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Natale 2002, dal sagrato del Duomo di Caserta
Lettera aperta a Caserta e al Mondo
Forse non tutti sanno che il Natale per gli immigrati si chiama "Operazione Strade Pulite".
La legge razzista Bossi-Fini ha impedito a centinaia di migliaia di immigrati di ottenere il permesso di soggiorno solo perché ambulanti o perché i datori di lavoro si sono rifiutati di regolarizzarli: agli esclusi viene ora riservato un trattamento "speciale", un'operazione di pura repressione fortemente voluta da Bossi e denominata, appunto, "Strade Pulite".
Il timore di un Natale all'insegna della caccia all'immigrato è forte.
Questo Natale non sarà occasione di festa e di gioia per tutti.
Non certo per quelli che hanno perso o stanno perdendo il posto di lavoro; non certo per quelli che, angosciati e terrorizzati, si attendono da un momento all'altro che il capo del paese più potente del mondo possa "preventivamente" ordinare lo sganciamento di tonnellate di missili e di bombe sulle popolazioni e sulle città irakene; non certo per tanti e tanti di noi immigrati, costretti a nascondersi sotto l' incubo delle espulsioni e della clandestinità.
Noi, immigrati di Caserta, abbiamo fatto uno sciopero della fame nel Duomo di Caserta. Sono passati tre giorni e vogliamo dire a tutte e a tutti che siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti: tantissime persone ci hanno portato coperte, bevande calde e vera solidarietà. La Chiesa non ci ha negato asilo, e si è impegnata al nostro fianco. Le Istituzioni di governo hanno raccolto ed inoltrato con sollecitudine la nostra richiesta di incontrare il governo centrale. Un numero ampio di Parlamentari, di gruppi politici di diverso orientamento, ha deciso di sostenere la nostra lotta, di lavorare ad estendere la sottoscrizione di quest'impegno ad altri deputati e senatori, di incontrarsi con una nostra delegazione a Roma per costruire insieme un incontro con il governo e un'iniziativa legislativa che porti in Parlamento le nostre richieste: la riapertura dei termini della sanatoria; l'estensione della sanatoria ai lavoratori autonomi ed agli irregolari; la definitività dei permessi di soggiorno rilasciati a chi ha promosso la vertenza di lavoro; la chiusura dei campi-lager di detenzione temporanea ed il ritiro di ogni operazione repressiva del tipo "Strade pulite". E possiamo infine dire che è convincimento, garanzia ed impegno di tutti, sia a livello politico che sociale ed istituzionale, che le strade di questa provincia siano "sporche" ed abbiano bisogno d'essere ripulite - non certo dai migranti, nei confronti dei quali è stata autorevolmente assicurata la mancanza di qualsiasi accanimento- bensì dall'odio razzista, dall'ipocrisia perbenista, dalla mancanza di lavoro e di scuole, dalla miseria e dal degrado, dalla piovra criminale, dalle devastazioni ambientali, dall' indifferenza o dalle complicità di tanti.
Questo basta, per ora, a farci decidere di interrompere qui la nostra azione, con la quale abbiamo parlato con voi tutte e tutti, in nome di una giustizia che è tale non già se si chiama "legge" ma solo se rispetta davvero l'uomo, i suoi diritti di cittadinanza, la sua dignità di essere libero nel corpo, nella mente, nell'identità e nei bisogni, né servo né schiavo nelle tenebre della clandestinità e dello sfruttamento. Sappiamo di essere solo all'inizio di una lotta lunga, difficile, complessa. Vi chiediamo, quando siederete sulle panche di legno, nel Duomo, dove per tre giorni abbiamo rifiutato di toccare cibo in nome della lotta per la dignità, i diritti e la cittadinanza, di pensare a noi, nelle vostre preghiere se siete credenti, o altrimenti nelle vostre azioni, nel vostro impegno, nelle vostre decisioni. Perché un altro mondo sia possibile, occorre cominciare dal profondo dei cuori, delle volontà e della memoria di tutte e tutti noi. A chi ci è stato affianco, diciamo: "grazie, sorella o fratello, compagno di lotta. Continuiamo insieme"; a chi ci ha osservato e ci osserva da lontano, diciamo: "Avvicinati senza paura". Agli indifferenti, diciamo: "Attenti: l'indifferenza vostra è verso l'uomo e quindi anche verso voi stessi: non vi sentiate assolti solo perché girate lo sguardo dall'altra parte." A chi ci riserva clandestinità, sfruttamento, ingiustizia e inganni, rispondiamo con la lotta.
GLI IMMIGRATI DI CASERTA IN SCIOPERO DELLA FAME AL DUOMO