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La rivolta dei tranvieri milanesi: NON LASCIAMOLI SOLI
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer (segr. naz. SinCobas)
Una vera e propria caccia alle streghe si è scatenata contro gli autoferrotranvieri di Milano. Scontata e comprensibile la rabbia dei milanesi, lavoratori anche loro, rimasti a piedi senza preavviso un grigio lunedì di pioggia. Prevedibili la violenza e larroganza delle minacce scagliate contro i lavoratori dal sindaco Albertini, nel suo consueto stile thatcheriano, e dai suoi colleghi di partito, dal governatore Formigoni al sottosegretario Sacconi. Ma il diluvio di condanne proveniente dai partiti del centrosinistra e da Cgil-Cisl-Uil, a livello territoriale e nazionale, per non parlare delle denunce delle associazioni dei consumatori, francamente stonano un po troppo.
I lavoratori dellAtm hanno rotto consapevolmente le regole, puntando sul gesto clamoroso. Sapevano di rischiare sanzioni, provvedimenti disciplinari. Non sono ultrà da stadio, ma lavoratori e cittadini come altri, padri di famiglia o giovani che sognano un futuro. Eppure hanno agito lo stesso, compatti ed uniti, a prescindere dalle appartenenze e dalle indicazioni sindacali. Invece di condannare e isolare, bisognerebbe cercare di ascoltare e capire. Sono lavoratori i cui salari hanno perso continuamente potere dacquisto in questi anni di inflazione programmata e vivono in una città tra le più care in Europa, dove il tasso ufficiale di povertà è superiore alla media nazionale. Il loro contratto nazionale, siglato nel 2000, prevedeva aumenti salariali a partire dal 2002, ma quei soldi non li hanno visti nemmeno con il binocolo. Avevano scioperato sette volte rispettando le regole imposte dalla legge 146 per ottenere che lazienda dei trasporti rispettasse il contratto firmato, ma inutilmente. Insomma, senza soldi e pure presi in giro.
La rivolta dei tranvieri milanesi non parla soltanto della loro esasperazione, ma allude ad una tendenza più generale. I salari e gli stipendi continuano a perdere valore, i rinnovi contrattuali sono ormai perennemente in ritardo a quando arrivano non servono a recuperare il potere dacquisto perso, né a migliorare le condizioni di lavoro. Scioperare diventa sempre più difficile, specie nei servizi, dove impera la famigerata L.146/90 che considera lo sciopero unillegalità latente e che vorrebbe rendere gli scioperi sempre più indolori e pertanto inefficaci.
Oggi occorre non lasciare soli i tranvieri milanesi. Le loro rivendicazioni sono giuste e sacrosante e ogni intervento repressivo va contrastato con energia. Il problema non sono i lavoratori che scioperano, ma il governo e le amministrazioni che privatizzano i servizi, tagliano i fondi per gli enti locali e infine non rispettano nemmeno i contratti firmati.
Ufficio Stampa Sincobas
Milano, 2 dicembre 2003
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