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Articolo originale : http://italy.indymedia.org/news/2004/03/511835.php
[Camp Darby] I Disobbedienti tornano a bloccare i trasporti di armi! lik 4 ::rmc - lik@inventati.org Saturday March 27, 2004 at 03:20 AM
Secondo blitz nella giornata. Disobbedienza molecolare contro il trasporto di armi
Intorno alle 23.30 di giovedi' 26 marzo il traffico della via Aurelia e' stato di nuovo fermato dalle pattuglie dei Carabinieri, della Polizia e della Digos, che hanno blindato tutte le strade di accesso. E' stato sigillato tutto il percorso di 10 km che congiunge l'entrata principale della base USA di Camp Darby al varco Galvani del porto di Livorno. Tante misure di sicurezza, tutte per garantire il trasporto di materiale militare alla base di Camp Darby. Una lunga colonna di mezzi caricati su ruote, preparata di nascosto dentro al porto commerciale, si mette in moto con altrettanto silenzio, cercando di passare piu' rapidamente possibile, al riparo dagli occhi della gente, nel buio della notte, quasi che avesse paura di qualcosa, che si volesse nascondere da qualcuno. Ma quel Qualcuno era vigile. Fermo ad aspettare i carichi di morte. Dopo qualche minuto l'Aurelia e' svuotata dalle macchine, tutte ferme di fronte alle pattuglie piazzate nei posti di blocco. L'Aurelia e' avvolta da un silenzio surreale. All'improvviso due macchine parcheggiate accanto abbassano il finestrino, e delle voci cominciano a bisbigliare. Siamo in un parcheggio lungo la via Aurelia, in un pezzo di strada in mezzo ai due blocchi. Da una macchina scende di fretta un ragazzo con gli occhiali e l'eskimo, che corre ad un'altra macchina per bisbigliare qualcosa, poi ad un'altra, poi ad un'altra ancora. Nel piazzale si accendono le luci di tutte le macchine parcheggiate, da cui scendono una quarantina di persone. Sono i disobbedienti di Rebeldia. Si affacciano sulla strada, restano fermi ad aspettare, nel buio. Subito compaiono delle luci in lontananza che percorrono la strada. Sono i camion che trasportano le armi, si avvicinano. I ragazzi nascosti nel buio si guardano, annuiscono. Un secondo prima, il silenzio, un secondo dopo, un disobbediente accende una torcia che emette una forte luce verde, altri dieci stendono due striscioni lungo la strada, uno afferra il megafono e comincia ad urlare che contro la guerra bisogna opporsi senza se e senza ma, che la guerra ha sempre portato soltanto morte e terrorismo, che i toscani non vogliono Camp Darby, e non vogliono essere complici dello sterminio dei popoli aggrediti dalle guerre. Il corteo avanza, andando incontro ai trasporti da fermare, per cinquanta metri, giusto il tempo perche' le armi li raggiungano e si fermino, bloccati in mezzo alla strada, a dieci metri dagli striscioni. Disobbedienti 1, Impero 0. Immediatamente arrivano sgommando tre macchine della Digos da un lato e tre dei carabinieri dall'altro. I disobbedienti sono seduti per terra, reggono gli striscioni, lanciano slogan come Stop Global War e Contro la guerra dei potenti. Arrivano diversi defender e blindati della polizia. Il capo della digos, dopo uno scambio di battute con un ragazzo, torna al defender, si mette il casco e impugna il manganello. Fa fare lo stesso a tutti gli altri poliziotti in borghese. I poliziotti spostano i manifestanti da un lato della strada, li premono contro il gard rail, mentre si continua a gridare slogan contro la guerra e reggere gli striscioni. I mezzi militari passano, dopo circa trenta minuti di blocco. Prima i mezzi dei carabinieri, posti a scorta: qualche volante, diversi defender. Poi comincia la parata dell'apparato bellico statunitense: camion dai colori mimetici con la targa "U.S. Force", due set di artiglieria pesante caricati sui camion, altre jeep che caricano materiale logistico. In tutto passano 20 mezzi, che superano il blocco, tempestati dalle grida dei manifestanti. Ragazzi e ragazze che avevano scelto di essere la', mettendo in gioco i propri corpi, per rendere evidente che Camp Darby e' in espansione, che la base e' usata in questo momento per le guerre, e che noi non ci stiamo. Che l'Aurelia, cosi' come tutte le altre strade del mondo, devono essere vie per la pace, e non vie per la guerra, e per ricordare ai signori della guerra che per ogni conflitto armato ed ogni azione di morte, troveranno chi e' pronto a bloccare i loro ingranaggi e ad inceppare dal basso i meccanismi della guerra globale, sfidando le loro leggi, le loro ideologie, il loro silenzio.
www.rebeldia.net
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