----- Original Message ----- From: "Stefano" ste_rom@yahoo.it To: noocse-bo@yahoogroups.com Sent: Monday, April 01, 2002 8:54 PM Subject: [noocse-bo] Dalla Palestina...
----- Original Message ----- From: donatello baldo To: aidaruf@tin.it ; alessandrodizara@yahoo.com ; redazione@altroadige.it ; andrea.trentini@unimondo.org ; antonio.mura@scuole.provincia.tn.it ; antoniomura@itimarconi.rovereto.net ; carmenbenelli@supereva.it ; chiaranicoletti@hotmail.com ; tezzele@tin.it ; corradinicorrado@comune.rovereto.tn.it ; dorigottisa@excite.it ; EM.MASSUCCI@INWIND.IT ; enzopiffer@cr-surfing.net ; free10036@dnet.it ; malfab@dnet.it ; FAAAST@TIN.IT ; fiorini.micaela@libero.it ; freepeople@trentinoweb.net ; gianluigi.fait@vivoscuola.it ; juri_viesi@tin.it ; lidiolontano@katamail.com ; lautrec70@libero.it ; luisa.zanotelli@infinito.it ; manuelgirardini@inwind.it ; mattia.pelli@virgilio.it ; menapace@tin.it ; miorandi.andrea@libero.it ; cova.paolo@tin.it ; biondopiero@libero.it ; etr460@infinito.it ; ste_rom@yahoo.it ; snicolodi@hotmail.com ; iorio@sitoverde.com Sent: Monday, April 01, 2002 8:39 PM
Jerusalem 1 aprile 2002
Da quando siamo partiti sono successe tante cose. Sapevamo di arrivare in una realta' difficile, e abbiamo trovato la tragedia, il culmine della tensione, lo strazio dell'attesa di qualcosa di peggiore che si sente nell'aria ma che non si riesce a descrivere; speravamo di poter portare un messaggio di pace, e ci siamo resi conto della miseria di questa parola che non vuol dire nulla, che pronunciata in questa terra santa si trasforma solo nell'insieme di due sillabe buone per ritmare uno slogan ma inefficaci e vuote. "Peace is to stop the occupation" ci hanno detto i palestinesi che ci hanno portati al trionfo alla nostra entrata a Betlemme, suonando i clacson delle macchine e riempendo i balconi delle case quadrate che da una parte si affacciano sulla citta' palestinese e dall'altra sull'invadenza delle colonie israeliane che sembrano avanzare strafottenti sottraendo terra e dignita' ad un popolo che chiede spazio per esistere. Solo terra e liberta', cioe' la pace per la palestina. Perche' da qui ci accorgiamo che quel vecchio concetto di pace non regge piu' in questa nuova situazione che cambia la vita e la storia. Siamo qui con una delegazione che si chiama Action for Peace e ci sentiamo vuoti. Sappiamo che cosa e' la pace ora. Mentre scriviamo la pace e' la disobbedienza a chi ci vuole fuori da questi confini, perche' di impaccio al massacro. Non vuol piu' dire interposizione (tra che cosa, tra elicotteri da guerra e fionde? tra carriarmati e vecchie mitraglie con munizioni limitate?), ora vuol dire difesa dei civili palestinesi. Quelle donne e quei bambini che abbiamo visto nella notte passata nel campo di Dheisheh , ora in attesa della rappresaglia dal cielo e da terra. Donne e bambini, perche' i maschi sono nella vicina Betlemme a difendere la citta' dall'invasione. Pensiamo alla moglie di Hamdi, il combattente che la ci ha ospitati con generosita' e che ci diceva di avere paura per le sue due piccole. Dobbiamo difendere loro, come dobbiamo difendere gli ospedali a Ramallah dove nostri fratelli e sorelle della delegazione italiana, e Luca e Aram dei nostri, sono a mani nude, senza armi ma con i loro corpi e la loro voglia di giustizia (o se credete, pace), a scudo umano su bersagli che rastrellamenti e fucili stanno mettendo sottosopra. Uccidono i bambini e i medici. Arrestano solo perche' sei adulto e hai l'eta' per usare un fucile. Uccidono per vendicarsi degli attentati suicidi. Donne e uomini che si fanno esplodere. Da lontano sembra solo fanatismo religioso, qualche psichiatra cerchera' di analizzare la psiche del Kamikaze. Vedendola da qui, il metodo brutale e indiscriminato di chi si fa esplodere per uccidere e' solamente la parte di uno scontro marziale dove i civili sono armati: chi imbottito di tritolo, chi come un qualsiasi colono, a fare la spesa e al muro del pianto col mitra in spalla pronto a sparare. Che possiamo fare qui? Prima di scoprire il passaggio angusto e pericoloso e clandestino per Ramallah volevamo tornare a casa. Qui la pace non si fa. Per la pace palestinese dovremmo sparare anche noi. Questo metodo non ci appartiene, ma non lo condanniamo affatto. Non siamo capaci di sparare, abbiamo piu' paura ad uccidere che a venire uccisi! A casa tutti per disobbedire come sappiamo fare noi. Tutti sotto l'ambasciata israeliana, dentro a sfasciarla. Tutti al governo, che faccia qualcosa il cavaliere ad interim. Fatelo voi questo ora, evitando di chiedere la pace al vento, di invocarla al cielo, disobbedite a cose e persone, a meccanismi economici e politici, rinfacciando il disinteresse a quelli che abbiamo chiamato qui e non sono venuti. Abbiamo scoperto che la pace e' il conflitto per la giustizia. Noi qui fin che non ci cacciano a forza e voi li' fino alla vittoria. Come siamo capaci ma sapendo che se la palestina rimane confinata, questi confini la schiacceranno. Ancora scusa per la confusione, ma una bomba ci ha scosso le ossa e gli elicotteri stanno sorvolando anche gerusalemme. Un altro attentato suicida, crediamo, che ci angoscia anche per la ritorsione che seguira'.
Donatello
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