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Sesto giorno: mercoledi' 3 aprile 2002
Il gruppo dei Giovani Comunisti della Lombardia (ed il rappresentante
del
Movimento Studentesco di Bergamo-kekko-) sara' l'ultimo della carovana a lasciare la Palestina, dunque non siamo partiti in anticipo: torneremo domani notte, giovedi' 4 aprile. La giornata politica di contestazione si aperta con un corteo al check
point
di gerusalemme nord (il terzo nello stessa localita': Kalandia), situato all'imbocco della via che conduce a Ramallah, meta che ci e'
costantemente
negata. Il blocco dell'esercito e della polizia israeliana si e' misurato,
questa
volta, con un corteo molto piu' imponente dei precedenti (circa 2000), nonostante la pioggia ed il vento gelidi. La manifestazione e' stata indetta sia da pacifisti israeliani che palestinesi ai quali ha dato sostegno, adesione e partecipazione la carovana Action for Peace: l'intento principale, oltre a quello di protestare contro la crescente violenza dell'occupazione israeliana, era quello di portare viveri e medicinali alla popolazione di Ramallah, da giorni ormai assediata, isolata ed affamata dalle forze di polizia e dall'esercito. La partecipazione era variegata e multicolore: donne in nero, soldati obiettori, pacifisti di varia provenienza politica e geografica, rappresentanti di religioni diverse, semplici cittadini. Il corteo, sventolando numerose bandiere palestinesi (cosa proibita qui
a
gerusalemme:un nostro compagno era stato arrestato proprio per questo)
ha
sfilato tranquillamente per le strade della citta' fino a concentrarsi a ridosso del check-point, presidiato da un numero esagerato di militari armati, cecchini e carri armati. E' cominciata quindi la trattativa con
le
forze dell'ordine per permettere il passaggio dei viveri. Tutto ad un tratto, senza motivo, e' partita la prima carica
dell'esercito:
lacrimogeni e bombe assordanti hanno disperso in pochi secondi i manifestanti, provocando anche alcuni feriti. Terminata la carica i manifestanti sono tornati a riempire la strada, con le donne in prima
fila.
Dopo circa un'ora, sotto la pressione dei manifestanti, il camion dei
viveri
e' arrivato nei pressi del posto di blocco, mentre una catena umana trasportava sacchi di riso e zucchero, bottiglie d'acqua... Il camion e' pero' stato bloccato al check-point:l'autista e' stato fatto scedere, perquisito, bloccato, fatto risalire sul camion e poi ancora riscendere. Nel frattempo la polizia ha avuto il tempo di schierarsi e, improvvisa,
e'
partita la seconda carica, con lo scopo di respingere i manifestanti e porre termine alla manifestazione lasciando solo il camion ed
impedendogli
di fatto di raggiungere Ramallah. L'esercito ha sparato lacrimogeni e bombe assordanti (che hanno ferito numerosi manifestanti e hanno provocato l'amputazione di un dito ad un ragazzo palestinese), quindi ha lasciato il check-point cominciando ad inseguire i manifestanti in fuga per centinaia di metri. In tutta fretta, tra una moltitudine di donne, vecchi e bambini caricati indiscriminatamente, abbiamo raggiunto i pullman e abbandonato la zona.
Questa sera, per l'ultima volta, stiamo scrivendo da questo internet
point
di Gerusalemme vecchia che, in questi giorni, e' stato la nostra seconda casa. Ieri sera, dopo la chiusura, i sei giovani ragazzi palestinesi proprietari del locale, ci hanno invitato a fermarci con loro a fumare
il
Narghile'. Sono tutti ragazzi cristiani che, come la maggior parte delle comunita'
non
ebraiche, sono unite alla lotta del popolo palestinese per la pace e l'autodeterminazione, contro l'esclusione e l'integralismo sionista, in
nome
di uno stato multiculturale. Domani dunque partiremo, sperando di riuscire a portare con noi rullini fotografici e videocassette delle riprese fatte: la polizia aeroportuale infatti ha l'abitudine di perquisire accuratamente i pacifisti in uscita
dal
paese, anche allo scopo di sequestrare materiale a loro scomodo per occultare l'informazione indipendente. La nostra presenza in Palestina finisce oggi, ma gia' si prevede una staffetta di pacifisti che assicuri a ciclo continuo una seppur minima protezione internazionale alla popolazione palestinese. Torniamo in Italia, decisi a far divenire patrimonio collettivo la
nostra
esperienza perche' il risveglio di una determinata azione politica
europea
possa finalmente porre fine alla tragedia palestinese. Palestina libera (palestina rossa)
Gianluca Zoni (Giovani Comunisti varese) Maurizio Morgano e Roberta Maltempi (giovani comunisti bergamo) Kekko-francesco chiodelli- (Movimento Studentesco Bergamo)
- Francesco (Napoli-membro aggiunto)
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