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MESSAGGIO DEL TAVOLO DI SOLIDARIETA CON LE POPOLAZIONI DELLIRAQ
Ci hanno detto che la guerra è finita. Lo avevano detto anche nel 1991, dopo la guerra del Golfo. Invece per milioni di uomini, donne, bambini la guerra è continuata. E continuata con un embargo crudele che ha fatto di un intero popolo un prigioniero dentro i propri confini. E continuata giorno dopo giorno per dodici anni, nella carenza di cibo e di medicine, nelle malattie evitabili che sono diventate endemiche, nellacqua inquinata, nei terreni che si salinizzavano, nelle classi scolastiche sovraffollate, nelle scuole senza quaderni, nella mancanza di rapporti culturali con il resto del mondo. E continuata, di fronte alla quasi totale indifferenza dei paesi occidentali, facendo oltre un milione e mezzo di vittime. Solo noi, società civile, pacifisti, siamo stati a fianco del popolo iracheno mentre il segretario di stato Usa Albright dichiarava che ne valeva la pena per ottenere il disarmo dellIraq.
Ci hanno detto che la guerra è finita. Ma la guerra continuerà per mesi, anni, a volte per la vita intera, per migliaia di genitori che hanno perso i figli, per migliaia di bambini che sono rimasti orfani, per migliaia di persone che sono rimaste senza gambe, braccia. La guerra continuerà nelle infrastrutture distrutte, La guerra continuerà nei disegni e nei sogni dei bambini. La guerra continuerà nellindebitamento col Fondo Monetario e la dalla Banca Mondiale che finanzieranno la ricostruzione facendo di un paese ricco un paese dipendente. La guerra continuerà nelloccupazione militare della culla della civiltà. La guerra continuerà nel depredamento delle risorse energetiche. E ci diranno ancora che ne è valsa la pena.
Partiranno ponti aerei e progetti di ricostruzione dalle capitali dei paesi in armi. Da New York, a Roma. Si stipuleranno contratti miliardari per gli aiuti umanitari e per la ricostruzione. Generali ed esperti occidentali arriveranno in Iraq per decidere come, chi e a chi si devono portare aiuti. Nei consigli di amministrazione delle compagine occidentali si deciderà cosa, quando, dove, chi deve fare la ricostruzione.
Non lasciamo a chi a distrutto, ucciso, devastato, anche il potere di decidere il futuro dellIraq attraverso gli interventi umanitari e la ricostruzione. Non permettiamo a chi ha ucciso, devastato, distrutto di presentarsi con il volto umano della compassione per le proprie vittime.
Il Tavolo di solidarietà con le popolazioni irachene è sorto per promuovere e gestire lintervento umanitario e di cooperazione del movimento per la pace. Perché vogliamo essere a fianco del popolo iracheno anche dopo che le armi avranno taciuto, perché vogliamo lavorare con loro alla costruzione di un Iraq non dipendente dai poteri armati.
Anche questo è un modo per fermare la guerra. Quella quotidiana che continuerà per di milioni di persone. Siamo già operativi in con progetti per lacqua potabile e gli sfollati, domani pertirà il primo convoglio di medicinali verso Baghdad. Sta anche a tutti voi permetterci di continuare.
Noi non collaboreremo e non prenderemo soldi da chi ha fatto la guerra. Per intervenire contiamo solo su di voi. Sul movimento per la pace.
Dopo la piazza andiamo anche allufficio postale. Il conto corrente è 507020 intestato Solidarietà Iraq.
www.tavoloiraq.org