli di un altro imminente attacco alle pensioni pubbliche. Il tutto mentre i salari non riescono neanche a tener dietro alla crescita dell?inflazione. Si tratta di lottare non solo per difendere, ma anche per estendere i diritti.
Il referendum sull?art. 18 per l?estensione ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti del principio della giusta causa per i licenziamenti, e' un fondamentale strumento di lotta per conquistare per milioni di lavoratori/trici nuovi diritti, sottraendoli al ricatto padronale.
La vittoria del SI? può infliggere un duro colpo al governo Berlusconi e al padronato, nonche' a quelle forze del centrosinistra e sindacali piu' attente alle sorti dei profitti aziendali che ai diritti di lavoratori e lavoratrici.
La vittoria del SI? al referendum il 15 giugno sull?estensione dell?art. 18 deve rafforzare la lotta per l?affermazione dei diritti di tutti quei lavoratori in nero, co. co. co., interinali, etc? che rappresentano gran parte dell?attuale forza lavoro giovanile e non solo.
Oggi abbiamo un?opportunità per vincere, non sprechiamola!
VOTIAMO SI' AL REFERENDUM SULL?ART. 18
CONFEDERAZIONE COBAS / SIN COBAS / RdB-CUB / USI-AIT / SLAI COBAS