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Carissime, carissimi,
di seguito trovate: - la lettera inviata la scorsa settimana a Bettoni, presidente della Camera di Commercio; - il comunicato stampa dato ai giornalisti in occasione della conferenza stampa tenutasi sabato 18 gennaio.
Credo che i due documenti non abbiano bisogno di commenti o spiegazioni.
Vi lascio quindi alla loro lettura.
Ciao Enrico ----------------------------------------- Al Presidente della CCIAA Dott. Bettoni Via Orzinuovi 25100 BRESCIA
Oggetto: Appello "modifichiamo il regolamento di EXA"
In riferimento alla Vs. del prot. , prendiamo atto del verbale in cui, in maniera quantomeno sommaria, avete sintetizzato l'incontro del novembre u.s.
Abbiamo così avuto modo di verificare inequivocabilmente che non avete accolto le nostre richieste.
Oltre a notare come la formalizzazione della Vs. proposta per la modifica del Regolamento "Exa 2003" ci sia stata spedita il 20.12 quando il termine per la presentazione delle iscrizioni ad EXA 2003, era fissato, proprio da regolamento che si assumeva emendabile, al 3.12.2002, dobbiamo rilevare, in prospettiva, che per quanto riguarda un'eventuale modifica del regolamento "Exa 2004", l'idea di un reparto all'interno della mostra che esponga i simulacri delle armi da guerra non è una risposta alle motivate contestazioni da noi sollevate quanto soprattutto all'esposizione di armi da difesa personale e in dotazione alle forze dell'ordine.
Constatiamo altresì come l'unico punto meritevole di essere considerato, vale a dire l'invito ad una partecipazione al Convegno giuridico, sia stato omesso nella stesura del verbale.
Tanto dovevamo. Distinti saluti.
Brescia, 13 gennaio 2003 Le Associazioni firmatarie dell'appello.
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MODIFICHIAMO IL REGOLAMENTO DI EXA COMUNICATO STAMPA
Nel luglio scorso è stato promosso l'appello "Modifichiamo il regolamento di EXA"dal Nodo bresciano della Rete di Lilliput, appello rivolto alla società civile bresciana e ai suoi rappresentanti istituzionali, finalizzato alla modificazione del regolamento di EXA "in direzione di una stretta coerenza con quanto dichiarato nel marchio promozionale: Mostra di armi sportive e da caccia". Estremamente significativa e variegata è stata la risposta della società civile (come da elenco dei firmatari in calce al documento) mentre ben diversa è stata la reazione dei rappresentanti istituzionali: non hanno aderito all'iniziativa o preso alcuna posizione pubblica in merito, con la sola eccezione con la sola eccezione di Mirco Lombardi, Consigliere regionale del PRC. La nostra richiesta partiva dalla constatazione che una mostra che si dice di armi sportive ed accessori espone in realtà anche armi in dotazione alle forze dell'ordine (manganelli, lacrimogeni, bersagli con forma di sagome umane, ecc.) e soprattutto armi da difesa personale (pistole, revolver, ecc.); pertanto"un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività venatoria ...ma l'idea di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato faccenda banale, cosa di tutti i giorni e alla portata di tutti". La domanda esplicita era pertanto una modificazione del regolamento della mostra in modo da stabilire con chiarezza che le uniche armi ammesse fossero quelle pubblicizzate dal titolo stesso di EXA. Negativa è stata la risposta di Pro Brixia e della Camera di Commercio. Non vi è stata alcuna modificazione del regolamento di EXA perché, ci è stato risposto, le armi sono da considerarsi alla stregua di qualsiasi altro prodotto, EXA è legale e di questi temi è bene che ne parlino gli esperti (ci è stata però proposta la realizzazione di un reparto all'interno della mostra in cui esporre i simulacri delle armi da guerra che pure a EXA trovano posto!!!) Sappiamo che la mostra è legale e non l'abbiamo mai contestato, ci preoccupa la banalizzazione delle nostre osservazioni, la superficialità con cui si rifiuta il confronto su un piano etico, la logica per cui il mercato non è soggetto a critiche e se promuove una cultura del "fai da te" anche in tema di difesa personale, quasi che possedere una pistola equivalga ad avere un cellulare, nulla ci sia da eccepire. Ci preoccupa anche che la riflessione su cosa produciamo, soprattutto se si tratta di armi, venga considerata un tema per esperti, per addetti ai lavori, quasi che la società civile, i lavoratori, la comunità è bene che non si facciano domande, che non pensino troppo: ma già, riflettere su questo rimanda inevitabilmente all'etica. Ci preoccupa che tale chiusura non arrivi da un singolo o un'associazione di produttori armieri, ma dalla Camera di Commercio che raccoglie al suo interno rappresentanti istituzionali, che dovrebbero rappresentare le istanze e gli interessi dell'intera collettività e non di una singola parte. Restiamo convinti di "un'idea di sicurezza che non si affidi innanzi tutto alle armi, alla repressione e alla guerra" e della necessità che anche chi ritenga irrealizzabile un mondo senza armi arrivi a riconoscere che esiste un problema morale riguardo ad esse ed al loro uso. Per questo non vengono meno la nostra contestazione e al tempo stesso la disponibilità al dialogo.
Brescia, 18 gennaio 2003
Le Associazioni firmatarie dell'appello Firmatari:
- ACLI, - AGESCI, - Brescia Social Forum, - Banca Etica Coordinamento di Brescia, - Camera del Lavoro, - Comitato Pace e Solidarietà di Villa Carcina, - Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Brescia, - Consulta per la Pace e la Solidarietà del Comune di Brescia, - FIOM, - MIR-Centro per la Nonviolenza, - Missionari Saveriani, - Pax Christi, - PRC, - Sinistra Giovanile - SVI